Home Primo Piano Diritti tv, il prezzo non è giusto. Il canale della Lega Serie A non è utopia

Diritti tv, il prezzo non è giusto. Il canale della Lega Serie A non è utopia

Diritti tv, il prezzo non è giusto. Il canale della Lega Serie A non è utopia

Il prezzo non è giusto. Questo, almeno, ha pensato la Lega di Serie A all’apertura delle buste per l’assegnazione dei diritti di trasmissione interni (e cioè in Italia) del campionato a partire dal campionato 2024-25: 1,15 miliardi di euro l’anno l’obiettivo, mentre i broadcaster interessati – stando a quanto filtrato – alla prima deadline di giugno avevano offerto appena più della metà. Chi? Sky, Dazn e Mediaset, mentre Amazon e Rai non sono nemmeno entrate nella mischia. Pessimo segnale, e del resto anche le trattative private che sono seguite non hanno minimamente soddisfatto la Lega, essendo state più basse dei 927,5 milioni raccolti tra Dazn e Sky per il triennio 2021-2024.

Diritti tv: il prezzo non è giusto

Dopo la sbornia di chi ha pensato che bastassero un Europeo vinto (2021) e quattro finaliste nelle ultime due edizioni delle tre coppe europee – unica vincente la Roma, in Conference, nel 2022 – per parlare di Rinascimento del calcio italiano, la realtà ha chiarito che il prodotto, la Serie A, convince il giusto.

Quanto? Non abbastanza per impegnarsi a certe cifre per cinque anni (il bando, originariamente triennale, può assegnare i diritti per cinque stagioni grazie a uno specifico emendamento, voluto dal senatore Lotito, e inserito nel decreto Aiuti quater) su un campionato dalla governance poco lungimirante, indebolito da una giustizia sportiva poco credibile e snobbato dai grandi calciatori, un torneo che i giovani talenti e alcuni campioni stranieri considerano giusto un trampolino o una tappa (da Salah a De Ligt, da Skriniar a Kim, da Alisson a Donnarumma) e oggi perde anche chi, come Brozovic, preferisce, legittimamente, i faraonici contratti sauditi. 

Le trattative vanno avanti, con intoppi

Vale la pena infatti ricordare che, se per il triennio 2015-2018 la A aveva ottenuto 843 milioni in diritti interni dai pacchetti ceduti a Sky e Mediaset, l’asta 2018-2021 ne aveva portati oltre 973, lasciando immaginare magnifiche sorti e progressive. Invece già il triennio successivo, 2021-2024, si era chiuso con un calo sino a 927,5 milioni nonostante, al momento dell’assegnazione, in A ci fosse ancora Cristiano Ronaldo. Il tutto mentre, altrove, gli introiti crescevano: certo in Premier, letteralmente un altro mondo (il massimo campionato inglese arrivò al miliardo di euro per i diritti interni nel 2012, nell’ultimo bando superò i due e per il prossimo conta almeno di raddoppiarli), ma anche nella Liga (1,15 miliardi l’ultimo bando) e Liga (1,1).

Le trattative andranno avanti, ma la Lega sa che non raggiungerà quanto sperato. Dovesse incassare dai vari pacchetti una cifra non molto inferiore ai 930 milioni potrebbe accontentarsi, ma per superare l’impasse sembra avvicinarsi sempre di più l’ipotesi della creazione di un canale di Lega. Cosa sarebbe? Un canale a pagamento, un prodotto fatto e finito con le dirette (e le repliche) delle partite, ma pure con programmi di approfondimento prodotti e gestiti dalla Lega di A, che si troverebbe a essere editore del canale e ne assegnerebbe la licenza per commercializzarlo e distribuirlo. Un canale per produrre il quale la Lega dovrebbe affidarsi a qualificati operatori del settore, dal momento che un progetto del genere non si può improvvisare, anche perché pure in questo caso la Lega chiede una cifra significativa.

Il canale della Lega per gestire i diritti non è utopia

Il bando è consultabile online e propone un contratto valido dieci stagioni (fino al 2033-34). Si legge: “Lega Serie A valuterà le offerte ricevute, sulla base di criteri qualitativi ed economici, a propria discrezione. L’impianto economico deve, in ogni caso, includere un importo minimo garantito almeno pari a euro 1.200.000.000“. Sono arrivate in busta chiusa manifestazioni di interesse da parte sei soggetti ed entro il 2 agosto la Lega dovrà decidere se assegnare i diritti di cui sopra in base all’esito delle trattative, oppure aprire le buste per quella che, sinora, era parsa l’extrema ratio.

Proprio per questo sembra farsi strada anche un’ipotesi ibrida, con il neonato Lega Channel che produrrebbe e trasmetterebbe tre partite (per poi commercializzarle), mentre il resto verrebbe assegnato nelle trattative private. Ne ha scritto La Repubblica, e del resto l’ad De Siervo, più volte ha parlato del canale della Lega come di un obiettivo primario. Non è esattamente così, ma siccome nulla sta andando come previsto, tanto vale far finta di crederci.