Home Economy Concessioni balneari, 21mila pagano 2.500 euro l’anno. “Dl Concorrenza? Prima riforma del Demanio”

Concessioni balneari, 21mila pagano 2.500 euro l’anno. “Dl Concorrenza? Prima riforma del Demanio”

Concessioni balneari, 21mila pagano 2.500 euro l’anno. “Dl Concorrenza? Prima riforma del Demanio”

Con la stagione estiva alle battute finali, per le spiagge italiane – almeno per quelle che ospitano stabilimenti balneari in concessione – si prospetta un autunno molto caldo. A preoccupare i gestori è l’intenzione del governo Draghi di affrontare una volta per tutte il tema delle concessioni demaniali: l’esecutivo intende infatti inserire l’argomento nel disegno di legge Concorrenza, per porre fine a una questione che si trascina dal 2006, da quando la direttiva europea Bolkenstein ha imposto l’obbligo di bandire gare per affidare in concessione beni pubblici come appunto le spiagge nazionali.

Balneari, il bilancio 2021: agosto record ma meno 50% turisti stranieri

La stagione 2021 “è andata abbastanza bene”, spiega a True-News Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba-Confesercenti. “Nel mese di giugno si è lavorato più o meno su tutto il territorio, mentre a luglio l’andamento è stato un po’ altalenante, con presenze inferiori alle attese specie nei giorni infrasettimanali. Vista la buona partenza di giugno ci si aspettava più movimento a luglio. Agosto invece ci ha sorpreso in positivo, con presenze anche superiori al periodo pre-pandemia, specialmente nelle due settimane centrali. Questo ci fa dire che è stata una stagione discreta per il sistema balneare”. Nel 2021, aggiunge Rustignoli, “siamo riusciti a lavorare bene e a dare una risposta positiva ai fruitori delle spiagge. Si è lavorato principalmente con il mercato italiano, mentre per quanto riguarda i turisti stranieri si è registrato un miglioramento, anche se siamo ancora lontani dai numeri pre-covid. La risposta migliore è arrivata dagli Stati più vicini, come Francia, Germania, Olanda, Belgio, con i turisti – specialmente tedeschi – che hanno ricominciato a frequentare le nostre località balneari, ma le presenze sono comunque ancora inferiori del 50% rispetto a prima dell’emergenza”.

Rustignoli (Fiba-Confesercenti): “Covid? Norme rispettate”

Anche sul fronte delle norme per contenere i contagi il bilancio di Rustignoli è positivo. “Ritengo che in generale ci sia stato un buon rispetto delle regole anti covid: i fruitori erano informati sul comportamento da tenere e la spiaggia anche nel 2021 ha rappresentato un momento di nuova aggregazione, dove si è ritrovata, almeno in parte, quella normalità che avevamo perso nei mesi precedenti. Le norme in Italia sono state rispettate e anche abbastanza rigidamente, e questo ha permesso di vivere le spiagge in tranquillità”. Con qualche eccezione, come gli stabilimenti dove si ballava di notte, nonostante le discoteche fossero chiuse. “Su questo dobbiamo fare un distinguo”, osserva Rustignoli. “In buona parte dei territori, come in Emilia Romagna, un luogo in cui il divertimento notturno è sempre stato molto importante, non si poteva ballare. Il pubblico spettacolo era vietato: si lavorava quindi con musica di sottofondo, con djset, aperitivi ma non si poteva ballare. Chi non ha rispettato le regole ovviamente ha sbagliato”.

Concessioni balneari: 30mila in Italia, 21mila pagano 2.500 € di canone annuo

Chiusi gli ombrelloni, il settore deve ora affrontare il tema delle concessioni. In Italia sono quasi 30mila le concessioni demaniali marittime, la gran parte delle quali – 21mila – nel 2019 hanno pagato un canone annuale inferiore a 2500 euro.

Legambiente: 42% delle coste sabbiose occupato da stabilimenti

secondo le stime del report di Legambiente “Spiagge 2020”, almeno il 42% delle coste sabbiose italiane è occupato da stabilimenti balneari. La scorsa primavera l’Antitrust ha chiesto con urgenza la modifica dell’attuale normativa nazionale sul settore.

Balneari, concessioni fino al 2033

“Oggi le concessioni balneari in Italia sono normate da una legge, la 145 del 2018, cosiddetta legge Centinaio, voluta dal governo Lega-M5s”, afferma Rustignoli. “In sintesi questa legge estende la durata delle concessioni al 2033, precisando che in questo lasso di tempo deve partire un percorso riformatore, che deve stabilire anzitutto i doveri degli attori coinvolti, cioè i gestori degli stabilimenti, lo Stato e le regioni”. L’obiettivo, spiega il presidente di Fiba-Confesercenti, “è giungere a una conoscenza del demanio marittimo più appropriata e una serie di criteri per poi stabilire le procedure di evidenza pubblica per l’assegnazione, come prevede la direttiva Bolkenstein”.

Dl Concorrenza? “Serve riforma del demanio”

Tuttavia “il percorso riformatore non è iniziato, perché il governo è cambiato. La legge è quindi zoppa: nel suo completamento ci sarebbero state le risposte da dare all’Europa e anche agli attuali concessionari, ai quali deve essere riconosciuto lo sforzo economico sostenuto”. La legge attuale, precisa Rustignoli, “così com’è all’Europa non va bene, serve qualcosa di diverso: ma non possiamo continuare a trattare questo tema senza avere in mano i dati. Prima serve attuare un percorso di riforma del demanio: lo Stato dovrebbe tracciare una mappa aggiornata, capire quante concessioni devono essere, stabilire i criteri per l’evidenza pubblica. Altrimenti si rischia di mettere il carro davanti ai buoi e di precipitare il settore nell’incertezza”.