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Automobilisti videomaker: uno su dieci ha girato video al volante. Il REPORT

Automobilisti videomaker: uno su dieci ha girato video al volante. Il REPORT

Perché leggere questo articolo? Mettersi al volante costituisce una vera e propria prova di fiducia nei confronti degli altri guidatori. Ma il report 2023 “Ricerca sugli stili di guida” promosso da Anas non induce all’ottimismo, nonostante il calo degli incidenti stradali registrato da ACI-ISTAT. Infatti, emerge ad esempio che il 10% degli italiani ha almeno una volta realizzato un video con il telefono mentre era al volante. Principale, ma non unica cattiva abitudine degli automobilisti.

 

Cala il numero di incidenti stradali in Italia, ma il percorso è ancora lungo. All’obiettivo di ridurre sensibilmente le vittime della strada entro il 2030, si oppone la mancanza di consapevolezza e la distorta percezione che i guidatori hanno di se stessi e dei loro comportamenti al volante. Infatti, se il primo semestre dell’anno ha fatto segnare una diminuzione degli incidenti rispetto al 2022, altre statistiche suscitano preoccupazione. A un italiano su dieci, ad esempio, è capitato di girare un video al cellulare mentre era al volante.

Il quadro emerso dal nuovo rapporto dell’Anas delinea un Paese che ancora si sveglia ogni giorno con decessi dovuti a incidenti stradali, ma che allo stesso tempo sembra non comprendere quali siano i pericoli di una guida non attenta. Gran parte della responsabilità è imputabile al fattore umano. Le cause principali, infatti, sono le distrazioni e le scorrette abitudini di chi è al volante.

La ricerca Anas sugli stili di guida: il cellulare principale distrazione dei guidatori

È quanto emerso dalla terza edizione della “Ricerca sugli stili di guida”, commissionata da Anas (Società del Polo Infrastrutture del Gruppo FS Italiane) e condotta da Csa Research (Centro Statistica Aziendale), per comprendere quali siano le abitudini di guida dei cittadini italiani e le loro distrazioni principali. Il report è stato presentato in occasione della Giornata mondiale in ricordo delle vittime della strada, nell’ambito del convegno “Sicurezza stradale: obiettivo zero vittime”. Presenti alla conferenza il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini, il Presidente di Anas e di Piarc Italia Edoardo Valente, l’Ad di Anas Aldo Isi, lo psicologo e sociologo Paolo Crepet, e il giornalista Luca Valdiserri.

I risultati del rapporto Anas non sono rincuoranti e dimostrano quanto gli italiani incorrano in pericoli a causa delle loro abitudini di guida sbagliate. In particolare, l’utilizzo del cellulare al volante riguarda la maggior parte dei guidatori: il 10% degli italiani ha girato un video alla guida. Su 4 mila intervistati, il 3,1% – sia uomini sia donne in una fascia d’età compresa tra i 24 e i 44 anni – ha ammesso di aver registrato un video in prima persona guidando il proprio veicolo. Il 6,9% – soprattutto donne tra i 25 e i 34 anni – ha dichiarato di essere stato a bordo di un mezzo mentre il conducente filmava.

Le infrazioni più diffuse: un automobilista su due non mette la freccia

Tra le infrazioni più diffuse spicca il mancato utilizzo degli indicatori di segnalazione cambio corsia sia per la manovra di sorpasso (50,9%), sia per quella di rientro (50,7%), che per l’entrata da rampa (32,9%). I più indisciplinati sono i conducenti delle berline: oltre il 64% non usa le frecce né nel sorpasso né nel rientro. Si tratta di una percentuale ben superiore alla media globale pari al 50%. Frequente anche il mancato rispetto della distanza minima di sicurezza. Infatti, su un totale di oltre 102 mila veicoli al giorno osservati lungo tre direttrici stradali in gestione ad Anas, il 38,5% dei casi non ha rispettato il distanziamento minimo. Inoltre, i limiti di velocità sono stati superati nel 12,9% delle situazioni registrate su strada.

