Home Politics Regionali, caos centrodestra in Sardegna. Ma Pd e M5S potrebbero non approfittarne

Regionali, caos centrodestra in Sardegna. Ma Pd e M5S potrebbero non approfittarne

Regionali, caos centrodestra in Sardegna. Ma Pd e M5S potrebbero non approfittarne

Le Regionali si avvicinano e, assieme alle Europee, stanno logorando il centrodestra. In particolare in Sardegna. Ma il centrosinistra potrebbe non riuscire ad approfittarne. I due leader dell’opposizione, Elly Schlein e Giuseppe Conte, si contendono il primato del centrosinistra. E Azione prende le distanze dalla scelta di sostenere Alessandra Todde. Carlo Calenda ha spiegato chiaramente la posizione dei centristi: “Appoggiamo Soru, vale venti Todde, lei non è in grado di gestire la Regione”. True News ha intervistato il deputato di Azione Fabrizio Benzoni per parlare di Regionali e non solo: “Schlein e Conte? Nessuno di loro può essere il leader del centrosinistra”

L’election day in Sardegna è vicino. Quali saranno, secondo lei, i risultati?

Il dato della Sardegna è interessante. Si tratta di una regione dove prevale lo schiacciamento totale del Partito Democratico il quale di fronte alla divisione delle destre e ad una chiara difficoltà al governo che può essere scalfita, fa un accordo dall’alto con il Movimento 5 Stelle proponendo una candidatura debole. La Schlein ha dato il via ad un’alleanza con i pentastellati che in Sardegna rappresentano il partito populista del “no ai rigassificatori”, agli investimenti energetici e di una grande negazione in generale. Inoltre hanno rinunciato a Soru, un candidato moderato e progressista.

Carlo Calenda ha affermato: «Appoggiamo Soru, vale venti Todde, lei non è in grado di gestire la Regione». Su quali punti, secondo lei, è particolarmente carente la candidata del centro sinistra?

Azione non può supportare una candidata del Movimento 5 Stelle che non rappresenta i nostri principi. Casa nostra è con Soru, sperando che prenda il miglior risultato possibile. Il centrodestra sta facendo la stessa cosa che fa l’opposizione, a Roma si opta per il governatore indipendentemente dalla valutazione del candidato. Questo viene scelto nelle quote di divisioni dei governatori. Non gli interessa se il governatore uscente ha governato bene o male. Questa politica non ci appartiene, abbiamo trovato in Soru le caratteristiche che sono nel nostro programma.

Come vede la diatriba tra Fdi e Lega in merito a queste regionali sarde? Il centrodestra perde di credibilità? Influirà sull’elettorato in maniera negativa?

Secondo me un po’ influirà sul voto di opinione. La memoria sarà corta ma comunque non credo che questa diatriba verrà dimenticata e in qualunque caso avrà degli strascichi importanti sia per come è stata costruita che per l’incapacità di fare politica territoriale. Comunque che si scelga Solinas o l’altro candidato un pezzo di gruppo non si sentirà riconosciuto per la decisione finale e quindi il malcontento si tradurrà nell’appoggio ad altre liste, lasciare il voto libero o portando a non andare addirittura a votare.

Le prossime regioni che andranno al voto, oltre alla Sardegna, sono Abruzzo, Basilicata, Piemonte e Umbria. Azione potrebbe presentare un proprio candidato?

Azione è un partito che, dove c’è il proporzionale, punta a radicarsi. Lo farà anche alle elezioni europee e lo ha fatto anche alle amministrative. L’obiettivo è quello di allearsi con quelle forze che hanno uno spirito comune. Un esempio è l’Abruzzo dove, con un’eccezione al nostro spirito, siamo con il centrosinistra perché a capo della coalizione c’è una figura che rappresenta tutti, è autorevole, capace e meritevole. In Piemonte, invece, stiamo valutando l’ingresso in una coalizione a sostengo di Cirio, che è moderato di centrodestra e può spostare al centro l’azione di governo piemontese. Ci saranno situazioni in cui supporteremo o proporremo il nostro candidato e ci saranno casi in cui non trovando la coalizione che ci rappresenta andremo da soli.

Chi sarà, secondo lei, il prossimo vero leader del centrosinistra? Schlein o Conte?

Che sia Schlein o Conte non sarà comunque il leader del centrosinistra. Questa figura dev’essere trovata soprattutto se i leader della sinistra sono loro. C’è un elettorato, moderato del centrosinistra che non si può riconoscere in quello che rappresentano queste figure.