L’arma segreta di Putin

L’arma segreta di Putin

Mentre tutti parlano del pandoro di Chiara Ferragni io vorrei parlare di un tema ormai finito nel dimenticatoio. Abbiamo promesso all’Ucraina di sostenerla. Di loro non si ricorda più nessuno. Eravamo addirittura disposti a cuocere gli spaghetti spegnendo il gas per metterla in quel posto all’orrendo Putin. E invece addio, cavoli vostri. Avessero fatto così gli americani con noi a quest’ora ci sarebbe davvero ancora il fascismo in Italia, e invece fortunatamente ci troviamo solo dei gruppi di memoria antifascista (il male minore). Noi gli ucraini li abbiamo già dimenticati. E con loro, sepolti dai pandori di Ferragni, dalle liti a ballando con le stelle, dal campionato di calcio (quello c’è sempre), dalla manovra, dalla quinta rata del Pnrr, dal Mes, dal Punt-e-Mes, dal cotechino eccetera, stanno per finire anche gli israeliani e l’orrore che hanno subito in quello che è stato un eccidio.

Con il tempo, tutto si scolora. Ma Putin resta una minaccia

Tutto diventa palude, col tempo. Tutto scolora, e cambia colore. Non sembra più così importante che ci sia una guerra nel cuore dell’Europa. Putin non sembra più così pericoloso. Invece lo è, e per un motivo molto semplice. I russi non sono come noi. La loro vera arma segreta non è un missile, ma la testardaggine. Qualcosa che dovremmo acquisire al più presto.