Il buon senso e il maltempo

E allora, visto che non si tratta di un colpo di genio, ma di una cosa di assoluto buon senso, perché non si è intervenuto?

Il buon senso non appartiene alla burocrazia della Repubblica Italiana. Il buon senso, quello degli agricoltori e dei padri di famiglia, avrebbe suggerito alle pubbliche amministrazioni di approfittare della siccità per sgomberare canali, tombini, caditoie, rivoli, fiumi e torrenti che – essendo in secca – sarebbero potuti essere puliti senza grossi problemi e con minori costi.

Chiunque l’avrebbe fatto, e non dubitiamo che sia passato per la testa anche a tante amministrazioni pubbliche

Chiunque l’avrebbe fatto, e non dubitiamo che sia passato per la testa anche a tante amministrazioni pubbliche. Il fatto è ancor più importante oggi visto che in Romagna è successo un disastro. E allora, visto che non si tratta di un colpo di genio, ma di una cosa di assoluto buon senso, perché non si è intervenuto? La motivazione è abbastanza semplice. Perché questi lavori di sistemazione si sarebbero dovuti affidare nel giro di giorni, se non di pochissime settimane.

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Eh, già, chi se la piglia la responsabilità?

Nessuno, tranne Iddio, sa quanto dura una siccità. Quindi, affidamenti diretti ad aziende che intervenissero subito. E chi si piglia la responsabilità di affidare qualcosa a qualcuno senza che ci sia stata almeno una delibera per figliare una determina, per figliare una selezione o una gara, che se di importo superiore a un tot deve essere europea (ciao core!), che figliasse una assegnazione, alla quale non fosse opposto ricorso al tar, e magari che non finisse poi in una bella indagine per abuso d’ufficio? Eh, già, chi se la piglia la responsabilità? Nessuno. Non ne vale la pena. O forse sì, a vedere i disastri del maltempo sul nostro Paese, nel quale comanda la burocrazia anche se tutti danno la colpa alla politica.