Home Economy Addio bollette ogni quattro settimane: non vi rimpiangeremo

Addio bollette ogni quattro settimane: non vi rimpiangeremo

Addio bollette ogni quattro settimane: non vi rimpiangeremo

Perché leggere questo articolo? Le bollette fatturate a quattro settimane, quindi a 28 giorni anziché un mese, erano di fatto una grossa furbata delle compagnie telefoniche. Questa prassi scorrette è finalmente andata in pensione. Per farlo, però, c’è voluta una legge e una lunga causa, terminata ieri. 

Ci è voluta una lunga class action, ma alla fine è davvero finita. Addio a una vera e propria furbata delle compagnie telefoniche ai danni dei consumatori: la bolletta a quattro settimane. Una pratica ricorrente da parte dei principale operatori di telefonia. Sostanzialmente, rinnovano le offerte ai clienti ed effettuano le fatturazioni ogni quattro settimane invece che ogni mese. Questo permette alle aziende di riscuotere 13 mensilità all’anno invece che 12, nonostante propongano un’offerta al mese. Da tempo la politica si era attivata contro questa pratica scorretta, che non era ancora stata del tutto debellata. Fino a ieri.

La class action che ha posto fine alla bolletta a quattro settimane

La Cassazione, con sentenza 4182 depositata il 15 febbraio, mette finalmente un punto alla questione della fatturazione a quattro settimane anziché mensile della telefonia fissa e alla sua illegittimità. L’Associazione Movimento Consumatori, aveva citato in giudizio Telecom per ottenere l’inibitoria dall’utilizzo nei contratti di telefonia fissa, e servizi offerti in abbinamento. Le prime due sentenze nel 2022 avevano fatto scattare il ricorso di Telecom. Che ieri ha definitivamente perso anche in Cassazione.

La Terza sezione civile della Corte d’appello di Milano ha rilevato come “cadenza mensile” fosse di “uso comune”, mentre la fatturazione a 28 giorni incida “negativamente” e in “modo apprezzabile” sulle capacità del consumatore di “valutare il prezzo del servizio” e sulle “possibilità di comparazione”. Così integrando una pratica commerciale scorretta, contraria alla diligenza professionale e lesiva dei diritti dei consumatori.

Una vecchia furbata, che la politica ha provato a contrastare

Quella della bolletta a quattro settimane è una pratica vecchia come il mondo. E, per darle il nome che si merita, è anche una vera e propria furbata che le compagnie telefoniche hanno effettuato sulle tasche dei consumatori. Ieri è arrivata la parola fine, dopo molti anni di tentativi legali ma anche politici. Alla fine del 2017, l’allora governo Gentiloni, per tramite del ministro del Sviluppo Economico, Carlo Calenda – all’epoca dei fatti deputato del Partito democratico – aveva approvato la legge 172, per vietare a operatori telefonici e pay-tv di fatturare a 28 giorni le bollette

La pratica ha consentito di ottenere ricavi più alti di circa l’8,6 per cento rispetto a quelli che si sarebbero prodotti con la fatturazione mensile. La vicenda – che ha poi portato alla legge – si trascinava da tempo e aveva già visto impegnata l’AgCom nel marzo del 2017, quando era stato chiesto alle aziende di tornare alla classica fatturazione mensile. In quel caso le società avevano presentato un ricorso al TAR. La delibera dell’AgCom riguardava gli operatori di telefonia fissa e prevedeva 90 giorni di tempo per adeguarsi. Il passaggio alla fatturazione mensile non era però avvenuto e l’AgCom aveva annunciato multe per Vodafone, Tre, Fastweb e Wind da 1,16 milioni di euro ciascuna.

La bolletta a quattro settimane dura a morire

La legge per vietare a operatori telefonici e pay-tv di fatturare a 28 giorni le bollette, invece che alla fine di ogni mese, non aveva portato ai benefici sperati per i consumatori. A quanto pare molte società si sono rivalse direttamente sui consumatori, aumentando le tariffe. In maniera evidente: hanno aumentato le bollette esattamente dell’8,6% annuo. Così da mantenere i ricavi al livello precedente all’entrata in vigore della legge. A quella prima misura correttiva, a fatto ora seguito la sentenza della Cassazione che sgombera definitivamente il campo da questa pratica scorretta. Per la Suprema corte la condotta contrattuale seguita era in contrasto con i generali principi di correttezza e buona fede nel regime dei contratti. In soldoni, era una gran furbata delle compagnie telefoniche a cui, finalmente, è stata staccata la cornetta.

La sentenza della Cassazione sulle bollette a quattro settimane