Home Primo Piano Fleximan e quella strana attrazione per gli eroi negativi

Fleximan e quella strana attrazione per gli eroi negativi

Fleximan e quella strana attrazione per gli eroi negativi

Perché questo articolo potrebbe interessarti? Fleximan, “il giustiziere degli autovelox” è assurto ad eroe popolare, tanto che ha dato vita a un’ondata di merchandising. Ma chi sono i suoi “fratelli”, le anime nere che in passato hanno vissuto la stessa immeritata fama?

Fleximan o Fleximen? Un “eroe” solitario che armato di flessibile conduce la sua solitaria battaglia contro gli autovelox, o un gruppo spontaneo nato per emulare le gesta del primo giustiziere del dispositivo di controllo della velocità?

In entrambe le ipotesi, di sicuro c’è che i social l’hanno elevato ad eroe che combatte le ingiustizie, perché, in fondo, viviamo in un paese dove le regole molto spesso vengono vissute come torti e non come base di una civile convivenza.

Fleximan idealizzato come un eroe popolare

Dal primo episodio di autovelox divelto il 19 gennaio scorso, Fleximan è stato idealizzato come un eroe popolare, tanto che l’eco delle sue azioni ha dato vita a un’ondata di  merchandising legato al suo nome e all’immagine del supereroe moderno. Su internet sono in vendita magliette, felpe e gadget a lui dedicati, con prezzi che variano dai 17 euro per una semplice canottiera con l’immagine della motosega, fino a 32 euro per le felpe con cappuccio.

Non è la prima volta che gli utenti del web si lasciano sedurre da un eroe negativo, è già capitato in passato, dando ragione a Gianluca Nicoletti quando scriveva che “l’umanità digitale non è fatta unicamente di illuminati opinionisti, ma anche di qualche banale imbecille”.

Cosa accomuna Rosa e Olindo, Schettino e Fleximan?

Prendiamo il caso del naufragio della Costa Concordia. Poco prima della sentenza su Facebook comparve la pagina Facebook “Contro l’accanimento mediatico ai danni di Francesco Schettino“. La conclusione della vicenda giudiziaria, con la condanna definitiva del marittimo a 16 anni di carcere ha dimostrato che non di accanimento si trattava.

Adesso, con la revisione del processo a Rosa Bazzi e Olindo Romano, i coniugi in carcere per la strage di Erba, il rischio è che i due da carnefici si trasformino in vittime e venga considerato eroico il loro confessare una colpa che ora dicono di non aver commesso per chissà quale motivo e scontare anni di prigione al posto di chissà chi.

Giardiello e Corona prima di Fleximan

Quando ci fu la strage al Tribunale di Milano (9 aprile 2015, un avvocato e due giudici uccisi dagli spari dell’immobiliarista fallito Claudio Giardiello), pochi istanti dopo la sparatoria a qualcuno venne l’idea di aprire la pagina Facebook “Claudio Giardiello vittima di Stato”, spiegando che “Giardiello è vittima di uno stato che ti strozza e ti tagliuzza con tasse assurde, portandoti via tutto e cercando di rinchiuderti in una gabbia”.

Come dimenticare poi l’elevazione di Fabrizio Corona ad eroe nazionale?, povero perseguitato dalla giustizia italiana, “che sta scontando più anni di un assassino” (era il refrain di quando l’agente fotografico fu messo al gabbio). L’utente medio non discerne: Corona finì in carcere per il cumulo di pene, ma l’epica dei social si nutre di eroi negativi.

L’epica dei social si nutre di eroi negativi

Perché i nomi degli eroi veri li dimentichiamo in fretta. Qualcuno si ricorda di Simona Fedele, per esempio?

L’anno corso fu tra i 30 eroi civili premiati dal presidente Mattarella e insignita del titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. La motivazione?  ‘Per il suo determinante e coraggioso intervento in difesa di una giovanissima vittima di bullismo‘. Autista dipendente dell’ATAC di Roma. Mentre era in servizio ha sentito che alcuni ragazzi prendevano in giro un loro coetaneo con insulti, risatine e spintoni. Ha quindi fermato l’autobus e con la scusa di controllare la porta posteriore del mezzo ha lasciato il posto guida per avvicinarsi ai ragazzi. Lo ha condotto quindi con sé, vicino al posto di guida, chiedendogli di avvisare i genitori e di farsi trovare alla prossima fermata del bus

Veneziani: “La mamma degli eroi maledetti è sempre incinta”

Tocca  dar ragione a Marcello Veneziani quando scrive: “La mamma degli eroi maledetti è sempre incinta e la sua figliolanza si moltiplica in modo inquietante. Compiono le loro gesta contro il mondo, a volte appoggiandosi ad una causa; ma si tratta quasi sempre di demoni solitari, pervasi da un apocalittico desiderio di distruzione (cupio dissolvi) e al tempo stesso da un egocentrismo malato che trova alibi ideali e morali in un giustizialismo cosmico…. Oggi l’unico modo per essere eroi è quello di esserlo al negativo”.