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Gli italiani hanno imparato qualcosa dal caso Ferragni? (spoiler: no)

Gli italiani hanno imparato qualcosa dal caso Ferragni? (spoiler: no)

Gli italiani avranno imparato qualcosa dal caso Ferragni-Balocco? A venirci in soccorso nel rispondere a questa domanda giunge una ricerca curata da BVA Doxa e FLU, realtà specializzata in influence marketing parte di Uniting Group, su un campione di user di Instagram tra i 18 e i 54 anni. Discutendo di contenuti sponsorizzati e fiducia, al quesito “Ti fidi degli influencer?” solo il 12% del campione ha risposto “No, mai”. Un 21% ha dichiarato “Sì, perchè cerco di seguire solo influencers di cui mi fido”. E c’è poi un 67% (i due terzi) che ha scelto come risposta “Ho un senso critico che mi permette di comprendere i messaggi di cui fidarmi o meno”.

Un buon 89% del campione ritiene dunque di essere in possesso di tutti gli strumenti necessari per riporre la propria fiducia negli influencer seguiti. A qualcuno potrebbero tornare in mente le parole di Wanna Marchi. Che, edulcorando molto, sosteneva il sacrosanto diritto di in… gannare gli ingenui. Ma si può voler vedere il bicchiere mezzo pieno e riconoscere (seppur in autocertificazione) a tutti noi una autentica capacità di discernimento e senso critico. Lo scopriremo al prossimo scandalo…

Italiani e influencer: il 62% apprezza le sponsorizzazioni. E poi compra

Proseguendo con l’analisi dell’indagine, il 62% del campione apprezza le sponsorizzazioni e per l’86% il post sui social è tuttora il punto di partenza di un successivo acquisto (+ 3 punti rispetto al 2022). Oltre due italiani su tre acquistano un prodotto perché l’hanno visto sponsorizzato sui social.

A riprova di come ormai i creator vengano sempre più considerati una forma di comunicazione assimilabile all’advertising, analizzando la variazione rispetto al 2022, tra gli elementi premiati nell’azione degli influencer è in crescita di ben 4 punti la “competenza” degli stessi, che si conferma il tratto più importante insieme alla “trasparenza”.

Influencer marketing: un mercato globale da 20 miliardi di euro

Il valore dell’influencer marketing nel 2023 è stato certificato dalla Commissione europea in un giro di affari di quasi 20 miliardi di euro nel mondo, per un comparto ormai entrato stabilmente nelle strategie di brand e aziende in tutto il mondo, così come nelle abitudini della quasi totalità degli italiani.

Caso Ferragni: il punto di vista del consumatore

“Gli user di Instagram confermano l’interesse, già espresso a marzo 2022, per le attività degli influencer volte a promuovere la conoscenza dei prodotti – afferma Cristina Liverani, Unit Manager BVA Doxa – Sono confidenti di saper riconoscere quando l’influencer sponsorizza qualcosa e ricercano sempre più ‘competenza”

“Nelle ultime settimane addetti ai lavori e non si sono espressi su Caso Ferragni e più in generale sul comparto dell’influencer marketing, seppur con livelli di competenza molto differenti – conclude Rosario Magro, COO di FLU Part of Uniting Group –. Grazie alla ricerca realizzata in collaborazione con BVA Doxa vogliamo portare ad emergere il punto di vista del consumatore. Determinante per comprendere se questo episodio, peraltro non propriamente definibile come attività di influencer marketing, sia stato elaborato nella maniera più corretta. I dati emersi sono certamente interessanti. E sottolineano come sempre di più gli utenti dimostrano di essere lontani dalla passività che gli veniva attribuita fino a qualche anno fa. In tal senso i social networks hanno contribuito ad accelerare questa evoluzione e consapevolezza.”