Home Economy La corsa spaziale di Leonardo, pivot del “partito atlantico”

La corsa spaziale di Leonardo, pivot del “partito atlantico”

La corsa spaziale di Leonardo, pivot del “partito atlantico”

È la tredicesima impresa di difesa del mondo, la terza più grande d’Europa. Leonardo, ex Finmeccanica, non ha bisogno di troppe presentazioni. Stiamo parlando di uno dei fiori all’occhiello dell’economia italiana, di un player sistemico attivo nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza, nonché pivot della presenza di Roma in Europa e nei mercati atlantici. Il principale azionista è il Ministero italiano dell’Economia e delle Finanze, che possiede una quota di circa il 30%, seguito da vari investitori istituzionali (50,8%), investitori individuali (17,2%), azioni proprie (0,6%) e un generico altro (1,2%). Dai dati relativi al 2020, ha un fatturato di 13,7 miliardi di euro con un utile di 243 milioni e quasi 50mila dipendenti.

Leonardo, un’evoluzione sistemica con radici agli inizi del ‘900

Prima di analizzare i risvolti geopolitici e il ruolo internazionale di Leonardo, è importante tracciarne un breve e sintetico profilo storico per inquadrare il soggetto nell’attualità. Dal 1948 al 2016 era nota come Finmeccanica e nel 2016 aveva assunto la denominazione Leonardo-Finmeccanica. Le sue radici sono molto più antiche, in quanto molte aziende confluite nel gruppo hanno origini che risalgono ai primi del ‘900.

Possiamo individuare la fase numero uno della storia di Leonardo nell’immediato secondo dopoguerra, quando l’intera industria italiana versa in condizioni critiche. L’allora Finmeccanica, fresca holding di Stato creata dall’IRI, ha il compito di ridare futuro a ciò che restava di quelle imprese. I risultati sono subito soddisfacenti, tanto che l’azienda è protagonista assoluta della rapida industrializzazione dell’Italia collocabile negli anni ’60 nel settore automobilistico e in quello termo-elettro-meccanico. La crisi energetica del 1973 scuote l’economia mondiale, e pure la futura Leonardo ne assapora gli effetti. Finmeccanica attua una revisione della propria politica industriale, rinunciando alle attività più marginali. Tra gli anni ’80 e ’90 Finmeccanica si apre a molteplici acquisizioni, tanto nazionali che internazionali. All’alba del nuovo millennio, l’impresa ha focalizzato il suo business in tre aree: sicurezza, difesa e aerospazio. Il gruppo, sempre più grande, inizia a dotarsi di un concreto profilo internazionale, tanto come presenza industriale diretta che come partecipazione a più programmi di sviluppo. Gli ultimi jolly giocati da Finmeccanica per mitigare gli effetti della crisi del 2009 sono le partnership nei mercati emergenti ad alto potenziale, la ristrutturazione di alcuni segmenti di business e la dismissione dei settori no core. Il processo di cambiamento culmina con la One Company e il nuovo nome Leonardo.

Settori di interesse, sussidiarie e joint venture

Leonardo opera in quattro differenti settori: aeronautica, elicotteri, spazio, cyber security. Per quanto riguarda l’aeronautica, l’azienda produce velivoli militari e civili, ma anche aeromobili a pilotaggio remoto di nuova generazione, mentre nel campo degli elicotteri gestisce, tra le altre cose, progettazione, sviluppo, collaudo, produzione, supporto e commercializzazione di un’ampia gamma di mezzi per usi commerciali, di pubblica utilità, di sicurezza e per la difesa. Non è finita qui, perché Leonardo costruisce sistemi per la difesa, l’aerospazio, la sicurezza e la protezione delle informazioni, delle infrastrutture e del territorio. Telespazio, controllato al 67% da Leonardo, è tra i principali operatori nella gestione di satelliti e nei servizi satellitari di osservazione della Terra, navigazione, connettività integrata e a valore aggiunto. In campo internazionale, Leonardo vanta siti dislocati in una ventina di Paesi, mentre le nazioni utilizzatrici di sistemi e servizi forniti dal gruppo sono circa 150; attività produttive e basi industriali sono concentrate per lo più in Regno Unito, Polonia e Stati Uniti.

