Home Politics La giornalista ucraina che fa la guerra ai talk italiani. “La7 porta in tv il Goebbels di Putin”

La giornalista ucraina che fa la guerra ai talk italiani. “La7 porta in tv il Goebbels di Putin”

La giornalista ucraina che fa la guerra ai talk italiani. “La7 porta in tv il Goebbels di Putin”

“Basta alla propaganda russa sui canali televisivi europei”. Anche italiani. L’appello arriva dalla giornalista ucraina Katya Nesterenko che, dai primi giorni della guerra, sta cercando di raccontare ai media italiani, in maniera gratuita, le vicende del conflitto tra Ucraina e Russia.

Nesterenko e il programma di Giletti

“Ho partecipato – racconta a true-news.it – a diversi programmi in Italia, come Piazzapulita – LA7, CoffeBreak, Tagadà e, ultimamente, al programma Non è l’Arena”. Le scintille, però, sono nate proprio all’interno del format condotto da Massimo Giletti. 

Devo ammettere che Massimo Giletti è sempre stato molto attento alle parole e mi ha stupita quando si è trasferito in Ucraina, a Odessa, per condurre la diretta, quello che non ha fatto nessun altro conduttore televisivo”. Nesterenko ha apprezzato molto il lavoro della redazione che, “cercando di raccogliere i vari punti di vista, invita a discutere le persone di entrambe le posizioni e questo si capisce, così c’è la possibilità di mantenere una obiettività”.

“La montatura” del 24 aprile

Ma lo scorso 24 aprile non è andata così. Quantomeno secondo lei: “Mi è capitato di partecipare alla puntata del 24 aprile 2022 dove è stato mostrato un servizio che chiamerei “una montatura” con la partecipazione degli attori. L’autore del filmato è Maurizio Vezzosi. Si collegava da Donetsk. Cioè dal territorio occupato dai russi”.

Chi è Maurizio Vezzosi

Vezzosi è un reporter freelance. Non proprio l’ultimo arrivato. Collabora con RSI Televisione Svizzera, L’Espresso, Limes, l’Atlante geopolitico di Treccani, il centro studi Quadrante Futuro e altre testate. Ha raccontato il conflitto ucraino dai territori insorti contro il governo di Kiev documentando la situazione sulla linea del fronte. Nel 2016 ha documentato le ripercussioni della crisi siriana sui fragili equilibri del Libano. Si occupa della radicalizzazione islamica nello spazio postsovietico, in particolare nel Caucaso settentrionale, in Uzbekistan e in Kirghizistan.

Vezzosi e la polemica con “Controcorrente”

Negli ultimi giorni è apparso anche sugli schermi di “Controcorrente” su Rete 4 con un servizio che, a detta del giornalista, sarebbe stato distorto. Ne è seguita una denuncia: “Come ho già scritto – si legge su Farodiroma.it – negli ultimi giorni ho visitato entrambi i luoghi – Stary Krim e Mangush – dove secondo l’ormai – de facto – ex sindaco di Mariupol si troverebbero fino a novemila vittime civili sepolti in presunte fosse comuni: per quello che mi è dato sapere nessun altro giornalista italiano ha visitato, almeno fino a l’altro ieri, i luoghi in questione.

Nell’ultima puntata di Controcorrente (trasmissione di Rete 4, ndr) è andato in onda un servizio sul tema delle presunte fosse comuni con la mia firma e alcune delle mie immagini. L’altro nome con cui è stato firmato il servizio è quello di Gianni Sileo, giornalista che non conosco e con cui mai ho collaborato. Non so dire se la voce del servizio sia sua o di un’altra persona: quel che è certo è che. per ragioni a me non note, nessuno della redazione di Controcorrente ha tenuto conto di quanto da me rilevato sul campo e da me riferito prima di mandare le immagini per il servizi”. E ancora: “Mancando di dare i minimi ragguagli sulle presunte “altre duecento fosse comuni rinvenute”, il servizio si giova della mia presenza in loco per avvalorare le dichiarazioni di una delle parti coinvolte in questo conflitto e dare conferma della loro validità assoluta ed evidentemente indiscutibile,

Professionalmente è del tutto inaccettabile che il mio lavoro da inviato sul campo venga utilizzato tacendo su un’evidenza palese e venga al contempo distorto per dare conferma di una versione dei fatti priva di fonti e di qualunque ragionevole fondamento”.

Nesterenko: “Vezzosi riporta la propaganda del Cremlino”

Per Katya Nesterenko, ucraina, Vezzosi starebbe riportando la narrativa del Cremlino. In particolare, la giornalista fa riferimento al servizio andato in onda, su La 7, durante il format di Giletti, lo scorso 24 aprile.  “Il servizio – spiega Katya – si chiama “Gli ultimi giorni di Mariupol” che sottolinea la posizione dell’autore. La donna che piange dice: “I fascisti sparavano dalla fabbrica”.

In realtà dentro Azovstal ci sono solo i militari ucraini (il reggimento “Azov”) e le persone civili. L’autore del filmato sta manipolando, cercando di presentare gli ucraini come i “fascisti”. E finisce questa montatura con una sceneggiata su 3’34’.’ Due uomini dicono che portano “i sacchi con il grano abbandonati dagli ucraini”. Però la scritta sul sacco dice che dentro ci sono i materiali per la costruzione che vende la ditta Baugut (la scritta si legge sul sacco)). Dopo di che ringraziano. Vezzosi è stato pagato per il suo lavoro per La7?

Ho rivolto queste domande durante la trasmissione del 24 aprile, però Massimo Giletti ha proposto di spostare questo discorso per la settimana prossima e farmi parlare direttamente con Vezzosi durante il programma”.

La rabbia della giornalista: “Non vado in tv con il Goebels di Putin”

In attesa di chiarimenti, la rabbia di Nesterenko è montata quando Giletti l’ha invitata a un dibattito in diretta tv con Vladimir Soloviev, famoso propagandista di Putin, che lei definisce “il suo Joseph Goebbels personale”.  “Finché i cooperanti con i terroristi come Maurizio Vezzosi e Vladimir Soloviev si presentano nei programmi della rete La7 io non ci sto. Soloviov deve rispondere alle domande della Tribunale internazionale dell’Aja ma non nei programmi televisivi europei”, conclude. Insomma, la guerra si combatte anche sui media italiani.