Nelle acque del Mediterraneo, la Global Sumud Flotilla prosegue il suo viaggio verso Gaza, con la missione dichiarata di portare aiuti umanitari e rompere il blocco imposto da Israele. La missione, che coinvolge numerose navi civili internazionali, è stata recentemente teatro di tensioni e attacchi che hanno reso ancora più delicata la già complessa situazione logistica e umanitaria.
Secondo quanto comunicato dagli stessi organizzatori della Flotilla, il 9 settembre “un’altra nave mentre si trovava in acque tunisine” sarebbe stata oggetto di un attacco: “Le prove video suggeriscono che un drone, senza luce quindi non poteva essere visto, ha fatto cadere un dispositivo che ha dato fuoco al ponte dell’Alma”. La nave, che batte bandiera britannica, ha subito danni a causa delle fiamme che, fortunatamente, sono state “estinte velocemente e nessun membro dell’equipaggio è rimasto ferito”.
Nonostante questi episodi, i rappresentanti della missione sono determinati a proseguire: la loro “missione proseguirà con determinazione”. Gli attivisti hanno anche precisato che “i membri dell’equipaggio hanno recuperato un dispositivo elettronico carbonizzato dal ponte. Mentre un’indagine completa è in corso, la presenza di tale dispositivo fornisce ulteriori indicazioni che la barca è stata deliberatamente presa di mira”.
Il ruolo di Greta Thunberg e le ragioni delle dimissioni
Greta Thunberg, nota attivista svedese per il clima, era salita a bordo della nave Family, fulcro del comitato organizzatore della Flotilla. Tuttavia, nel pomeriggio di domenica, è stata osservata “Greta Thunberg trascinare la sua valigia lungo la banchina, lasciare la Family, la nave che ospita il comitato organizzatore, e trasferirsi sulla Alma”. Sul sito ufficiale della missione il suo nome è stato rimosso dalla lista dei membri del direttivo.
L’inviato Lorenzo D’Agostino a bordo della flottiglia riferisce che le motivazioni del suo trasferimento sono da ricercarsi in divergenze riguardanti la comunicazione: “Le divergenze sarebbero legate a una comunicazione troppo incentrata sulle vicende interne della flottiglia e non abbastanza sul genocidio in Palestina”.
Le parole di Thunberg: “Resto come partecipante”
Nonostante le dimissioni dal direttivo, Thunberg non ha abbandonato la missione. In una dichiarazione ha affermato di “credere profondamente nell’obiettivo di questa missione e nella forza della mobilitazione mondiale per una Palestina libera”. Ha inoltre precisato che “Tutti abbiamo un ruolo: il mio non sarà nel comitato direttivo, ma come organizzatrice e partecipante”.
Thunberg resta dunque a bordo, ribadendo il proprio impegno sia pure in un ruolo meno visibile. La sua scelta sembra nata dal desiderio di riportare al centro dell’attenzione il focus originario della Flotilla, ovvero la crisi umanitaria e la richiesta di libertà per la Palestina.
L’influencer allontanato dalla missione per il suo stile sensazionalista
Secondo l’inviato a bordo, la decisione di Greta ha portato ad alcune correzioni sulle strategie comunicative della Flotilla. Nel rispetto dei nuovi equilibri, anche il giornalista e influencer Yusuf Omar ha annunciato via Instagram di abbandonare la navigazione per ragioni di “strategia comunicativa”. Infatti, “il suo stile sensazionalista e molto incentrato sui volti noti della missione aveva fatto infuriare diversi partecipanti“; la sua copertura sull’attacco dei droni, secondo quanto riportato, “è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso”.