Home Politics Santoro vs Alemanno. Gli opposti pacifismi alle Europee

Santoro vs Alemanno. Gli opposti pacifismi alle Europee

michele santoro candidato m5s

Perché leggere questo articolo? Michele Santoro e Gianni Alemanno stanno tornando alla ribalta. Uno a sinistra e l’altro a destra. Entrambi contro la guerra in Ucraina e contro la Nato. Tutti e due aspirano a una candidatura alle prossime elezioni europee.

Gli opposti pacifismi di Santoro e Alemanno

Il rosso e il nero. Dagli opposti estremismi agli opposti pacifismi. Michele Santoro e Gianni Alemanno. Due vecchie conoscenze dello scenario politico-mediatico, tornate alla ribalta come voci autoproclamatesi “controcorrente” sulla guerra in Ucraina. Entrambi sono convinti che ci sia uno spazio “antisistema”, fuori dalla collocazione atlantista dell’Italia. Sia Alemanno sia Santoro guardano alle elezioni europee dell’anno prossimo come a un’opportunità per occupare uno spazio politico. Uno a destra della destra l’anno a sinistra della sinistra. Opposti estremismi che hanno in comune l’avversione per gli aiuti militari a Kiev e si rivolgono a quella percentuale di italiani che mal sopporta il sostegno senza condizioni al presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Santoro alla Versiliana con De Magistris

Ovviamente la coppia non ha l’ambizione di allearsi, ma tutti e due aspirano a una candidatura. Michele Santoro sabato 26 agosto è stato alla Versiliana con Raniero La Valle, Ginevra Bompiani e l’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris. “E se spuntasse un arcobaleno?”, il titolo dell’incontro. Il giornalista di sinistra non si nasconde e pubblica un appello via social. “La Versiliana sarà un piccolo test per capire se quello mio e di Raniero è un sogno condiviso da molti”, scrive Santoro. “In quella occasione sarà chiaro se e in quale forma può cominciare a esistere ‘il partito che non c’è’, se vale la pena presentare una lista alle europee”, si espone l’ex conduttore. Una formazione oltre i rossoverdi di Alleanza Verdi e Sinistra Italiana, che guarda a Unione Popolare, il cartello lanciato da De Magistris con Rifondazione Comunista alle ultime elezioni politiche. Il tema distintivo è la pace, in competizione con tutti i partiti che a sinistra “non hanno messo il tema della pace in testa alla loro agenda politica”, ha detto Santoro a Il Manifesto giovedì.

Alemanno a Orvieto con i leghisti

Per il giornalista, già europarlamentare, quindi non bastano i no alle armi del M5s di Giuseppe Conte e i proclami pacifisti della segretaria del Pd Elly Schlein. Allo stesso modo, Alemanno vuole andare oltre Fratelli d’Italia e l’atlantismo senza crepe della premier Giorgia Meloni. Lo ha fatto lanciando il Forum per l’Indipendenza italiana a fine luglio a Orvieto. Un evento a cui hanno preso parte ben 38 sigle della destra e del mondo sovranista e populista, che non si riconoscono nella svolta conservatrice di Meloni. Un’iniziativa, quella dell’ex ministro ed ex sindaco di Roma, disertata dalla classe parlamentare di Fdi. In Umbria, invece, c’erano degli esponenti della Lega di Matteo Salvini: i due eurodeputati del gruppo lepenista a Bruxelles Marco Zanni e Antonio Rinaldi e l’ex senatore cattolico tradizionalista Simone Pillon.

Alemanno tra Paragone e Salvini

Tra un’ospitata a un talk show e l’altra, Alemanno prende tempo e non conferma l’ipotesi di una sua candidatura alle elezioni europee. Eppure forse ha anche più chance di correre rispetto a Santoro. Nonostante gli avvertimenti di Fdi, che considererebbe la corsa di Alemanno con il Carroccio alla stregua di “un atto ostile”, circola ancora con insistenza l’indiscrezione di una candidatura dell’ex colonnello della destra sociale di An come indipendente nelle liste della Lega. Sarebbe un test per misurare l’esistenza di un consenso populista a destra oltre Meloni, un modo per ravvivare la leadership di Salvini. L’alternativa? Un apparentamento del Forum di Alemanno con Italexit di Gianluigi Paragone, movimento che ha conquistato il 2% alle elezioni politiche dell’anno scorso.