Ancora, tra i comportamenti errati emerge il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza da parte del conducente (10,6%) e soprattutto dei passeggeri posteriori (72,6%); oltre all’assenza dei seggiolini per i bambini quando necessario (46,8%). Agli intervistati, dunque, è stato chiesto quanto ritenessero utile l’obbligatorietà di dispositivi di sicurezza a bordo, in particolare i sistemi safe-drive. In media più dell’80% li ritiene utili: tra questi, i più favorevoli sono decisamente i patentati over 55.

Gli automobilisti si danno un bel 9 alla guida. Mentre agli altri guidatori non danno la sufficienza

“Dati ancora preoccupanti sulla distrazione e l’uso del cellulare alla guida. Anas rinnova e aumenta il suo impegno per la sensibilizzazione degli utenti, la manutenzione della rete stradale e l’innovazione tecnologica. Un dato significativo della ricerca è la percezione di sé mentre si è alla guida, di gran lunga superiore a quella che si ha degli altri”, ha dichiarato l’Ad di Anas Aldo Isi. Infatti, il trend sulla percezione di sé e degli altri alla guida, già emerso con la scorsa edizione dell’indagine, risulta quest’anno in ulteriore crescita. Il voto che gli italiani danno a se stessi come guidatori è quasi 9, mentre il giudizio che hanno degli altri si attesta su una media di 5.4. Secondo gli intervistati, i due comportamenti più scorretti percepiti riguardano i limiti di velocità, rispettati solo dal 40,3% degli altri guidatori, e l’uso del cellulare alla guida, nel 39,6% dei casi.

Crepet: “Adulti alla guida come bambini incuranti dei pericoli”

Per lo psicologo e sociologo Paolo Crepet, alla base di questa dispercezione e di questo incedere di comportamenti pericolosi tra la maggior parte dei guidatori italiani c’è una matrice adolescenziale. “Questa colpisce ancora di più quando a mettere in atto determinati atteggiamenti sono gli adulti. Anch’essi incapaci di resistere all’irrefrenabile necessità di dover seguire sempre tutto nel momento in cui accade e desiderosi di partecipare in tempo reale agli eventi, anche mentre si è alla guida. Anche se questo può determinare rischi altissimi per la propria sicurezza e quella degli altri”, dichiara lo psicologo. “Dobbiamo chiederci cosa porta un adulto a voler per forza rispondere ad un messaggio frivolo mentre guida, sapendo che potrebbe benissimo farlo in un altro momento. La risposta è che in ognuno di noi c’è un aspetto fanciullesco, incurante di conseguenze e pericoli, su cui è assolutamente necessario lavorare ed intervenire soprattutto quando in gioco c’è la vita”, conclude Crepet.

Gli incidenti stradali calano, ma c’è ancora molto da fare

Il primo semestre del 2023 ha registrato un calo di incidenti, feriti e vittime sulle strade italiane rispetto all’anno precedente. Secondo le stime preliminari presentate da ACI-ISTAT, infatti, nel periodo tra gennaio e giugno di quest’anno gli incidenti con lesioni a persone (79.124) sono diminuiti dell’1% rispetto allo stesso periodo del 2022. Una riduzione dello 0,9% si riscontra anche per il numero dei feriti (106.493). Significativa la diminuzione delle vittime in autostrada (-9,7%) e sulle strade extraurbane (-3,3%). Rimangono stabili quelle sulle vie urbane (-0,1%). Ciò è accaduto nonostante l’incremento del 5,4% della percorrenza sulla rete autostradale. Rispetto alla prima semestralità del 2019 – anno di riferimento per la sicurezza stradale del decennio 2021-2030 -, si rileva un attuale calo del 5,4% degli incidenti, del 9,0% dei feriti e del 9,8% dei morti.

Questo miglioramento rappresenta una marcia positiva ma comunque non sufficiente a raggiungere l’obiettivo di dimezzare entro il 2030 le vittime della strada registrate nel 2019. Ad oggi i dati raccontano ancora una media significativa di 437 incidenti al giorno, con 7,6 morti e 588 feriti in tutta Italia. C’è, dunque, ancora molta strada da fare. A partire dalla persistenza delle preoccupanti cattive abitudini dei conducenti italiani.

LEGGI QUI LA RICERCA ANAS COMPLETA