Home Economy Dopo il crollo del ponte a Baltimora Maersk regge in Borsa (con scossoni…)

Dopo il crollo del ponte a Baltimora Maersk regge in Borsa (con scossoni…)

Il ponte crolla, Maersk in borsa regge (con scossoni...)

Incubo “contagio” scongiurato per Maersk, dopo che le prime ore seguite all’incidente del Francis Scott Key Bridge di Baltimora, in Maryland, avevano fatto pensare a rischi per il coinvolgimento della compagnia nell’incidente. Nelle riprese del contatto della nave “Dali” col ponte, che ne causa di fatto la distruzione, appariva chiara la presenza di container della Maersk e questo ha causato un tam-tam borsistico che nella giornata del 26 marzo ha causato un tonfo di A.P. Moeller Maersk, l’azienda che controlla il colosso dei trasporti marittimi di Copenhagen.

L’azione del gruppo danese è scivolata di circa il 6% nelle prime ore dopo il crollo del ponte. Il rischio di perdite di vite umane, con i sei dispersi non rintracciati nelle auto finite dal ponte nel fiume Patapsco che si ritiene siano morti, si è aggiunto al danno d’immagine. Che però le comunicazioni del gruppo hanno contribuito a far rientrare.

Maersk si riprende dopo il crollo del ponte

La “Dali”, la nave autrice dello scontro, sarebbe stata sì prenotata da Maersk per portare suoi carichi, ma non operata direttamente. La compagnia gestrice sarebbe stata Synergy Marine e Maersk non avrebbe personale a bordo sul cargo, secondo quanto ricostruito dalla testata specializzata in trasporti Lloyd’s List. Per la quale “le riprese video pubblicate online indicano che la nave aveva alcuni problemi meccanici appena prima di colpire il ponte. Si possono vedere le luci sulla nave spegnersi, accendersi e poi spegnersi di nuovo appena prima che la nave colpisca la colonna di supporto del ponte. Si specula sulla qualità del carburante”.

Il nodo logo

Maersk non è sprofondata dopo il -6% di apertura seduta del 26 marzo e al 27 marzo ha riassorbito buona parte della perdita delle prime ore: è a -1,7% sul valore di 9.104 dollari ad azione toccato a fine seduta del 25 marzo. L’effetto-panico, in quest’ottica, è stato in larga-parte contenuto dopo che sulla tragedia si è iniziato a far chiarezza.

Il dato di fatto dell’emotività intrinseca alla vendita massiccia del titolo Maersk appena le immagini mostravano il logo della società di container spiega, però, quanto l’emotività pesi sulle decisioni di mercato. È bastato vedere il logo Maersk per causare un terremoto borsistico senza prove certe. E questo resta come dato d’analisi da non scordare.