Home Politics Pomicino dà i voti: “Solo Meloni 6–, tutti gli altri bocciati. Schlein Calimero”

Pomicino dà i voti: “Solo Meloni 6–, tutti gli altri bocciati. Schlein Calimero”

Pomicino dà i voti: "Solo Meloni 6--, tutti gli altri bocciati. Schlein Calimero"

Perché leggere questo articolo? True-news.it ha intervistato Paolo Cirino Pomicino per valutare i leader dei principali partiti. Il pagellone è un po’ impietoso: si salva solo Meloni (6 meno meno). Schlein fa tenerezza e Salvini vent’anni fa… 

Non ci sono più i politici di una volta. Quante volte abbiamo sentito questa massima sui bei tempi andati. La comparazione, però, può assumere una rilevanza differente, se a farla non è la proverbiale casalinga di Voghera o lo zio alticcio al pranzo di Natale, ma un notabile della Prima Repubblica che sa ancora il fatto suo. Paolo Cirino Pomicino, più volte parlamentare e ministro in quota Democrazia Cristiana, è ancora attivo nel dibattito politico. E per True-News.it dà i voti ai leader politici attualmente in parlamento. Un pagellone, diciamolo subito, abbastanza impietoso.

Onorevole Pomicino, come è cambiata la figura del politico rispetto a quando in Parlamento c’era lei?

Quella politica non c’è più. E in questi giorni ne stiamo avendo una pessima rappresentazione, da Salvini a Pontida fino alla Schlein in uno studio televisivo. Si salva solo la premier Meloni, ma ahi lei, è circondata da teste non pensanti.

Insomma, non ci sono più i politici di una volta?

Di recente, ho visto due video su Dagospia – che tra l’altro ho inviato io alla redazione – di Andreotti e Craxi, che negli anni Ottanta gridavano in aula come si dovesse fare attenzione al dramma dell’Africa, per evitare una migrazione biblica. Non erano veggenti, erano politici che guardavano oltre il loro naso. Oggi abbiamo solo solo banali commenti e guerreschi quotidiani.

Il video in questione è su TikTok, ci vuol dire che l’0norevole Pomicino è sul social più diffuso tra i millenials?

Accenna una risata e non risponde.

Torniamo seri. Che voto darebbe a questo primo anno di Meloni?

Meloni, invece, sul piano internazionale si è mossa intelligentemente. Seguendo la tradizionale ortodossia della società italiana: in politica estera l’unità e l’interesse nazionale sono molto presenti. Le do la sufficienza, ma stiracchiata: sei meno meno. Perché comunque ha commesso delle ingenuità. Su tutte, il memorandum con la Tunisia. Per fare un accordo serio occorrono investimenti importanti, come fece Merkel dando sei miliardi in tempi rapidi a Erdogan. A quei tempi però c’era Renzi premier e si perse l’occasione di mettere l’attenzione sulla rotta mediterranea.

Come giudica i leader alleati di Meloni al governo?

Povera Meloni, mi verrebbe da dire. Ha un sacco di problemi interni. Lei è l’unica, insieme a Giorgetti, che parla di coperture. Tutti gli altri – da Tajani ai ministri vari – danno solo i numeri, parlano di spese senza dire poi dove andranno a coprirle. Una cosa mai vista nella mia storia politica. Per non parlare di Salvini, in un incontro con l’allora Presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi – che sarebbe poi divenuto Presidente della Repubblica – si vantò di essere “un comunista padano”. Adesso è a destra della destra. Sconvolgente come si possa cambiare.

Passiamo all’opposizione, qual è il giudizio di Pomicino sulla neosegretaria del Pd, Elly Schlein?

Schlein mi sembra Calimero (per i millennials su TikTok, un cartone animato con protagonista un pulcino bagnato, ndr). Non so dire altro se non manifestare la mia simpatia umana. Non si capisce di cosa parla e a volte va proprio nel pallone. Nell’ultima intervista televisiva a La7 con Lilli Gruber e Giannini ha balbettato. Se penso che nel partito erede di Palmiro Togliatti ora c’è il movimentismo della Schlein… Il paese è in declino.

In declino sembra anche il centro, di cui lei e la Democrazia Cristiana siete stati protagonisti. Cosa ne pensa della faida Renzi-Calenda?

Di loro due non c’è nulla da dire. Il declino è generale, con tutti questi partiti personalizzati, senza quadri, formazione culturale e organizzazione territoriale. Non è un caso se in qualsiasi altra zona dell’Eurozona non si trovano partiti tipo Azione, Italia Viva e i vari Forza qua, Forza là. E’ una cosa da Disneyland, non politica.