Home Politics Vita da sindaco: i multiformi (e malpagati) factotum dello Stato

Vita da sindaco: i multiformi (e malpagati) factotum dello Stato

Vita da sindaco: i multiformi (e malpagati) factotum dello Stato

Perchè leggere questo articolo? Dai Tso ai test d’italiano per stranieri, dagli infortuni dei bambini negli asili alla pubblica sicurezza: i sindaci sono responsabili per ogni cosa accade nei loro Comuni. Troppe funzioni. E troppo malpagate. Ma qualcosa sta cambiando

C’è il sindaco di Pontoglio, nel Bresciano, che ha stabilito se una donna di origini marocchine in Italia da ventuno anni meritasse la cittadinanza italiana in base all’esito del test di conoscenza della lingua.

C’è stata la sindaca di Crema che nel giugno del 2021 fu indagata perchè un bambino si era schiacciato le dita nella porta tagliafuoco dell’asilo comunale.

C’è stato il sindaco di Cassinetta di Lugagnano, nel Milanese, che nel 2017 per mancanza di agenti ricoprì per qualche tempo le funzioni di comandante della Polizia locale. Poco dopo lasciò anche il geometra. Ed il sindaco si ritrovò anche responsabile dell’ufficio tecnico.

C’è stata la sindaca di Torino condannata a 18 mesi perchè in Piazza San Carlo il 3 giugno 2017 te persone morirono a causa di disordini durante la proiezione della finale di Champions League.

C’è il sindaco di Rivoli che nel gennaio del 2023, dopo aver firmato il Tso per una donna che aveva dato in escandescenze in municipio, l’ha anche accompagnata in ambulanza sino in ospedale su esplicita richiesta della paziente.

C’è il sindaco di Aprilia che pochi giorni fa ha fatto visita in ospedale ad un bambino di pochi mesi abbandonato dalla madre. In quanto ne è tutore legale.

Portavano le firme dei sindaci di tutta Italia le ordinanze con le quali durante la pandemia Covid era stabilito cosa potessero o non potessero fare i cittadini per evitare la diffusione del Coronavirus.

Funzioni e poteri dei sindaci: cosa dice il Testo unico degli enti locali

Cosa accomuna tutte queste notizie? Il tema è evidentemente quello della estrema varietà di poteri, incombenze, prerogative, funzioni e responsabilità in carico ai primi cittadini italiani. L’articolo 50 del Testo unico degli enti locali, con i suoi dodici punti  (SCARICA QUI), è stato effettivamente redatto con una essenzialità e capacità di sintesi in grado di celare forse anche ai diretti interessati le sfide che attendono chi si accinge a vestire la fascia tricolore (a proposito: al punto 12 si specifica che la stessa è “da portare a tracolla”).

Incarichi la cui reale dimensione si manifesta poi giorno per giorno, al lavoro in Municipio. Ruoli di sovrintendenza al funzionamento dei servizi e degli uffici e dell’esecuzione degli atti. Ma anche all’espletamento delle funzioni statali e regionali delegate al Comune. Gestione dei servizi elettorali, dello stato civile, dell’anagrafe, della leva militare e delle ricerche statistiche. Sicurezza pubblica, tutela ambientale, regolamentazione del traffico. L’incarico in prima linea in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica. Ma anche quello di organizzare gli orari degli esercizi commerciali e dei pubblici esercizi. La nomina dei rappresentanti comunali in enti, aziende e istituzioni. E la nomina dei responsabili degli uffici e dei servizi. Va da sè: dopo aver giurato di osservare lealmente la Costituzione italiana, in primo luogo c’è la responsabilità di amministrare il proprio Comune.

Direttiva talmente ampia e generica, quest’ultima, che infatti nel tempo i vari legislatori, per dare risposta immediata ai bisogni dei cittadini, hanno riempito di una vastissima varietà di funzioni. Leggasi: accolli per i sindaci.

Sindaco: compito ingrato e malpagato. Ma qualcosa sta cambiando

Molte funzioni. Troppe. E troppo poco remunerate. Non è un caso che non ci sia la fila per svolgere il compito. Per il quale, come per certe attività di chi si affaccia nel mondo del lavoro, sembra valere il concetto che sia normale essere pagati in visibilità più che in soldoni. Lo evidenziò chiaramente il sindaco di Milano Beppe Sala durante la campagna elettorale del 2020: “Non ho mai visto come in questa tornata elettorale una difficoltà così significativa a trovare dei candidati perché ci si prende dei rischi importanti, si guadagna poco“.

Qualcosa, va detto, sta cambiando. Anche in modo significativo. La legge di Bilancio 2022 ha introdotto sostanziosi aumenti per l’indennità di funzione che sono entrati pienamente in vigore nel 2024. I sindaci delle Città metropolitane percepiscono ora 13.800 euro mensili lordi, cifra che li equipara ai presidenti di Regione. I sindaci di capoluogo di Regione e Provincia con popolazione superiore ai 100mila abitanti ottengono 11.040 euro mensili lordi. Sono 9.660 euro mensili lordi lo stipendio dei sindaci dei capoluoghi di Provincia con popolazione sino a 100mila abitanti. Quindi, i sindaci di Comuni con oltre 50mila abitanti (6.210 euro mensili lordi), i primi cittadini dei Comuni tra 30mila e 50mila abitanti (4.830 euro), i sindaci dei Comuni sotto i 30mila abitanti (4.140 euro), i sindaci dei Comuni sotto i 10mila abitanti (4.002 euro), sindaci dei Comuni sotto i 5mila abitanti (3.036 euro) e sindaci dei Comuni con popolazione sotto i 3mila abitanti (2.208).

Cifre più ragionevoli, ma che probabilmente mantengono ancora i sindaci una categoria di lavoratori sottopagati.