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Airtag di Apple usati per stalking: l’oscura deriva della tecnologia

Spiati dalla tecnologia: gli AirTag di Apple, il nuovo incubo delle vittime di stalking

Perchè leggere questo articolo? Gli AirTag di Apple sono il nuovo strumento utilizzato dagli stalker per rintracciare e monitorare le loro vittime. Per questo motivo il colosso di Cupertino deve ora affrontare una class action, accusata di ignorare le falle nella sicurezza dei tracker. E’ questa l’oscura deriva della rivoluzione tecnologica, di quella “dittatura invisibile” di cui siamo artefici e schiavi.

Nel mondo, ormai, il braccialetto anti-stalker è stato sdoganato. Ma la lotta allo stalking è ancora lunga. Nonostante le varie misure di divieto di avvicinamento, i persecutori infatti non sembrano arrendersi. Anzi, ricorrono alle tecnologie più evolute pur di mantenere il controllo sulle loro vittime. E così uno strumento di sicurezza quale vorrebbe essere l’AirTag di Apple, dispositivo di localizzazione di oggetti personali smarriti, sembrerebbe essere diventato uno dei metodi di tracciamento favoriti da parte dei molestatori. Proprio in questi giorni, infatti, il giudice della California Vince Chhabria ha validato un’azione collettiva di denuncia nei confronti di Apple proprio per via del tracker della compagnia, sempre più utilizzato dagli stalker.

La class action contro Apple

Apple ha cercato invano di respingere la class action. Il giudice distrettuale degli Stati Uniti ha rifiutato la richiesta della società di Cupertino, stabilendo che almeno tre delle varie motivazioni di risarcimento dei querelanti sono ammissibili “per negligenza e responsabilità del prodotto”. Nella causa, depositata per la prima volta a dicembre 2022, Apple viene accusata di aver immesso troppo in fretta gli AirTag sul mercato, con garanzie insufficienti a proibirne l’uso a scopo di stalking. Stando a quanto riportato dalla denuncia, infatti, la società sarebbe stata a conoscenza dei rischi per la sicurezza degli AirTag, ma li avrebbe ignorati. Per accertare che le falle di sicurezza dei tracker siano responsabili dei danni, fisici e mentali, denunciati dalle vittime di stalking, saranno però necessarie altre indagini.

Apple si difende, ma le misure anti-stalking non bastano

La grande Mela della tecnologia si difende dalle accuse. Sottolineando come abbia lavorato per rendere sempre più sicuri i suoi dispositivi di tracciamento. Meno di un anno dopo il rilascio degli AirTag ad aprile 2021, infatti, la compagnia ha aggiunto una serie di funzioni anti-stalking. Inoltre, l’azienda ha anche inserito nuove avvertenze e potenziato i canali di comunicazione con le forze dell’ordine e le organizzazioni che combattono la violenza domestica. I possessori di dispositivi Apple ricevono una notifica quando un AirTag non riconosciuto si sta “muovendo con loro”.

Tutte queste misure, però, non hanno scoraggiato i molestatori. Che sanno perfettamente come aggirarle. Gli AirTag infatti possono essere modificati in modo da non suonare. Nel caso di due donne che hanno sporto denuncia per stalking subito tramite questi dispositivi, i tracker erano stati piazzati nei parafanghi dell’automobile di una e nello zaino di scuola del figlio dell’altra. In questi casi, per esempio, le salvaguardie nel prodotto AirTag non sono servite a nulla.

Tutti artefici e schiavi della dittatura invisibile della tecnologia

Spiati dalla tecnologia. Il caso degli AirTag usati per stalking ne è solo l’ultima – grave – prova. E’ il rovescio della medaglia della rivoluzione tecnologica, quella delle innovazioni e del progresso sì, ma anche quella dell’iper controllo e del dominio delle big data companies. Google, Facebook, Apple, Amazon, Microsoft, WhatsApp, X: sono loro i guardiani silenziosi delle nostre vite, a cui abbiamo consegnato le chiavi (e le password). “Una Big Mother ancor più terrificante del Big Brother”, affermano lo scrittore Marc Dugain e il giornalista Christophe Labbé nel loro libro L’Homme Nu. La dictature invisible du numerique. “Se li lasciamo fare diventeremo domani ‘uomini nudi’, senza memoria, programmati, sotto sorveglianza”. Ma già oggi lo siamo. Estremamente esposti e costantemente seguiti, filtrati e analizzati. In quella “dittatura invisibile” di cui tutti artefici e schiavi, vittime e colpevoli.