Home Economy Don’t Look Up, lo strapotere di Netflix per “l’Armageddon di sinistra”

Don’t Look Up, lo strapotere di Netflix per “l’Armageddon di sinistra”

Don’t Look Up, lo strapotere di Netflix per “l’Armageddon di sinistra”

Goodbye botteghino. Ormai il successo dei film si misura col numero di ore visualizzate. È il nuovo cinema VPN: svuota le sale cinematografi per offrire un vasto palinsesto online agli ex-spettatori, trasformatisi in utenti abbonati. Più di ogni altra cosa, i nuovi colossi online del cinema offrono cachet stellari alle star delle proprie produzioni. Don’t Look Up è l’ultima conferma.

Don’t Look Up, 110milione di ore di visualizzazione nei primi 3 giorni

Come per È stata la mano di Dio di Sorrentino, il film è uscito per una brevissima parentesi in alcune sale cinematografia in America, per poi venire lanciato in pompa magna il 24 dicembre su Netflix. Nei primi tre giorni Don’t Look Up ha accumulato oltre 110 milioni di ore di visualizzazioni. Solamente Red Notice – action-commedy sempre di Netflix e di quest’anno con Dwayne Johnson, Ryan Reynolds ed Ed Sheeran – ha conosciuto un weekend d’esordio migliore in termini di monte ore visite.

Una farsa apocalittica per Adam McKay, che non sbaglia un colpo

L’ultimo film di Adam McKay – regista di Anchorman, Vice e La grande scommessa con cui ha vinto l’Oscar alla miglior sceneggiatura non originale – ha collezionato 4 candidature ai Golden Globe e critiche molto divergenti. La trama prevede un originale disaster movie a cavallo tra fantascienza e satira: una cometa è in procinto di abbattersi sulla Terra e annientare l’umanità, nel generale disinteresse di chi dovrebbe provare a prevenire il disastro. Una farsa apocalittica che quasi tutti hanno associato alla metafora del disastro climatico in atto, mentre alcuni critici hanno allargato il discorso a una più generica incapacità dell’uomo di affrontare qualsiasi tipo d’emergenza: non solo pandemica, l’ironia grottesca si abbatte sui meccanismi sociali, psicologici, politici e mediatici che si sviluppano di fronte a un problema ad ogni livello.

Don’t Look Up, le recensioni nel mondo: “Un Armageddon di sinistra”

Messianico e tagliente” per chi ha recensito il probabile film dell’anno – stando a Le Monde e ai giudizi della maggioranza del pubblico che ha complessivamente dato una valutazione che si aggira sull’otto – “intricato, pasticciato e arrogante” per alcune autorevoli critiche – per Variety è “un intricato Armageddon di sinistra”; per Wall Street Journal “avrebbe potuto essere divertente, se solo fosse stato girato con un po’ di rispetto per la nostra intelligenza e con la voglia di fare satira pungente anziché superficiale nichilismo”; mentre per l’Ecomomist è “lungo e lento, così come lo sono molti film di Netflix”.

Lo strapotere di Netflix: budget a 75 milioni, salito a 110

Indipendentemente dalla critica, Don’t Look Up sancisce ancora una volta lo strapotere di Netflix e degli altri colossi streaming sul mercato cinematografico. Il film aveva un budget iniziale di 75 milioni di dollari, che è ampiamente sfiorato: sarebbe costato circa 110 milioni.

Quanto hanno guadagnato Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence

Solamente i due attori protagonisti, Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence, hanno intascato 55 milioni: rispettivamente 30 alla star di The Ravenant e 25 all’attrice de Il lato positivo – non sono mancate polemiche circa il gender pay gap di 5 milioni tra i due attori principali. Oltre alla condivisione delle tematiche ecologiste e all’avversione a certi media politicamente orientati, è abbastanza semplice ipotizzare che alla creazione del cast stellare del film – che comprende Meryl Streep, Cate Blanchett, Jonah Hill e Ariana Grande – abbia contribuito il cachet faraonico per gli attori.

Streaming: un miliardo di abbonati nel mondo

Cifre astronomiche che, conti alla mano, Netflix, Amazon e Disney possono permettersi. La pandemia ha certamente contribuito alla diffusione delle piattaforme streaming: complessivamente gli abbonati nel mondo hanno superato il miliardo, secondo il report annuale della Motion Picture Association of America.

La classifica: Netflix, Prime Video, Disney+

L’associazione dei produttori cinematografici a stelle e strisce ha stilato una classifica delle sottoscrizioni nel settore a lei concorrenziale: in testa c’è proprio Netflix con oltre 200 milioni di abbonati, seguita dai 150 milioni di Prime Video, chiude il podio Disney+ coi suoi 100 milioni di sottoscrizioni a nemmeno due anni dal lancio della piattaforma.

I dati italiani

Nel nostro paese il podio è invariato: Netflix 3 milioni e 800mila abbonati, Prime 2 milioni e 3, Disney+ che sfiora il milione. Una crescita che ha stimolato enormi profitti nel fatturato delle tre aziende. I 25 miliardi di dollari per Netflix nel 2020 sono solo la punta dell’iceberg; Disney+ è la perla dell’impero creato da Walt e suo fratello Roy, una multinazionale che a inizio 2021 ha dichiarato oltre 17 miliardi di fatturato; nulla a che vedere con la compagnia di Jeff Bezos – il secondo uomo più ricco del pianeta dietro a Elon Musk – che nel primo trimestre di quest’anno ha dichiarato 108 miliardi di fatturato.

Cifre astronomiche in grado di attirare tutte le stelle, dai cinema alle piattaforme streaming. Botteganti e normali case di produzione: non guardate su!