Home Primo Piano A chi farebbe paura la Juve retrocessa in Serie B?

A chi farebbe paura la Juve retrocessa in Serie B?

Juventus, Tar penalizzazione

La lettura delle motivazioni con cui la Corte Federale d’Appello ha stangato la Juventus, relegandola a metà classifica nel mezzo della stagione, non hanno placato le polemiche intorno ai processi sportivi sulla vicenda delle plusvalenze e dei bilanci truccati del club bianconero. Juventus che non pare per nulla disposta ad accogliere serenamente il corso degli eventi, anche perché spinta dal sospetto che si stia preparando un’ulteriore stangata per la primavera quando il procuratore capo della Figc, Giuseppe Chiné, avrà finito di mettere mano alle 14mila pagine recapitategli da Torino imbastendo almeno altri due procedimenti sempre a carico dei bianconeri e di altre società.

Il rischio è la moltiplicazione dello stesso processo per due o tre volte

Col problema evidente messo in mostra dalla diversa lettura che lo stesso Chiné e poi la Corte Figc hanno dato al primo filone, punendo duramente la Juventus e assolvendo le altre perché semplicemente parte non integrante del cosiddetto sistema Paratici (e non solo). Il rischio, insomma, è la moltiplicazione dello stesso processo per due o tre volte che porterebbe alla moltiplicazione delle penalizzazioni con conseguente quasi certa retrocessione in Serie B e danni economici spaventosi.

Alla Continassa si lavora duramente sul ricorso al Collegio di Garanzia del Coni

Ecco perché alla Continassa si lavora duramente sul ricorso al Collegio di Garanzia del Coni e poi si vedrà. Il nuovo corso imposto da John Elkann appare cortese nella forma ma inscalfibile nella sostanza: il club sarà difeso in tutte le sedi possibili e senza lesinare sforzi. Non si ripeterà la strategia che nel 2006 portò quasi a un patteggiamento sulle carte di Calciopoli salvo poi scoprire che la vicenda era più ampia e complessa di quella raccontata nelle poche settimane dell’inchiesta lampo davanti alla giustizia sportiva.

Le motivazioni non hanno certamente placato nemmeno le agitazioni del resto del mondo del calcio. La domanda che gira, per ora solo qualche commentatore esterno si è incaricato di trasmetterla ad alta voce, è se il sistema di possa permettere l’azzeramento della sua società più ricca e riconoscibile in un momento in cui tutti versano in profonda crisi. La Juventus avrà certamente delle colpe, ma è un dato di fatto che sia stata quasi l’unica nell’ultimo decennio a investire pesantemente andando a foraggiare a ricaduta tutti gli altri. Il conto si avvicina agli 800 milioni di euro si cui hanno beneficiato grandi, medie e provinciali.

La partita dei diritti tv in scadenza nel 2024

Oltre a questo, c’è la partita dei diritti tv in scadenza nel 2024. La Lega Serie A sta scrivendo il bando per il ciclo successivo in mezzo alla tempesta, con un mercato sempre meno ricettivo e il dubbio che le prossime stagioni possano essere in qualche modo mutilate o condizionate dai processi sportivi. Vale per la Juventus, ma non solo. E’ pressoché certo che i presidenti si avvarranno della possibilità concessa dal nuovo Governo di estendere a 5 anni il pacchetto messo in vendita, sperando così di attirare gli operatori che vogliono un progetto economico a lungo termine. Un escamotage in grado di parare il colpo, ma cosa accadrebbe se la Juventus venisse spazzata via dall’orizzonte, almeno temporalmente?

Una Serie A senza Vecchia Signora è lo scenario peggiore possibile nei prossimi mesi che sono cruciali. L’amministratore delegato De Siervo e il presidente Casini dovranno bussare a tante porte per proporre il proprio prodotto e non sarà semplice. Ufficialmente si sostiene che l’obiettivo è garantire senza grossi problemi la tenuta della linea del miliardo di euro per stagione che rappresenta la demarcazione tra successo e fallimento. Ufficiosamente si ragiona sui piani alternativi e non è un caso che si sia tornati a parlare dell’interessamento dei fondi per una partnership con la Lega. Il tema non è ancora di strettissima attualità ma potrebbe diventarlo, soprattutto se la coda di questa stagione di veleni dovesse non fermarsi alla prossima estate.