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Il turismo è appeso al passaporto vaccinale europeo

Il turismo è appeso al passaporto vaccinale europeo

Dovrebbe essere l’estate della ripartenza, del ritorno alla normalità. Se lo scorso anno i mesi estivi avevano portato con sé una ritrovata libertà, l’estate del 2021 potrebbe essere ancora meglio. Lo spera tanto il settore turistico e tutto il suo indotto, che in Italia rappresenta il 13,2% del Pil per un giro d’affari di 232 miliardi di euro (dati: Enit 2018). Ma rimane un problema, sempre il solito. I vaccini.

La campagna vaccinale dell’Unione Europea è stata caratterizzata da errori e ritardi, tra beghe logistiche, di produzione e sospensioni poco chiare (come quella di AstraZeneca). Risultato: il piano vaccinale langue, specie quando viene messo al confronto con quello di Paesi quali Regno Unito, Israele e Stati Uniti.

Il green pass

Anche per questo l’Ue sta tenendo in considerazione l’idea di un “passaporto vaccinale”. È una proposta che circola da tempo: consiste in un certificato da consegnare ai cittadini europei che sono stati vaccinati, e sono quindi liberi di viaggiare “per lavoro o per turismo”. Il nome ufficiale è “Green pass”, sarà digitale e – ha precisato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen – rispettoso della privacy dei cittadini.

D’accordo anche il Ministro del Turismo italiano, Massimo Garavaglia, che ha dichiarato su Facebook: “L’adozione di nuovi strumenti digitali europei che documentino lo stato di salute dei viaggiatori, partendo dall’uso medico per poi preparare un ritorno alla mobilità sicura dei turisti, compatibilmente con l’evoluzione della pandemia, sarà cruciale per la ripresa dell’industria del turismo”.

Ed è questo il punto: il turismo è il settore che più di tutti trarrà i benefici di questa pass, insieme a tutto il suo indotto. Ma non solo: data la natura del turismo nel nostro Paese, l’effetto potrà essere di tipo trickle-down, e piovere a pioggia su trasporti, ristorazione, eventi, le attività centri storici.

Cautela sempre

C’è però chi mette in guardia dalla sensazione di “onnipotenza” che il vaccino potrebbe infondere nei fortunati riceventi. La comunità scientifica sta ancora vagliando alcuni punti centrali, come la durata dell’immunità data dal vaccino e la sua “resistenza” alle varianti. Il rischio che orde di turisti spensierati viaggino da un punto all’altro del Continente credendosi inscalfibili è alto.

Il pass vaccinale, insomma, non è una licenza speciale o un superpotere: serve a ridare ossigeno a un’economia sfibrata.