Home L'editoriale di Fabio Massa - Cruditè I 15 minuti di celebrità di Alberto Grandi

I 15 minuti di celebrità di Alberto Grandi

I 15 minuti di celebrità di Alberto Grandi

C’è un detto che recita: “Ogni giorno si sveglia un matto diverso e dice la sua”. Perché dice la sua? Per ottenere i famosi 15 minuti di celebrità. E allora, dai, parliamo anche noi di questo tale Alberto Grandi, mantovano, professore universitario, che ha avuto la bella idea di dire a uno dei più celebri giornali al mondo, ovvero il Financial Times, una serie di cose del tipo che il Parmigiano vero lo fanno in Winsconsin, che i nostri nonni mangiavano di merda, che il panettone l’hanno inventato negli anni ‘50 e che se non ci fosse “l’italian sounding”, ovvero la copiatura dei nomi (storpiandoli) modello appunto “parmesan”, andremmo tutti in rovina.

Ovviamente lo fa, novello Burioni, con la stessa spocchia, dicendo che lui è un esperto

Ovviamente lo fa, novello Burioni, con la stessa spocchia, dicendo che lui è un esperto, è un professore universitario, e può farlo. Ovviamente tutti noi siamo dei dementi, perché non abbiamo studiato quel che lui insegna. C’è una differenza però, rispetto al viroligiume vario che ci ha afflitto durante il Covid. Una differenza sostanziale. Là, per pandemie, virus, medicina e vaccini, effettivamente occorreva una formazione specifica e articolata per parlare.

Ma per carità, il bello è che ogni giorno si sveglia un “matto” (sia detto senza offesa) diverso…

Qui, per confutare il fatto che i nostri nonni mangiassero (e dunque cucinassero) di merda, basta aver avuto nonni un po’ anziani. Mia nonna era del 1912, e devo dire che cucinava alla grande i piatti della tradizione. Magari il cucinare di merda sarà stato un problema della nonna del Grandi, non lo so. Ma di certo cercare di buttare un po’ di fango sulla cultura italiana in un momento in cui sul cibo si gioca buona parte del nostro futuro, del nostro export, e pure dunque della nostra economia collettiva, solo per avere 15 minuti di celebrità mi sembra un po’ da poveracci. Ma per carità, il bello è che ogni giorno si sveglia un “matto” (sia detto senza offesa) diverso. Domani tocca a qualcun altro.