Home L'editoriale di Fabio Massa - Cruditè La privacy in Italia non esiste

La privacy in Italia non esiste

La privacy in Italia non esiste

In Italia è normale recuperare antichi appunti investigativi, roba che non è finita in nessun processo o se è stata appunto “processata” è stata bollata come spazzatura. Tutto questo viene recuperato e buttato sui giornali per diffamare questo o quello. Ricordo un servizio televisivo su Attilio Fontana che di fatto era costruito così: Fontana è stato indagato per questo quando era sindaco di Varese. Seguono cinque minuti di porcherie (presunte) di Fontana. Finale: però è stato assolto. E ancora: poi è stato indagato per questo. Seguono altri cinque minuti porcherie (presunte). Finale: però è stato assolto. E via discorrendo. In Italia è normale che atti secretati, che vorrebbe dire che sono segreti, vengano resi pubblici. Attenzione! Non si tratta di atti secretati perché lo Stato ci nasconde le cose, ma sono secretati perché non essendo stati confermati ma oggetto di indagine, quindi non si sa se sono veri, non è opportuno renderli noti perché si farebbe un danno alle persone coinvolte. Ecco, in Italia vengono tranquillamente resi noti.

In Italia c’è stato un portavoce del consiglio dei ministri, di sinistra (perché non solo la destra è vittima di queste infamie) che venne messo sulla graticola perché fotografato da dietro mentre parlava con una prostituta per poi allontanarsi senza averla presa a bordo della sua auto. Rilevanza? Zero. In Italia nel 2008 sono stati pubblicate le dichiarazioni dei redditi di tutti gli italiani. Tutti. In Italia c’è stato un periodo in cui un apparato illegale registrava tutte le telefonate degli italiani, e spiava a profusione. Ecco, questa è l’Italia. Ora vedete voi se il problema è la foto di una magistrata in prima fila a un corteo, oppure se quella foto è una parte infinitesimale di una barbarie assai più diffusa. Da noi in Italia la privacy non esiste.