Leonardo: focus su sussidiarie e joint venture del gruppo

Last but not least, per toccare con mano il profilo globale di Leonardo è interessante dare uno sguardo alle sussidiarie e joint venture del gruppo. Leonardo DRS progetta e produce prodotti, servizi e supporto integrati per Forze militari, agenzie di intelligence e per i principali contractor della difesa in tutto il mondo; Leonardo International unisce in un’unica entità le società interamente di proprietà di Leonardo e le filiali, presenti in 22 Paesi; Vitrociset si occupa di sistemi complessi, safe e mission critical, che garantiscono i più elevati standard di qualità, sicurezza e affidabilità; Leonardo Logistics provvede a servizi di logistica industriale, la gestione ottimizzata dei trasporti; Telespazio (67% Leonardo, 33% Thales) si occupa invece di sistemi spaziali, gestione dei servizi di lancio, controllo satellitare dell’orbita e del segmento di terra; servizi di osservazione della Terra, comunicazioni integrate, navigazione satellitare e localizzazione, programmi scientifici; Thales Alenia Space (67% Thales, 33% Leonardo) di di sistemi satellitari ad alte prestazioni nel settore civile e della difesa per telecomunicazioni, monitoraggio dell’ambiente e del clima terrestre.

E ancora: MBDA (37,5% Airbus, 37,5% BAE Systems, 25% Leonardo) sviluppa missili e sistemi missilistici per qualsiasi tipo di piattaforma e per i principali settori di mercato; ATR (50% Leonardo, 50% Airbus) è leader mondiale nella produzione di due versioni di velivoli regionali bimotore turboelica, l’ATR 72 da 70 posti e l’ATR 42 da 50 posti; Elettronica (31,33% Leonardo) gestisce sistemi di sorveglianza strategica, autodifesa e sistemi di attacco elettronico; Avio (29,63%) produce lanciatori spaziali, nonché di sistemi di propulsione a combustibili solidi e liquidi per missili tattici; infine Larimart (60% Leonardo) si occupa di soluzioni e apparati di utente di sistemi C4 per la Sicurezza, la Difesa e l’Emergenza impiegabili in ogni contesto operativo.

La pista atlantica di Leonardo

Negli ultimi anni, sotto la direzione dell’attuale ad Alessandro Profumo e le presidenze dell’ex autorità delegata alla sicurezza della Repubblica Gianni de Gennaro (prefetto ed ex capo della Polizia, 2013-2020) e dell’ex direttore dell’Aise Luciano Carta (2020-in carica), Leonardo ha costruito sull’asse atlantico la maggior parte dei suoi affari. Il gruppo di Piazzale Montegrappa rappresenta il più importante esponente del “partito atlantico” all’interno del sistema della Difesa italiana. Leonardo, infatti, attraverso politiche mirate e cambi di management sta gradualmente orientando il core business dei suoi affari in direzione di una maggiore sinergia con Stati Uniti, Canada e Regno Unito nel contesto dell’Alleanza Atlantica, compiendo scelte che condizioneranno in maniera importante le direttrici del governo italiano, impegnato a mediare tra la necessità di giocare un ruolo di punta nella nascente Difesa europea e quella di coltivare i rapporti con gli alleati Nato nella sede dell’organizzazione multilaterale.

Leonardo, un ruolo da prime contractor negli Stati Uniti

L’affare completato a settembre 2018 che ha portato a un appalto da 2,4 miliardi di dollari per 84 elicotteri da trasporto Aw-139 ha garantito all’erede di Finmeccanica un ruolo da prime contractor negli States; lo stesso anno l’acquisto della filiale canadese di Maxar e, soprattutto, l’ampliamento della partecipazione al programma NorthStar Earth & Space, la piattaforma di servizi di informazione globale e che monitorerà la Terra e lo spazio, sono state presupposto del legame di Leonardo ai progetti di Artemis, il piano americano per la corsa alla Luna, di cui l’Italia sarà partner con importanti contratti. Infine, dal 2019 Profumo ha incassato sia dal primo che dal secondo governo Conte l’impegno dell’Italia a partecipare al progetto per il caccia di sesta generazione Tempest nel consorzio guidato dal Regno Unito, sottolineando che avionica, elettronica e integrazione dei sistemi sono i terreni operativi in cui, sulla scia dell’eccellente lavoro svolto per il Typhoon, l’erede di Finmeccanica potrebbe giocare il ruolo decisivo nel piano in via di sviluppo. Una scelta industriale chiara e netta che porta con sé precise indicazioni geopolitiche e strategiche sulle alleanze di riferimento di un sistema-Paese che nell’ex Finmeccanica ha uno dei suoi gioielli.