Home Politics ⁠Il Pd contro le correnti pensa a…una autocertificazione

⁠Il Pd contro le correnti pensa a…una autocertificazione

⁠Il Pd contro le correnti pensa a…un’autocertificazione

Perché leggere questo articolo? Dopo gli scandali in Puglia, il Pd di Elly Schlein pensa a un codice etico (che già esiste), in cui spunta anche una autocertificazione

La questione morale finisce in commedia. Il nuovo codice etico che Elly Schlein starebbe abbozzando dopo gli scandali pugliesi è la fine della politica. Le inchieste di Bari e Torino stanno avendo conseguenze politiche enormi. Per cominciare, stanno spazzando via il Campo Largo giallorosso. Ma si sono abbattute come un macigno anche sul senior partner dell’alleanza. Il Pd governa in Puglia e a Bari da un ventennio, dunque la buona volontà di Emiliano e Decaro non basta. Una responsabilità politica (non giudiziaria) esiste. E il Pd ci sta facendo i conti nel peggior modo possibile. Come sempre, quando si parla di Partito democratico, c’è un convitato di pietra: le correnti interne.

Il Pd e la (mancata) resa dei conti con le correnti

Schlein sfida le correnti dem: “Sulle liste per la Ue decido io”. Questo è il titolo di retroscena di Carmelo Lopapa su Repubblica lunedì ha ricostruito una serie di virgolettati della segretaria Pd ai suoi sodali. La vera era Schelin, stando a Repubblica, inizierà dopo il voto alle Europee. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. All’indomani del 9 giugno si avvierà la nuovelle epoque con una “Conferenza di Organizzazione per pianificare“. Con questo nome emblematico la kermesse della nuova stagione ha l’obiettivo di portare nel Pd “rinnovamento e pulizia sui territori”.

Nell’attesa della venuta della vera segreteria, Schlein prepara la vera resa dei conti: quella che passa attraverso le liste per le Europee. Che fare per uscire dal pantano delle inchieste? Il Pd prova a reagire scegliendo la linea dura. Schlein dichiara guerra: a cacicchi, capi-bastone o capi-corrente che si voglia. Tante belle parole per dire basta alle correnti. Che a ben guardare altro non sono che cordate, gruppi di interesse che in un grande partito è anche normale che ci siano, con e contro la segretaria. Infatti, dalla fondazione del Pd nel 2008 si sono alternati dieci segretari, mentre le correnti sono ancora lì. Peraltro, le più importanti correnti attuali del Pd hanno recentemente supportato Elly Schlein. Molti capopopolo si sono dichiarati dopo le primarie, ma poco importa.

Il nuovo codice etico Pd con tanto di autocertificazione

Il Pd allora corre ai ripari. Come? Con paletti più rigidi per i candidati alle prossime elezioni. Gli aspiranti dovranno firmare un nuovo regolamento. Che di base prevede le stesse cose di prima: i candidati devono presentare il loro certificato penale, coi carichi pendenti (era ampiamente previsto già dal Codice etico). La grossa novità è l’introduzione dello strumento che negli ultimi anni ci ha reso grandi nel mondo: l’autocertificazione.

Dalla Campania arriverebbe la nuova carta vincente contro i cacicchi. Il senatore e Commissario regionale del partito, Antonio Misiani, ha messo a punto, insieme ai segretari provinciali, un nuovo ‘Codice di autoregolamentazione’ per i candidati che “potrebbe benissimo essere esteso ovunque”. E che verrà ufficializzato per la prima volta nelle prossime ore in una riunione di partito campano. Si tratta di un pacchetto di misure che inchioda il candidato all’obbligo di trasparenza e moralità. Si legge che “d’ora in poi nel Pd si dovrà sottoscrivere una dichiarazione contenente l’impegno a denunciare alle forze dell’ordine eventuali tentavi di condizionamento del voto”. I candidati dem dovranno impegnarsi a improntare la loro azione politica al contrasto a ogni forma di criminalità organizzata.

Dal 1981 rivoluzione morale permanente

La soluzione di un annoso problema dunque passa dal compilare un modulo. Può andare, forse, in azienda o per circolare durante la pandemia. Ma in politica… In un partito progressista, poi, no! Il più grande partito della sinistra italiana conosce una “rivoluzione morale permanente”, da più di quarant’anni. Nel 1981 Enrico Berlinguer lanciava la “questione morale”. Da allora è stato un diluvio di codici etici e statuti vari che si sommano ai vari collegi del probiviri, al comitato dei garanti, al codice di autoregolamentazione, alla legge anti-corruzione, al codice antimafia varato da Rosy Bindi. Ci sono problemi? Firma il modulo per cancellarli.