Home Politics L’Italia si sta rompendo i polmoni: il nuovo Ddl sulla qualità dell’aria

L’Italia si sta rompendo i polmoni: il nuovo Ddl sulla qualità dell’aria

L’Italia si sta rompendo i polmoni: il nuovo Ddl sulla qualità dell’aria

Perché leggere questo articolo? L’Italia è stata sanzionata dall’Unione Europa per infrazioni legate all’ambiente. Il governo cerca rimedi col nuovo decreto legislativo sulla qualità dell’aria. 

Il problema della qualità dell’aria è un problema multifattoriale e, come tale, necessita di un approccio sistemico e programmatico. Non c’è ambito pubblico più soggetto ad emergenze di quello ambientale. Bisogna rispondere subito e con provvedimenti immediati. Questo è un provvedimento emergenziale”. Così Gianni Rosa (Fdi) si è pronunciato durante la discussione in Senato del disegno di legge relativo alla qualità dell’aria, lo scorso 17 ottobre.

Il costo stratosferico dell’inquinamento

L’inquinamento ambientale rappresenta una vera e propria urgenza per l’Italia. Sia a livello sanitario, che economico. L’Italia si sta rompendo i polmoni e lo Stato cerca rimedio. Da anni il Paese si trova di fronte a un bivio: pagare miliardi di euro alla Commissione Europea per infrazioni multiple dei limiti di particelle inquinanti, o agire con urgenza ed efficacia per ridurle in tutto il territorio. In questa seconda direzione cerca di andare il Ddl in discussione al Senato.

Ogni anno i 27 Stati versano all’Ue più di 166 miliardi all’anno. Questo perchè superano i limiti fissati dall’Oms con sanzioni salatissime: chi va oltre i 5 microgrammi per metro cubo di particelle inquinanti paga. L’Italia ha abbondantemente superato la soglia critica. La Corte di giustizia europea ha contestato al nostro Paese violazioni sistematiche dal 2008 al 2017. In particolare, le particelle PM10 di biossido di azoto, considerate altamente inquinanti per l’atmosfera. L’Agenzia europea dell’Ambiente, nel 2017 ha contestato all’Italia anche il superamento delle soglie per Pm2,5 e NO2.

Quanto l’Italia deve all’UE

Sono 407 i milioni di euro che, dal 2011, l’Italia ha dovuto versare nelle casse dell’Unione Europea per violazioni legate all’ambiente. Nel 2014 la condanna per le discariche abusive, costata 204 milioni. L’anno seguente, invece, 151 milioni di multa per l’emergenza rifiuti in Campania. Poi ci sono stati 52 milioni per violazione delle norme su depuratori e fogne nel 2018. Restano numerose le procedure di infrazione aperte dall’UE, a cui si aggiunge la sanzione per violazione sistematica e continuata dei limiti di Pm10.

La multa è stimata tra i 1,5 e 2,3 miliardi di euro. A nulla sono valse le difese dello Stato, secondo cui l’inadempienza non è durata per tutto l’arco temporale considerato ed è anzi diminuita. La Corte ha riconosciuto una riduzione progressiva dei livelli di concentrazione e un miglioramento della qualità dell’aria, come certificato dall’ARPA Lombardia e dall’Istituto superiore di sanità. Ma questo non è bastato a evitare le condanne. Nonostante le violazioni interessino prevalentemente solo il 17% del territorio italiano, in particolare la Pianura Padana.

I dati che tolgono il respiro

La condizione dell’aria italiana risulta sempre critica. Nel 2020, il World Air Quality Index ha visto l’Italia al quindicesimo posto su scala mondiale per livelli di smog. Seconda tra i paesi europei dietro la Romania. Ad oggi, nonostante un leggero miglioramento rispetto alle analisi del periodo 2005-2020, la popolazione continua ad essere a rischio. Secondo il report Air Quality in Europe, l’Italia si trova al secondo posto per decessi causati dalle polveri sottili, con 70 mila morti ad esse attribuibili.

Il nostro Paese è invece primatista assoluto per morti causate da biossido di azoto. Sessanta città italiane hanno registrato una media annuale di particolato (Pm10) superiore alla media predisposta dall’OMS di 20 microgrammi per metro cubo. L’ultimo report sullo stato della qualità dell’aria in Europa nel 2022, segnala la Pianura Padana come zona con più sostanze inquinanti. Milano, città in testa.

S.O.S inquinamento: il nuovo Ddl verso il rimedio

Il disegno di legge n. 870 sulla qualità dell’aria e limitazioni della circolazione stradale cerca di tamponare la gravità della situazione ambientale italiana. Se non altro per evitare ulteriori sanzioni economiche. Obiettivo è il dimezzamento delle polveri sottili entro il prossimo decennio, in accordo col Piano d’azione europeo “Verso inquinamento zero”. Per Simona Petrucci (Fdi), relatrice della discussione, “il decreto-legge è di grande importanza, non solo per il tema, ma anche per la porzione di territorio che ne è direttamente interessata. Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna”.

Il Ddl stabilisce che le regioni interessate devono aggiornare entro sei mesi i rispettivi piani di qualità dell’aria. Prevede anche lo slittamento al 1° ottobre 2024 della limitazione alla circolazione dei veicoli diesel euro 5, nei centri del bacino padano con più di 30 mila abitanti. Saranno toccate le seguenti categorie: N1, i veicoli adibiti al trasporto di cose, di massa massima pari a 3,5 t. N2, veicoli destinati al trasporto di merci, con massa massima superiore a 3,5 t, entro le 12 t. N3, veicoli di trasporto merci, con massa massima superiore a 12 t.

Discussione Ddl. Diverse opinioni

Il disegno di legge sulla qualità dell’aria ha trovato l’approvazione del Senato. Durante la discussione, Antonio Trevisi (M5s) ha appoggiato il Ddl ma ne critica la proroga delle limitazioni. Ha aggiunto: “L’unica manovra che può consentirci di diminuire i costi dell’energia e l’inquinamento è utilizzare le fonti rinnovabili e fare un superbonus, magari con delle percentuali più basse, soprattutto per chi può investire”. I 5 Stelle, dunque, ci riprovano col superbonus, nonostante il flop del precedente eco-bonus edilizio 110%.

Il testo non soddisfa Alleanza Verdi Sinistra. Secondo la senatrice Aurora Floridia, si deve invece “si deve potenziare il trasporto pubblico, l’uso delle fonti rinnovabili e andare a incidere anche sull’utilizzo dell’ammoniaca nel settore dell’agricoltura e dell’allevamento. Ci sono tutta una serie di interventi urgenti da adottare il prima possibile per mitigare il rischio, e per garantire anche la salute dei nostri cittadini”.

Rosa: “E’ finita l’epoca dei provvedimenti spot”

Il testo in discussione ha trovato l’appoggio totale di Gianni Rosa. Il senatore di Fdi ritiene che “il piano di qualità dell’aria è una perfetta fotografia delle caratteristiche del territorio, delle emissioni e delle condizioni climatiche che permettono di individuare gli interventi per il risanamento. E’ finita l’epoca dei provvedimenti spot, che tamponavano un problema senza porsi come obiettivo la soluzione. Sono sicuro che con questo provvedimento si darà un’accelerazione alla risoluzione ed al superamento dei limiti di inquinamento atmosferico. Sarà determinante nel ripristino di un’ottimale qualità dell’aria nella pianura padana” ha concluso Rosa.

Leggi il Ddl sulla qualità dell’aria e l’inquinamento