Home Politics “L’alleanza tra Alemanno e Rizzo? I rossobruni dovrebbero gioirne”

“L’alleanza tra Alemanno e Rizzo? I rossobruni dovrebbero gioirne”

“L’alleanza tra Alemanno e Rizzo? I rossobruni dovrebbero gioirne”

Perché questo articolo potrebbe interessarti? Anche se i due non costituiranno un partito comune, l’incontro tra Alemanno e Rizzo previsto in un forum organizzato dall’ex sindaco di Roma sta facendo discutere e non poco. Per molti si tratta della più importante convergenza rossobruna, basata sulla comune critica all’attuale rotta politica ed economica dell’Italia: “Ogni rossobruno – ha commentato su True News Fernando Rossi, ex senatore del partito di Rizzo – dovrebbe gioire all’idea di un incontro tra i due”.

Da una parte uno dei rappresentanti della destra italiana, negli anni in grado di arrivare anche a ricoprire cariche importanti come quella di sindaco di Roma. Dall’altra, un nome che evoca il rifiuto della svolta della Bolognina e dell’abbandono della falce e martello tra i partiti di sinistra. Il riferimento è, rispettivamente, a Gianni Alemanno e Marco Rizzo. Apparentemente agli antipodi, in realtà i due nei prossimi giorni si ritroveranno faccia a faccia nell’evento di lancio del “Forum per l’indipendenza italiana”.

Un nome quest’ultimo che dovrebbe identificare un nuovo soggetto politico guidato da Alemanno. Il clamore dell’invito rivolto a Rizzo, ha in un primo momento fatto pensare a un nuovo partito composto sia dall’ex sindaco di Roma che dall’ex parlamentare del Partito dei Comunisti Italiani. In realtà, come spiegato dallo stesso Rizzo intervistato su Today, si tratta solo di un invito accettato per una tavola rotonda e nulla più. Resta però la curiosità di vedere i due assieme. Anche se in Italia il concetto di “rossobrunismo” è oramai sdoganato: “Anzi – ha commentato su TrueNews l’ex senatore del PdCI, Fernando Rossi – un rossobruno per questa notizia dovrebbe gioire”.

Il nuovo movimento lanciato da Alemanno

L’appuntamento per la tavola rotonda è per i prossimi 25 e 26 novembre, all’interno del Palace Hotel di Roma. È qui che Gianni Alemanno ha riunito i suoi fedelissimi, i suoi collaboratori e chi ha interesse a discutere dei temi messi in agenda. Tra tutti, la guerra, l’attuale situazione economica e, più in generale, “l’indipendenza dell’Italia”. Il nome del forum dovrebbe rispecchiare quello che l’ex sindaco dovrebbe attribuire al suo movimento.

Del resto non è la prima volta che si parla di Forum per l’indipendenza. Nello scorso mese di luglio, è stato lo stesso Alemanno a indire discussioni sotto la dicitura di Forum per l’indipendenza in un incontro svolto a Orvieto. Un luogo non casuale: la città umbra è una storica sede dei raduni della cosiddetta Destra Sociale. La corrente cioè che, all’interno dei movimenti più a destra, ha sempre puntato l’attenzione su problematiche di natura sociale. Prima tra le fila del Fronte della Gioventù e poi dentro l’Msi e Alleanza Nazionale, Gianni Alemanno ha portato avanti la corrente della Destra Sociale. Contrapponendosi più volte rispetto alle correnti più liberali di cui è figlia invece Giorgia Meloni.

Non è certo un caso se i rapporti tra l’ex sindaco di Roma e l’attuale presidente del consiglio non sono mai stati idilliaci. Terminata l’esperienza al Campidoglio, Alemanno per due volte è prima entrato e poi uscito da Fratelli d’Italia. L’ultimo addio al partito del premier lo ha riservato un mese prima delle politiche del 2022, quando ha annunciato di appoggiare Italexit. La guerra in Ucraina, l’opposizione all’invio di aiuti italiani a Kiev, l’atlantismo del governo Meloni, sono tutti temi che hanno sancito il definitivo abbandono di Fratelli d’Italia. E la convergenza con movimenti o associazioni apparentemente lontane. Adesso l’idea di un nuovo movimento: “Se Alemanno fa davvero un partito assieme a gente proveniente da altre aree – è il commento rilasciato su TrueNews dal giornalista Lorenzo Vita – potrebbe avere un discreto successo social, anche se non in termini di voti”.

