Home Economy Lollobrigida e l’autarchia dei formaggi. Ma che cacio dice, ministro?

Lollobrigida e l’autarchia dei formaggi. Ma che cacio dice, ministro?

Lollobrigida e l'autarchia dei formaggi. Ma che cacio dici?

Perché leggere questo articolo? Il ministro Lollobrigida vuole il formaggio italiano nei menu dei ristoranti. Arriva una toppa forse peggio del buco. E i social si scatenano.

Sto facendo un ragionamento con la ristorazione, sia con Confcommercio che Confesercenti. Vorrei imporre un piatto dedicato al formaggio nei menu degli esercizi di ristorazione. Non il formaggio che accompagna, ma il formaggio che è il piatto, ricalcando un po’ il modello francese”. Parola del ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida. Lo ha detto a Vinitaly. Potremmo fermarci qui. Ma la querelle è continuata, con una toppa peggiore del buco.

Lollobrigida e i formaggi, una storia italiana (e surreale)

È questa, dunque, la nuova proposta di Francesco Lollobrigida. L’idea sarebbe quella di ricalcare un po’ il modello francese, per valorizzare questo prodotto e far crescere ulteriormente la filiera. La proposta del ministro è emersa nel corso di una visita allo stand Gambero Rosso in occasione del salone internazionale Vinitaly a Verona. Durante l’intervista con Marco Mensurati, direttore della testata specializzata in enogastronomia, Lollobrigida ha spiegato come: “Questa idea porta con sé un aumento del valore: fa crescere la filiera, alza il valore del latte, un po’ come è avvenuto con Grana e Reggiano”.

Risale a settembre il protocollo d’intesa fra l’Associazione Formaggi Italiani Dop e Igp e la Federazione Italiana Pubblici Esercizi presentato al Ministero per la valorizzazione delle Dop e una corretta evidenziazione delle produzioni certificate nei menu della ristorazione. Fra le linee guida proposte quella del ritorno nei ristoranti del carrello dei formaggi. Mezzo ideale grazie al quale il cliente sceglie tra una nutrita offerta di formaggi aiutato dai consigli del ristoratore, esattamente come succede quando si sceglie sulla carta dei vini una bottiglia facendosi guidare nella scelta dal sommelier.

La toppa peggiore del buco (e l’Emmental non c’entra)

Una boutade del ministro? Manco per sbaglio. Lo conferma la risposta – decisa, a tratti piccata, quasi indefettibile – che Lollobrigida affida a Gambero Rosso. “Caro Direttore, leggo questa mattina sul vostro portale un articolo dal titolo Le mozzarelle di bufale allungano la vita firmato dalla stessa redattrice che ha riportato la mia presunta volontà di rendere obbligatorio nei ristoranti un piatto dedicato ai formaggi. Non so se le mozzarelle, straordinario alimento, davvero sortiscano questo effetto ma certo la suggestione del titolo mi ha fatto riflettere sull’uso comune attribuito ai giornalisti che valorizzano le “bufale”. Ho apprezzato la sua volontà di approfondire la questione che pure mi sembrava, nel nostro breve incontro a Vinitaly, sufficientemente chiara. Certamente potrà farlo all’assemblea di Fipe-Confcommercio, in programma il 7 maggio prossimo, nella quale, insieme ai ristoratori, presenteremo il protocollo di intesa finalizzato alla valorizzazione dei formaggi”.

“Il titolo dell’articolo del suo giornale – prosegue la replica di Lollobrigida – pubblicato due giorni fa, ha scatenato “l’ilare penna” di alcuni giornalisti che probabilmente, abituati a quello che scrivono, non hanno ritenuto necessario leggerne il contenuto, immaginando non sarebbe uscito nulla di rilevante. Invece nel caso specifico avrebbero scoperto che valorizzare i nostri formaggi anche nella ristorazione, raccontando la provenienza, la storia del latte utilizzato, l’arte casearia che c’è dietro, significa difendere reddito e lavoro.

Lollobrigida e i formaggi, i social si scatenano

Non è bastata la smentita di Lollobrigida per frenare la valanga di meme sui social. Quando è arrivata la smentita, sui social lo sfottò era già partito. Nei Meme, il ministro viene ritratto in vari fotomontaggi, parecchi con citazioni cinematografiche. Come la locandina di “L’uomo che sussurrava ai cavalli” che diventano caciocavalli. O quella de “Il Padrino”, che diventa tomino. E via anche con “Parmigiano, mio parmigiano” con la scena madre del film “L’attimo fuggente». Il ministro torna virale sui social, per una figura da peracottaro.