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Apple, cosa non torna nella terza multa più salata della storia Ue

Apple UE

Perché leggere questo articolo? La Commissione europea ha multato Apple per oltre 1,8 miliardi di euro. L’accusa è di abuso di posizione dominante sul mercato delle app di streaming musicale. L’indagine è partita con un reclamo di Spotify (che ha sede in Ue) che accusa Apple di applicare restrizioni agli sviluppatori di app, impedendo loro di informare gli utenti iOS sui servizi alternativi al di fuori del proprio App Store. Apple annuncia ricorsi, anche perchè al momento non è dominante nel settore. 

Dopo cinque anni è arrivato il primo verdetto. Ed è storico: la Commissione Ue ha comminato la terza multa più salata della sua storia. A subirla è un colosso tale da non doverne risentire. Ma qualcosa nella causa intentata contro Apple non torna. Il colosso statunitense della musica si è visto infliggere una multa da 1 miliardo e 840 milioni di euro. I quasi due miliardi di dollari di sanzione arrivano dopo una lunga indagine delle autorità antitrust dell’Unione europea. Iniziata con un reclamo ufficiale di Spotify. Che ha sede in Ue…

Il caso Apple-Ue

Tutto è partito da Spotify che ha presentato nel 2019 un reclamo formale. Da quel momento Bruxelles ha indagato se Apple abbia effettivamente impedito alle app di informare gli utenti iPhone su alternative più economiche per accedere ad abbonamenti musicali al di fuori dell’App Store, violando quindi le leggi sulla concorrenza dell’UE. I risultati di questa indagine hanno portato la Commissione ad accusare l’azienda californiana di abusare della sua posizione di potere e di vietare le sue “condizioni commerciali ingiuste” per quanto riguarda le sue politiche di abbonamento ai servizi musicali.

In un comunicato stampa di lunedì , la Commissione Europea ha dichiarato che la sua indagine ha rilevato che “Apple vieta agli sviluppatori di app di streaming musicale di informare pienamente gli utenti iOS sui servizi di abbonamento musicale alternativi e più economici disponibili al di fuori dell’app”, oltre a impedire ai fornitori di app di condividere istruzioni. su come iscriversi a tali offerte.

“Per un decennio, Apple ha abusato della sua posizione dominante nel mercato della distribuzione di app di streaming musicale attraverso l’App Store”, ha affermato Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva responsabile della politica di concorrenza. “Lo hanno fatto impedendo agli sviluppatori di informare i consumatori sui servizi musicali alternativi e più economici disponibili al di fuori dell’ecosistema Apple. Ciò è illegale secondo le norme antitrust dell’UE, quindi oggi abbiamo multato Apple per oltre 1,8 miliardi di euro”.

Cosa non torna della vicenda

Il punto è che, dati alla mano, Apple è tutt’altro che dominante sul mercato. Come mostra la replica piccata di Apple: “Oggi la Commissione Europea ha annunciato una decisione secondo cui l’App Store rappresenta un ostacolo alla concorrenza nel mercato della musica digitale. La decisione è stata presa nonostante l’incapacità della Commissione di scoprire prove credibili di danni ai consumatori e ignora la realtà di un mercato fiorente, competitivo e in rapida crescita”.

Non è mancata il riferimento alla società svedese: “Il principale sostenitore di questa decisione – e il più grande beneficiario – è Spotify. Azienda che controlla la più grande app di streaming musicale al mondo e ha incontrato la Commissione europea più di 65 volte durante questa indagine. Oggi Spotify detiene una quota del 56 per cento del mercato europeo dello streaming musicale – più del doppio di quella del suo concorrente più vicino – e non paga nulla ad Apple per i servizi che hanno contribuito a renderli uno dei marchi più riconoscibili al mondo”.

“Gran parte del loro successo è dovuto all’App Store – prosegue la nota di Apple – insieme a tutti gli strumenti e la tecnologia che Spotify utilizza per creare, aggiornare e condividere la propria app con gli utenti Apple in tutto il mondo. Siamo orgogliosi di svolgere un ruolo chiave nel supportare il successo di Spotify, come abbiamo fatto per gli sviluppatori di tutte le dimensioni, fin dai primi giorni dell’App Store”.

Il regolamento antitrust Ue che ha colpito Apple

Quello di Spotify è uno dei pochissimi casi in cui un’azienda europea supera un competitor americano. Per Apple questa è la prima multa antitrust, ma non l’unica grana con le autorità europee. La Ue ha già chiesto a Apple di restituire circa 13 miliardi di euro di tasse non pagate in Irlanda tra il 2004 e il 2014. In più, Apple sta apportando alcune modifiche al suo App Store per conformarsi con il Digital Markets Act, il regolamento europeo sulle piattaforme digitali a cui gli operatori devono conformarsi entro il 6 marzo 2024. Ma 34 compagnie, tra cui di nuovo Spotify, venerdì 1 marzo hanno mandato una lettera alla Ue sostenendo che la serie di modifiche proposta da Apple non è in linea con il regolamento europeo.