Home Politics Gianluigi Paragone a True News: “Chiediamo il riconteggio delle schede. Non ci arrendiamo”

Gianluigi Paragone a True News: “Chiediamo il riconteggio delle schede. Non ci arrendiamo”

Gianluigi Paragone a True News: “Chiediamo il riconteggio delle schede. Non ci arrendiamo”

Se a Milano non entriamo con il 2.99%, vuol dire che ce l’hanno tirata. Siamo stati tutta notte sopra il 3% e ora ci svegliamo con manciate di voti che impedirebbero l’ingresso in Consiglio Comunale. Dobbiamo ricontare le schede: se nel centrodestra hanno fatto schifezze di potere, noi non ci arrendiamo”.

Gianluigi Paragone, senatore e leader di Italexit non ci sta a vedere sfumato l’ingresso in Consiglio Comunale nel capoluogo lombardo dove è risultato il terzo candidato sindaco con 14.366 voti, sopra la candidata Layla Pavone del suo ex partito, il Movimento 5 Stelle, ferma a 12.953 voti.

Non occorreva molto per superare il M5S visto che è diventato il socio di minoranza e un po’ sfigato del Pd. Era inevitabile, e nonostante un nome di peso in Lombardia come Stefano Buffagni già sottosegretario e viceministro e la lettera di Conte al Corriere della Sera, hanno ottenuto ben poco”.

“Il nostro risultato? Siamo soddisfatti ma anche arrabbiati”

Facendo un’analisi generale dell’andamento del suo movimento nelle diverse città, Paragone si dice comunque soddisfatto.

“Il 3% a Milano è in ogni caso un grandissimo risultato. Siamo soddisfatti, ma anche arrabbiati perché capiamo di essere un elemento di disturbo. Il 4% al Collegio suppletivo di Roma, il 2% alle suppletive di Siena e il fatto di aver raccolto le firme ovunque ci siamo presentanti sono un ottimo inizio, considerando la poca campagna elettorale, limitata agli ultimi dieci giorni, e il fatto che Italexit ha pochi mesi di vita. Adesso batterò palmo a palmo ogni provincia e ci presenteremo alle Regionali”.

Astensionismo, Gianluigi Paragone contro Sergio Mattarella: “Rifletta”

In merito al forte astensionismo il senatore ex grillino, punta il dito direttamente contro il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Rifletterei, se fossi il Capo dello Stato, sul dato dell’astensione di cui è responsabile. A furia di snaturare il Parlamento la gente arriva a pensare: cosa votiamo a fare? Quelli che votiamo, ci tradiscono e poi danno potere a un banchiere. Le persone sono in sofferenza e la politica sembra distante anni luce”.