Home Politics POV – Silvio c’era. Cronaca di un funerale che è gia storia

POV – Silvio c’era. Cronaca di un funerale che è gia storia

POV – Silvio c’era. Cronaca di un funerale che è gia storia

“Menomale che Berlusconi muore solo una volta”. La voce di una ragazza fuori dalla metro Missori, appena scopre che la metro gialla non fermerà a Duomo per i funerali del Cavaliere, fa da contraltare all’entusiasmo delle migliaia delle persone in piazza Duomo. Assiepate, unite, cantano e gridano slogan: sembra lo stadio ma anche un concerto. Solo che la rockstar o il numero dieci è in cielo. E il sole decide di tornare a splendere a Milano dopo un iniziale giornata grigia. Così tanto che, alle 12, quando esco dalla redazione di True-News.it per raggiungere il Duomo, boccheggio.

Un’atmosfera particolare

Cammino dalla fermata San Babila verso la piazza con la Madonnina e si respira un’atmosfera particolare. Camionette della polizia e tutte le sigle delle forze dell’ordine si alternano ai manifestanti con le bandiere di Forza Italia ed alcuni increduli turisti stranieri. Due ragazze, i cui lineamenti fanno presumere una provenienza nord europea, si chiedono stupefatte cosa stia accadendo. E io mi domando: ma non eravamo famosi all’estero per pizza, mandolino e Berlusconi? Come ci prenderanno in giro ora?

Gerry Scotti: “Berlusconi mi disse che somiglio a un ragioniere di Monza”

Tralascio il pensiero. C’è da farsi spazio nella marea di giornaliste e giornalisti, venuti da tutta Europa. Molti vagano sperduti a caccia di dichiarazioni, vip, foto. I cameramen corrono e sudano. Da viale Marconi scopro che arrivano tutti i personaggi più attesi: autorità, celebrità televisive, politici e sportivi. Mi piazzo accanto ai colleghi di Mediaset che, ovviamente, conoscono tutti. Quindi qualsiasi volto del Biscione non esita a fermarsi. Parte Mario Giordano, la sua voce squillante, però, decide di restare quieta. La risparmia per le prossime puntate di “Fuori dal Coro”. Parla, invece, e con commozione, Gerry Scotti. Completo blu, il mitico presentatore ricorda il primo incontro con Berlusconi che notò la “somiglianza con un ragioniere di Monza”.

Da Iva Zanicchi a Barbara D’Urso, da Alba Parietti a Lele Mora

Aneddoti e ricordi, parole di elogio anche da parte di Iva Zanicchi, in forma smagliante, e di Barbara d’Urso, potremmo dire la regina di Mediaset. Appena la noto, al di là della transenna che divide i patrizi dai plebei, apro la fotocamera dello smartphone: lei subito si mette in posa e inscena un pollice d’approvazione. Poi racconta, con una tristezza percepibile, delle “telefonate di Silvio per complimentarsi dei suoi programmi”.à

L’euforia da dichiarazione travolge i cronisti

La sfilata di vip prosegue con Alba Parietti, Lele Mora, tutti i calciatori del Monza. Non vedo Galliani, peccato. Intanto, alla destra del Duomo, si aggira Alessandra Mussolini: anche da lei elogi a Berlusconi. L’aria si fa frizzante. A un certo punto sembra quasi passare in secondo piano l’atmosfera solita di un funerale. L’euforia da dichiarazione travolge i cronisti. Mentre, dalla piazza, cominciamo a farsi sentire gli effetti del caldo. Una signora, sulla settantina, passa sulla barella accanto alle telecamere, impegnate a riprendere l’arrivo di Angelino Alfano. Testa bassa. Non vuole parlare. Ritorno nel punto d’accesso del gotha televisivo, ma l’incantesimo finisce.

