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Sostenibilità, l’Italia arranca rispetto agli obiettivi dell’Agenda Onu 2030

Sostenibilità, l’Italia arranca rispetto agli obiettivi dell’Agenda Onu 2030

L’Italia è in seconda posizione in Europa per gli Obiettivi dell’Agenda 2030 in materia di agricoltura e consumo e produzione responsabili, ma penultima su lavorodisuguaglianzepacegiustizia e istituzioni solide. Sotto alla media europea la situazione per contrasto alla povertàeducazioneacquaimprese e infrastruttureterritoricooperazione.

Sostenibilità: Italia indietro su nove obiettivi

È quanto emerge da uno studio pubblicato dall’ASviS che, sulla base di dati Eurostat, ha messo a confronto i 27 Paesi dell’Unione europea in una prospettiva decennale e ha offerto una prima valutazione quantitativa dell’impatto della pandemia sul raggiungimento dei 17 Obiettivi dell’Agenda Onu in Europa.

Dallo studio risulta che nel 2020 (ultimo anno disponibile) l’Italia è al di sotto della media europea per nove Goal (Povertà, Educazione, Acqua pulita e servizi igienico sanitari, Condizione economica e occupazionale, Innovazione, Disuguaglianze, Città e comunità sostenibili, Governance e istituzioni e Cooperazione internazionale), allineata per cinque Goal (Salute e benessere, Parità di Genere, Sistema energetico, Cambiamenti climatici, Ecosistemi terrestri) e al di sopra per due Goal (Alimentazione e agricoltura sostenibili, Modelli sostenibili di produzione e consumo). Non sono disponibili i dati sul Goal 14 relativo alle condizioni dei mari.

Che cos’è l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile

L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, sottoscritta il 25 settembre 2015 da 193 Paesi delle Nazioni unite, tra cui l’Italia, è un piano d’azione per le persone, il Pianeta e la prosperità per condividere l’impegno a garantire un presente e un futuro migliore al nostro Pianeta e alle persone che lo abitano.

L’Agenda globale definisce 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs nell’acronimo inglese) da raggiungere entro il 2030, articolati in 169 Target, che rappresentano una bussola per porre l’Italia e il mondo su un sentiero sostenibile.

Il processo di cambiamento del modello di sviluppo viene monitorato attraverso i Goal, i Target e oltre 240 indicatori: rispetto a tali parametri, ciascun Paese viene valutato periodicamente in sede Onu e dalle opinioni pubbliche nazionali e internazionali.

Alto il numero delle persone a rischio povertà

SCONFIGGERE LA POVERTA’ – L’Italia, quintultima nel 2020, non evidenzia miglioramenti tra il 2010 e il 2020 e si posiziona molto al di sotto della media Ue nell’ultimo anno disponibile, soprattutto a causa di un più alto numero di persone a rischio povertà (20% nel 2020 rispetto al 16,6% dell’Ue).

SCONFIGGERE LA FAME – L’Italia nel 2020 è terza in Europa, registrando anche la quinta miglior variazione (2010-2020) tra le nazioni Ue. Ciò è dovuto principalmente a una maggiore superficie adibita a coltivazioni biologiche (16% nel 2020 a fronte del 9,1 dell’Ue) e a un maggior valore aggiunto nell’agricoltura (2433,5 euro per ettaro nel 2020 rispetto a 1097,1 dell’Ue).

SALUTE E BENESSERE – L’Italia si posiziona a livello della media europea nel 2020. In particolare, il nostro Paese registra un più basso numero di posti letto per abitante rispetto alla media Ue, una maggiore aspettativa di vita e un più basso tasso di mortalità preventivabile. Il Goal 3 è tra quelli che hanno subito gli effetti più rilevanti nel primo anno di pandemia: circa due terzi degli Stati mostrano variazioni negative tra il 2019 e il 2020, mentre circa la metà dei 27 Paesi analizzati erode i miglioramenti misurati nel corso degli ultimi 10 anni.

Su acqua e servizi igienico-sanitari regrediamo rispetto al 2010

ISTRUZIONE DI QUALITA‘ – L’Italia, mostrando miglioramenti in linea con la media europea tra il 2010 e il 2020, nell’ultimo anno disponibile si conferma ancora lontana dalla stessa. Ciò principalmente a causa di un tasso inferiore di laureati (28,9 contro 40,5% dell’Ue nel 2020) e del numero di persone che al massimo hanno completato la scuola secondaria di primo grado (37,1 a fronte del 21% nel 2020 per l’Ue).

PARITA’ DI GENERE –  Irlanda e Italia registrano l’andamento migliore, grazie all’aumento delle laureate nelle discipline Stem per l’Irlanda (+13,9 punti percentuali) e a quello delle donne che lavorano in posizioni manageriali per l’Italia (+31,6 punti percentuali). Un dato interessante sul nostro Paese, dove il più basso tasso di occupazione femminile (52,1% contro 66,1% dell’Ue nel 2020) è compensato da un minore divario salariale di genere (4,2% contro 13% per l’Ue).

ACQUA PULITA E SERVIZI IGIENICO-SANITARI – Critica è la situazione dell’Italia, che nel 2019 regredisce rispetto al livello misurato nel 2010, allontanandosi ulteriormente dalla media Ue a causa di un più alto livello di sfruttamento delle acque e ad un più basso livello di trattamento delle acque reflue.