Come mai l’ex sindaco di Roma si è rivolto a Rizzo

Alemanno ha affidato proprio ai social la spiegazione dell’invito rinvolto a Marco Rizzo: “Per la prima volta nella storia ci confronteremo con i fondatori di Democrazia sovrana e popolare Marco Rizzo e Francesco Toscano – ha scritto l’ex primo cittadino della capitale – Persone che arrivano da fronti opposti ai nostri, ma che come noi sanno che senza una vera indipendenza nazionale non si può costruire né sviluppo economico né giustizia sociale. Questa è la base per costruire il cambiamento, in tempi e modi tutti da scoprire”.

In poche parole, Alemanno sembra voler sottolineare come le convergenze al momento superino le divergenze con i movimenti considerati più a sinistra. Circostanza confermata anche dallo stesso Marco Rizzo nell’intervista su Today: “Alemanno è contro la guerra – ha dichiarato – io vado a discutere con lui a una tavola rotonda, insieme ad altri che certo non hanno quelle idee politiche”. Da qui anche una precisazione: “Alemanno ha organizzato il congresso fondativo di una cosa sua – ha spiegato l’ex deputato del PdCI – e all’interno dell’evento c’è una tavola rotonda sui temi del dissenso. Io partecipo alla tavola rotonda, non certo al congresso fondativo. Noi abbiamo il congresso fondativo di Democrazia Sovrana e Popolare a gennaio”.

Dunque, nessuna convergenza all’interno di un unico movimento. Il 25 novembre si tratterà solo di una discussione, la quale però sancirà una convergenza di natura ideologica tra un ex rappresentante della Destra Sociale e un ex parlamentare comunista. Segno di come, tra i meandri politici extraparlamentari, idee comuni su argomenti avvertiti come delicati stanno creando inedite confluenze.

Guerra, società ed economia: i punti di convergenza del cosiddetto rossobrunismo

Il termine rossobruno sta proprio ad indicare l’alleanza tra chi ha una radice politica rossa e chi invece proviene dalla destra. Per l’Italia non si tratta di una novità. Forse Alemanno e Rizzo l’hanno resa nota ai più, ma nel nostro Paese il rossobrunismo non rappresenta un tabù già da tempo. Da almeno un decennio almeno, quando alcuni movimenti e associazioni di origine politica differente hanno trovati idee comuni sulla crisi economica che all’inizio degli anni ’10 ha colpito l’Europa. Il dito puntato contro le banche, contro la troika europea e contro il sistema capitalista, ha messo attorno agli stessi tavoli personaggi di diversa estrazione politica.

Ne sa qualcosa Fernando Rossi, militante già da giovane all’interno del Partito Comunista Italiano e oggi a capo del movimento “Il Bene Comune”. Senatore tra il 2006 e il 2008 tra le fila del PdCI, il partito che fu di Rizzo e Diliberto, Rossi si autodefinisce rossobruno e benedice l’avvicinamento tra lo stesso Rizzo e Alemanno: “Ogni rossobruno – dichiara aTrue News – dovrebbe essere contento. Anche se Rizzo è ancora impastoiato nei flashback della rivoluzione proletaria, comunque se mettono radici in un socialismo sovranista possono essere utili”.

Se alcuni anni fa era la critica all’Euro la radice comune dei cosiddetti rossobruni, oggi è la critica all’atlantismo e agli aiuti militari a Kiev la base di partenza per un dialogo tra i due opposti che si attraggono. E che promettono, ciascuno dalla propria area, di parlarsi sempre di più.