Ore 14: i giornalisti cercano disperatamente acqua e la lucidità per inviare le testimonianze

Sta per arrivare la premier Giorgia Meloni e così tutti i giornalisti sono costretti a cambiare posizione. C’è chi prova a fare il furbetto e a nascondersi, in una sorta di guardia e ladri, c’è chi, come me, immerso nel telefono, si ritrova catapultato, quasi trascinato dalla corrente, nel punto stampa allestito in piazza. Sono le 14, il sole picchia fortissimo. Una fotografa ha le spalle arrossate, una collega le offre gentilmente una crema solare. I cameram bisticciano, sbraitano, cercano la migliore posizione per riprendere l’arrivo del feretro. Altri giornalisti cercano disperatamente acqua e la lucidità per inviare le testimonianze. Io accendo una sigaretta ma vengo richiamato da una signora in prima fila tra il pubblico. Che mi chiede un sotterfugio per superare la transenna. Mi ha preso per un bodyguard? Scopro di sì. Evidentemente le sedute in palestra stanno funzionando. Le dico che sono un giornalista. E subito mi fa: “Ma è di Canale 5?”. Certo, il sogno di un’anziana berlusconiana è comparire sul Biscione. Purtroppo, almeno oggi, deve accontentarsi, di True-News.it.

La signora super fan: “Berlusconi era speciale, lungimirante, generoso”

A cui dichiara: “Sono qui dalle 10 di questa mattina, per me Silvio è tutto”. E’ tutta una lista di aggettivi: “Speciale, Lungimirante, dalla grande umanità, generoso, un ottimo imprenditore”. Le chiedo dei bunga-bunga, della rappresentazione di Berlusconi sessista, e lei – con grande lucidità – mi risponde: “Debolezze”. Scalpita accanto a lei un uomo dal viso sudamericano. Vuole intervenire, gli lascio spazio: “Sono del Perù e tifo per il Milan da sempre. Grande Silvio!”. Percepisco che il tifo per il Milan e la fede politica viaggino sullo stesso binario. Un’altra signora ha infatti una sciarpa del Milan legata a un vessillo tricolore. Mi giro e dal lato sinistro del Duomo passa un’altra barella. Un’altra anziana ansimante per il caldo. E sono due. Ma potrei finirci anche io prima di trovare ristoro sotto un ombrellone piazzato da una tv. Finalmente comincia la cerimonia.

L’omelia di Delpini come Al Pacino

Chiacchiero con una collega della Radio Televisione Svizzera Italiana: “Ho cercato di intervistare solo personaggi famosi, i nostri telespettatori di politica italiana non sanno niente”. C’è un clima di stanchezza ma poi arriva l’omelia di monsignor Delpini che scuote tutti. Vitalità, energia, amore per la vita. Mi rigenera. Come il monologo di Al Pacino in “Ogni Maledetta Domenica”. Dalla piazza, gli ultras milanisti lanciano, a messa terminata, il coro: “C’è solo un presidente”. E si uniscono, dopo il canonico “andate in pace”, anche le attempate groupie in prima fila. Si passa poi all’inno nazionale quando la bara esce dal Duomo. Riesco a vedere pochissimo. Le telecamere hanno la priorità e il dominio sullo spazio di visione. Sono costretto a manovre acrobatiche per scorgere il volto afflitto di Marta Fascina.
Esco dall’area stampa e il clima è paradossale: c’è chi è concentrato sulla cerimonia, commosso, in lacrime, e chi sorridente fa shopping e foto ricordo. Ecco perchè dicono che Berlusconi sia divisivo!

Ritorno nella press zone, tutti in fuga verso l’area da dove escono le autorità. Ma il cordone dei poliziotti stronca qualsiasi sogno di intervista post messa. Io cerco di fare l’eroe: circumnavigo, correndo e sudando, la piazza, per cercare di raggiungere il punto dove fanno ritorno le celebrities. L’obiettivo cade davanti al no secco di un vigoroso poliziotto.
Allora cammino verso la prima fermata metro libera. Con la consapevolezza di aver vissuto un evento che è già nella storia. Comincio a vagare con la mente a come si parlerà di Silvio, del berlusconinsmo e dell’anti-berlusconismo, sui libri di storia, tra tipo vent’anni. Del resto, Berlusconi muore solo una volta.