Home Economy Giovani e sottopagati, la realtà del mondo universitario italiano

Giovani e sottopagati, la realtà del mondo universitario italiano

Giovani e sottopagati, la realtà del mondo universitario italiano

Giovani e sottopagati, un trend che purtroppo è preponderante in Italia, specialmente nel mondo universitario dove assistenti e dottorandi sono spesso pagati meno rispetto ai colleghi che lavorano all’estero. Ne abbiamo parlato con Giampiero Falasca, Avvocato Giuslavorista che da tempo si occupa di denunciare questo tipo di ingiustizie.

Al Cern di Ginevra un tirocinante prende 1600 euro. In Italia la situazione è ben diversa, perché il nostro paese è rimasto indietro?

Il nostro Paese, salvo rare eccellenze, non è stato in grado di investire sulla produttività e sulla costruzione del valore, quindi abbiamo una situazione di retribuzioni troppo basse, non degne di un’economia che funziona.

Dottorandi e assistenti vengono a volte denominati come “schiavi delle università italiane” a causa degli stipendi bassi e delle condizioni precarie. Crede che in un futuro prossimo la situazione cambierà?

Non saprei, guardando la miopia della classe politica – non parlo di questa specifica stagione di Governo ma di tutta la classe dirigente – non sono troppo ottimista. Servirebbe un cambio di passo importante nella visione di come gestire il lavoro, l’educazione dei giovani e il loro futuro.

Mediamente in Toscana, lo stipendio dello stagista full-time è di 500 euro mensili, così come in Abruzzo e Campania. Per quanto riguarda la Valle d’Aosta, la Sardegna, il Piemonte e la Basilicata, quesa cifra è di 600 euro mentre in Veneto, Umbria e Puglia ammonta a 450 euro al mese. Perché se la politica è così spaventata dalla fuga di cervelli fa poco o nulla per risolvere la questione?

Gli stage di questo tipo spesso nascondono lavoro subordinato. Tollerare questi abusi è indecente, servirebbero ispezioni di massa e interventi normativi decisi.

Il salario minimo è la soluzione per tutelare i giovani che entrano nel mondo del lavoro? Se sì perché, se no quale può essere allora un’alternativa?

Il salario minimo non tutela i giovani, è un principio – anche giusto – che difficilmente cambierebbe la vita delle persone. I giovani hanno bisogno di essere rispettati mediante contratti che rispettino tutti i loro diritti: non si può tollerare che siano costretti ad accettare delle mance e dei contratti irregolari.

Che consiglio darebbe a un giovane che si trova a dover affrontare il mondo del lavoro in qualità di assistente universitario o dottorando sottopagato?

Se fosse mio figlio, gli consiglierei di cambiare settore. Ma sbaglierei, perché non bisogna arrendersi: quindi, cari dottorandi e assistenti, continuate a coltivare i vostri sogni, cercando di lottare per i diritti che vedete calpestati.