Home L'editoriale di Fabio Massa - Cruditè Come se ce ne fregasse qualcosa del Rosatellum

Come se ce ne fregasse qualcosa del Rosatellum

regionali enrico letta

Io capisco – e ho anche scritto alcune settimane fa – che Enrico Letta abbia bisogno di “spostare” dalla propria piastrella gli altri due che ci ballano sopra, ovvero il duplex Renzi-Calenda e il Movimento 5 Stelle di Conte. Sono tutti nel campo del centrosinistra e tutti vanno a prendere lo stesso bacino di voti: stessa piastrella, appunto. E infatti Enrico Letta prova, peraltro in maniera un po’ scomposta considerando che i democratici sono il partito più grande del centrosinistra senza ombra di dubbio e dovrebbero stare più tranquilli, ad allargare i gomiti. Un po’ come si fa quando a basket bisogna cercare di prendere un rimbalzo. Il problema è che non ne acchiappa mezza, Enrichetto.

La polemica sul Rosatellum

L’ultima polemica riguarda un tema di sicuro interesse per la cittadinanza italiana, ovvero il Rosatellum. Mi immagino già la scenetta al mercato. Rosache? Michissenefo…! Beh, il Rosatellum è la legge elettorale che prende il nome dal suo estensore, ovvero Ettore Rosato, ai tempi parlamentare del Partito Democratico. Non c’è niente di più respingente come la legge elettorale. E’ una cosa che fa eccitare di brutto gli appassionati, un po’ come le regole del curling o del football americano, ma per nulla la gente comune, alla quale non frega nulla di come si eleggono i parlamentari, ma frega solo di sapere che cosa fanno (o non fanno, delle volte) i parlamentari.

Sarebbe il caso che il PD iniziasse a parlare delle tante proposte che il gruppo dirigente ha elaborato

Comunque, Enrico Letta – che per i sondaggi sta scivolando sotto il 20 per cento – tira fuori questa cosa per la quale la legge elettorale attuale, ovvero il Rosatellum, l’avrebbe fatto approvare Renzi. L’altro, che ha la memoria buona, gli rinfaccia che il Rosatellum l’ha approvato il Pd mentre al governo c’era Gentiloni e non lui. Di certo i Dem quella legge l’hanno votata tutti, giacché Renzi non vale per 500 persone. E l’hanno votata pure gli altri partiti, beninteso. Ma al netto della legge elettorale, che come dicevo non frega niente a nessuno, io non so se è normale che il segretario di un partito che ha approvato una legge che adesso gli torna scomoda perché perderà le elezioni invece di provare a vincerle, le elezioni, con qualche idea vera, se la pigli con le regole del gioco che lui stesso ha voluto. Forse se il Pd invece di parlare di fascismo, legge elettorale e reddito di cittadinanza (che è una bandiera del M5S, mica gliela puoi levare), iniziasse a valorizzare le tante proposte che pure il suo gruppo dirigente ha elaborato, sarebbe una buona cosa e per il Pd e soprattutto per la campagna elettorale che – diciamo così – non è esattamente uno spettacolo entusiasmante.