Home Elezioni Usa 2024 Usa, sui migranti i repubblicani lanciano la “guerra” dell’impeachment per favorire Trump

Usa, sui migranti i repubblicani lanciano la “guerra” dell’impeachment per favorire Trump

Trump escluso primarie Colorado impeachment

L’escalation degli impeachment negli Stati Uniti tocca anche l’amministrazione di Joe Biden. Dopo che, nell’amministrazione di Donald Trump, per due volte era stato il presidente stesso a esser messo in stato d’accusa dalla Camera dei Rappresentanti a guida democratica ora è sempre la stessa organizzazione, a risicato controllo repubblicano, a diventare “tribunale” contro un esponente democratico. Nel mirino c’è il segretario alla Sicurezza interna Alejandro Mayorkas, che la Camera ha messo in stato d’accusa con 214 voti a favore, tutti repubblicani, e 213 contrari.

Cosa c’è dietro l’assedio a Mayorkas

Mayorkas ha affrontato due articoli di impeachment presentati dal Comitato per la Sicurezza Nazionale sostenenti che nella sua gestione si è continuamente rifiutato “volontariamente e sistematicamente” di far rispettare le leggi esistenti sull’immigrazione. Inoltre, i deputati repubblicani firmatari della missiva accusano che Mayorkas ha sistematicamente violato la fiducia del pubblico mentendo al Congresso e dicendo che il confine era sicuro. Tre repubblicani, dissociatisi dal loro partito, non sono riusciti a fermare la procedura: Mike Gallagher (Wisconsin), Ken Buck (Colombia) e Tom McClintock (California).l

I repubblicani ottengono il loro obiettivo: fare del Congresso una tribuna contro l’amministrazione Biden. Ed elevare a disputa istituzionale la polemica, tutta politica, sulla gestione della crisi di confine dei migranti cavalcata dall’amministrazione del Texas. Mayorkas era da settimane in lotta con il governatore del Texas, Greg Abbott: quest’ultimo ha innalzato il livello di contrasto ai transiti dei migranti alle frontiere col Messico negli ultimi mesi e iniziato in autunno a inviare un quantitativo costante di autobus pieni di richiedenti asilo dal Texas alle città dell’East Coast governate dai democratici, tra cui New York, New Jersey e Chicago, costringendo i funzionari locali ad affannarsi per accogliere i migranti.

L’uso politico dell’impeachment

“La lotta tra il Texas e il governo federale per il controllo del confine tra Stati Uniti e Messico si è ulteriormente intensificata dopo che il governatore dello stato, Greg Abbott, ha annunciato che avrebbe sfidato l’amministrazione Biden e la Corte suprema degli Stati Uniti ordinando l’installazione di ancora più filo spinato per scoraggiare l’immigrazione”, ha notato il Guardian. Mayorkas aveva ordinato di ridimensionare i poderosi reticolati posti dal Texas al confine e di ridurre la durissima sorveglianza della Guardia Nazionale ai confini dopo che la Corte Suprema di Washington, che è guidata da esponenti conservatori vicini ai repubblicani, ha votato 5-4 a favore di una riduzione delle durissime misure di controllo. Ritenute potenzialmente pericolose e letali per chi si affanna a attraversare la frontiera.
Mayorkas guida una sorta di super-ministero dell’Interno che unisce poteri di controllo della frontiera, di gestione dell’immigrazione e di profilazione di sospetti costruito da George W. Bush dopo l’11 settembre e operativo dal 2002. Mettere sotto accusa l’Homeland Security per motivi sostanzialmente politici è un modo con cui i repubblicani e lo Speaker della Camera, Mike Johnson, mirano a fare campagna elettorale da qui a novembre per far saltare il banco nel giudizio degli americani sulla politica migratoria di Biden. Un’altra questione tutta politica nella battaglia americana delle idee e nell’uso partigiano delle istituzioni. Deplorevole? Assolutamente sì. Ma chi è causa del suo male, in parte, deve piangere sé stesso. Quello a Mayorkas è un processo politico. Ma lo fu, a suo modo, anche il primo impeachment di Trump. Quando si fa partigiana un’istituzione crea un precedente pericoloso. E quando ciò riguarda la prima democrazia del mondo i problemi sono evidenti.