Home Politics Otto nazioni per due eventi: il manuale Cencelli per Mondiali ed Europei

Otto nazioni per due eventi: il manuale Cencelli per Mondiali ed Europei

Sei nazioni per due kermesse: il manuale Cencelli per Mondiali ed Europei

Perché leggere questo articolo? Mondiali 2030 in Marocco, Portogallo, Spagna e Sudamerica, Euro 2032 in Italia e Turchia: così Infantino e Ceferin puntano a blindarsi.

Sei nazioni e tre continenti. O meglio, in termini calcistici: sei federazioni e tre confederazioni, unite in un singolare miscuglio organizzativo che produrrà la ventiquattresima edizione del Mondiale di calcio, in programma nel 2030. Dove? Dappertutto: Sudamerica, Africa ed Europa, rappresentate rispettivamente da Argentina, Paraguay e Uruguay, Marocco, Portogallo e Spagna. Eccolo il Mondiale del centenario, l’esito della cui assegnazione – per la quale manca solo la ratifica – è già stato anticipato dai vertici della Fifa e ha visto vincere, sostanzialmente, tutti.

Il manuale Cencelli ai mondiali

È, in buona sostanza, il sempre valido principio del “manuale Cencelli”, con il quale il presidente della Fifa, Gianni Infantino, mira a blindare la propria posizione al vertice del calcio internazionale, sulla cui poltrona siede dal 2016 ed è al terzo mandato, dotando di uno strapuntino tutti gli alleati – che per lui significano voti – con una visione che si porta al 2034, a un Mondiale per l’organizzazione del quale il nuovo grande stakeholder del pallone, l’Arabia Saudita, ha proprio appena annunciato l’intenzione di concorrere.

Per l’Arabia Saudita c’è tempo, e forse anche in questa chiave Infantino ha deciso di anticipare la scelta del 2030. Per il quale, originariamente, le candidature erano due: Marocco, Portogallo e Spagna da un lato, Argentina, Paraguay e Uruguay dall’altro. Formalmente ha vinto la prima, perché saranno appunto il Marocco – che ha una lunga storia di candidature bocciate – insieme al Portogallo e alla Spagna i co-host, ma la Fifa, un po’ per questioni di storia (il primo Mondiale, quello del 1930, si giocò in Uruguay) e soprattutto per questioni di convenienza politica, si è inventata la possibilità, per Argentina, Uruguay e Paraguay, di ospitare alcune delle partite iniziali, gli “anniversary match”.

Non solo: tutte e sei le nazionali dei Paesi ospitanti, a prescindere, avranno garantito un posto nel torneo, anche questo un aspetto da non sottovalutare in ottica do ut des, soprattutto per quelle formazioni, tipo il Paraguay, che ultimamente fanno una dannata fatica a qualificarsi. 

Il lodo Ceferin ai Mondiali

Martedì 10 ottobre poi, come previsto, l’Uefa ha assegnato gli Europei del 2032 a Italia e Turchia, che avevano presentato a fine luglio 2023 una lettera di intenti per procedere a una candidatura congiunta, dopo avere presentato le rispettive candidature disgiunte in primavera, seguendo tutte le tappe formali del bid process. Bid process le cui regole sono saltate, gettate a mare in ossequio al principio del mantenimento delle alleanze con partner politici-elettorali piuttosto affidabili per l’attuale presidente Uefa, al punto che l’assegnazione congiunta a Italia e Turchia potrebbe essere definita una sorta di “lodo Ceferin”.

Aleksander Ceferin, oggi, sta svolgendo il suo terzo mandato da presidente. Vincente su van Praag (42 voti su 55) nel 2016, rieletto come candidato unico nel 2019 e nel 2023, resterà in carica sino al 2027, almeno da programma, e nella sua mente quello attuale, come per Infantino, è il mandato che ritiene più importante, in ottica di gestione del potere e organizzativa. Pertanto non l’ultimo, nelle sue idee, sebbene l’Uefa oggi attenda la pronuncia della Corte di Giustizia europea sul caso Superlega, potenzialmente dirompente, e per questo accontentare in un colpo solo sette federazioni (Inghilterra, Galles, Scozia, Irlanda del Nord, Repubblica d’Irlanda, Italia, Turchia) con appena due Europei significa garantirsi una base elettorale sempre più solida, sempre che gli eventi non precipitino.

Consenso

Ecco, in sintesi, cosa significa avere un Mondiale condiviso tra Caf (confederazione africana), Uefa (europea) e Conmebol (sudamericana) in coincidenza con la candidatura saudita per il 2034, e assegnare in un unico momento due Europei che coinvolgono sette federazioni: una strategia funzionale al consenso, più che al calcio.