ENERGIA PULITA E ACCESSIBILE – L’Italia evidenzia nel decennio miglioramenti in linea alla media e si mantiene, nel 2020, ad un livello poco superiore ad essa misurando da un lato una più alta produttività dell’energia (10,3 contro 8,6 euro per kg di petrolio equivalenti dell’Ue nel 2020), ma dall’altro una più bassa quota di energia da fonti rinnovabili (20,4 contro 22,1% dell’Ue nel 2020).

Al penultimo posto per lavoro dignitoso

LAVORO DIGNITOSO E CRESCITA ECONOMICAL’Italia evidenzia grandi criticità, assestandosi, nel 2020, al penultimo posto in Europa e molto distante dalla media europea: una più alta quota di part time involontario (5,1 contro 2,5% dell’Ue nel 2020), di Neet (23,3 contro 13,7% dell’Ue nel 2020) e un più basso tasso d’occupazione (61,9 rispetto al 71,7% dell’Ue nel 2020).

IMPRESE, INNOVAZIONE E INFRASTRUTTURE – L’Italia, nel 2020, migliora il proprio livello del 2010 con un’intensità inferiore rispetto alla media europea, confermandosi ancora distante da quest’ultima. Tali criticità sono dovute principalmente a una più bassa quota di connessioni a banda larga (33,7% a fronte del 59,8% dell’Ue nel 2020) e di risorse specializzate in scienze e tecnologie (38% contro il 48% dell’Ue nel 2020).

RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE – L’Italia è molto lontana dalla media europea, posizionandosi al penultimo posto tra i membri Ue. Tale situazione è spiegata principalmente da una più bassa ratio tra tasso di occupazione giovanile e totale (67,7% contro 84,8% dell’Ue nel 2020) e una maggiore disuguaglianza nella distribuzione del reddito (in Italia nel 2020 il 20% più ricco della popolazione ha 6,1 volte un reddito maggiore rispetto al 20% più povero, a fronte del 5,2 della media Ue).

CITTA’ E COMUNITA’ SOSTENIBILI – L’Italia nel 2019 registra sostanzialmente lo stesso livello del 2010, mantenendosi al di sotto della media Ue a causa di una più alta quota di persone che vivono in condizioni di sovraffollamento (28,3% contro 17,1% in Ue nel 2019).

CONSUMO E PRODUZIONE RESPONSABILI – L’Italia si posiziona, nel 2020, sopra al livello medio europeo e al secondo posto dietro solo all’Olanda grazie ad un più alto tasso di circolarità della materia, (21,6% contro 12,8% in Ue nel 2020), a una maggiore produttività delle risorse e ad un più basso consumo di materia pro-capite.

LOTTA CONTRO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO – L’Italia nel 2020 si posiziona sopra la media europea registrando una variazione 2010-2020 leggermente migliore rispetto a quella misurata per l’Europa. In Italia le emissioni di gas serra, nel 2020, sono pari a 5,7 tonnellate pro-capite a fronte delle 7,1 della media Ue.

Bassa quota di utilizzo dell’e-government

VITA SULLA TERRA – La variazione negativa dell’Italia tra il 2010 e il 2020 è poco inferiore rispetto a quella media europea, tuttavia il nostro Paese si assesta ancora al di sotto della media Ue: l’Italia registra una minore copertura forestale e una maggiore copertura di suolo, ma, nell’ultimo decennio, ha impermeabilizzato meno suolo rispetto alla media europea.

PACE, GIUSTIZIA E ISTITUZIONI SOLIDE – Situazione negativa anche per l’Italia che si attesta, nel 2020, al penultimo posto in Europa, molto distante dal dato medio a causa principalmente di una maggiore durata media dei procedimenti civili e commerciali (527 giorni nel 2018 rispetto ai 297 della media Ue) e di una più bassa quota di individui che utilizza servizi di e-government (17% contro 38% dell’Ue).

PARTNERSHIP PER GLI OBIETTIVI – L’Italia nel 2020 peggiora con un’intensità maggiore rispetto alla media Ue, principalmente a causa dell’aumento del debito pubblico (155,6% rispetto al 90,1% della media Ue nel 2020).

Il commento di Marcella Mallen, presidente Asvis

Marcella Mallen, presidente Asvis, in una intervista ha commentato: «La condizione del nostro Paese è ancora critica, e se non interverremo con cambi di passo decisi non raggiungeremo gli Obiettivi dell’Agenda 2030 nei tempi concordati in sede Onu. Il programma Next Generation Eu a livello europeo e l’adozione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza promosso dal Governo ci hanno dato qualche speranza. Anche il contesto privato è sicuramente cambiato. Nelle imprese è cresciuta la convinzione che bisogna guardare al benessere degli stakeholder, e quindi anche dei dipendenti, dei consumatori e delle comunità locali; inoltre, nel settore privato è ormai diffusa l’idea di reagire (e agire) con rapidità, assumendo i vantaggi di cui chi si muoverà per primo beneficerà durante la transizione ecologica e digitale. Anche la finanza sostenibile ha compiuto numerosi passi in avanti, con una crescente attenzione agli aspetti etici e di sostenibilità. Ma bisogna fare di più: far crescere nella società, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per il futuro dell’Italia e per diffondere la cultura della sostenibilità.

 

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