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Olimpiadi di Parigi senza aria condizionata: l’eco-follia della sindaca Hidalgo

Olimpiadi di Parigi senza aria condizionata: l’eco-follia della sindaca Hidalgo

Perchè leggere questo articolo? Sulle Olimpiadi di Parigi 2024 tira una brutta aria. Bollente e irrespirabile. La sindaca di Parigi Anne Hidalgo ha realizzato il villaggio olimpico senza impianti di condizionamento per questioni ecologiche. Ma atleti e staff non ci stanno. Anche perché quelle parigine si preannunciano comele Olimpiadi più calde di sempre. Ed è subito guerra dei condizionatori, che molte delegazioni minacciano di portarsi da casa. Ma gli atleti dei Paesi più poveri non possono permettersi refrigeratori portatili. E rischiano così di vivere un disagio che potrebbe tradursi in uno svantaggio in gara. Un autentico pasticcio frutto di una visione ideologica che non tiene conto della realtà

Anne Hidalgo, la paladina dell’ambiente e la nuova nemica degli atleti. La missione della sindaca climatista di Parigi è organizzare le “Olimpiadi più verdi di sempre“, puntando a dimezzare l’impronta di carbonio rispetto a quelle di Londra 2012. La capitale francese ospiterà dal 26 luglio all’11 agosto 2024 la trentatreesima edizione dei Giochi, annunciati come “inediti, perché spettacolari e soprattutto sostenibili”. E infatti il villaggio olimpico sarà trasformato in un grande esperimento ecologico. Dove, ovviamente, saranno banditi i condizionatori, la cui assenza ha tuttavia scatenato gli olimpionici, preoccupati per le loro prestazioni e la loro salute.

La decisione di Hidalgo di non installare sistemi di condizionamento nel villaggio olimpico e di puntare invece su impianti a pavimento collegati a centrali geotermiche è parsa a molti quantomeno avventata. Secondo i suoi sostenitori, questo sistema dovrebbe garantire un raffreddamento di sei gradi rispetto alle temperature esterne. Ma chi si accontenta di una frescura tanto limitata quando fuori ci sono 40 gradi? Nonostante le critiche e proteste ricevute, niente e nessuno sembra fermare la crociata verde di Hidalgo. O quasi. Con molta probabilità la guerra sarà vinta dai pinguini: i condizionatori portatili che gli atleti minacciano di portarsi dietro. Così, il sogno ecologico della prima cittadina rischia comunque di non diventare realtà. E di essere “sabotato” dall’interno.


Il grido d’allarme degli atleti alle Olimpiadi più calde di sempre

Il meteo instabile e piovoso di queste settimane non induca in errore: il caldo che ha soffocato la Mecca – dove sono morti oltre 1300 pellegrini – e gli Stati Uniti sembrerebbe infatti essere solo un primo assaggio delle temperature in arrivo quest’estate. Inoltre, come riporta Repubblica, un recente report indica che le Olimpiadi di Parigi 2024 saranno le più calde di sempre. Superando perfino quelle di Tokyo 1968, dove molti atleti soffrirono di disidratazione e colpi di calore. Un rischio che si ripresenta anche per l’imminente edizione parigina, in cui gli atleti si ritroveranno a competere e riposare in ambienti che potrebbero arrivare a 34 gradi. Con altissimo rischio per la loro salute, oltre che di peggioramento delle loro performance. Un quadro preoccupante, dunque, che ha fatto lanciare ad atleti e staff un vero grido di allarme.

La corsa ai condizionatori portatili, il cavallo di Troia di Parigi 2024

Nonostante tutti gli allarmi e le polemiche, Hidalgo resta ferma sulla sua battaglia ecologista. Ma gli atleti e le delegazioni internazionali non ci stanno. E infatti si stanno attrezzando per portarsi da casa i condizionatori portatili, sfidando apertamente le direttive green della sindaca parigina. Molto probabilmente la maggior parte degli staff noleggerà in loco i costosi sistemi di refrigerazione. Ma le delegazioni africane, ad esempio, non potranno permettersi tale spesa, rischiando di competere in condizioni svantaggiose. Un’ingiusta disparità frutto dell’ostinazione delle politiche di Hidalgo, che ha espresso dispiacere per la scelta delle altre nazioni di non rinunciare all’aria condizionata e ostacolare l’ambizione delle Olimpiadi più verdi di sempre. Sostenendo di avere “molto rispetto per il comfort degli atleti”, ma di tenere di più “alla sopravvivenza dell’intera umanità”.

Il fallimento di una visione

Mentre Anne Hidalgo si sforza di ridurre l’impronta di carbonio di Parigi, potrebbe finire per lasciare un’impronta ben più negativa nella storia delle Olimpiadi. Gli intenti green – da un certo punto di vista anche lodevoli – non considerano infatti il rischio reale di compromettere il benessere e le prestazioni degli atleti, oltre alla riuscita dell’evento stesso. Tuttavia, la sindaca della Ville Lumière non sembra voler rinunciare alla sua visione, che se portata a questi estremi appare per lo più ideologica e miope. Non basta infatti bandire condizionatori e limitare le nuove costruzioni, servirebbe anche un ingente intervento sui trasporti, la cui massiccia mobilitazione per l’evento contribuisce enormemente all’impatto nocivo sull’ambiente. Così, le Olimpiadi di Parigi 2024 rischiano di essere ricordate non tanto per le prestazioni sportive, ma per il radicalismo di una sindaca troppo innamorata delle sue utopie verdi per tenere conto della realtà.