Home Politics Gaza, una settimana di follia. Le tappe dell’operazione Breaking Dawn

Gaza, una settimana di follia. Le tappe dell’operazione Breaking Dawn

Strage di giornalisti a Gaza, oltre seicento firme in campo contro l'indifferenza

Tregua raggiunta, dopo una settimana di follia nella striscia di Gaza. L’ennesima tra israeliani e palestinesi: siamo alla settima escalation militare dal 2007. Tre giorni di scontri hanno causato oltre 40 morti e 300 feriti palestinesi e tre feriti tra gli israeliani. Grazie alla mediazione dell’Egitto, Israele e il gruppo armato palestinese della Jihad islamica hanno annunciato che è stato raggiunto un cessate il fuoco nella serata di domenica. Le tappe che hanno portato a una rapida escalation e a un’ancor più rapida conclusione?

Una settimana di follia a Gaza

L’operazione è stata avviata da Israele lunedì 1 agosto, quando un’unità sotto copertura dell’esercito è entrata nel campo profughi di Jenin per arrestare Bassam al-Saadi, una delle figure di spicco della Jihad islamica in Cisgiordania.

Israele ha imposto blocchi stradali alle città di confine. Ha poi introdotto una serie di insolite restrizioni preventive al confine di Gaza, compresi i blocchi stradali. Ha infine chiuso i valichi di frontiera, impedendo l’ingresso di beni essenziali, inclusi cibo e carburante, nella Striscia di Gaza.

Breaking Dawn

L’operazione militare vera e propria di Israele contro il gruppo Jihad Islamico era iniziata venerdì. Il primo ministro israeliano Yair Lapid aveva definito Breaking Dawn una “precisa operazione antiterroristica contro un pericolo immediato”. Si riferiva a possibili ritorsioni di Jihad Islamico per l’arresto del leader del gruppo in Cisgiordania, Bassem Saadi.

Dopo quattro giorni di chiusure, Israele ha lancia attacchi aerei per assassinare Khalid Mansour e Tayseer al-Jabari, capi dell’ala militare della Jihad islamica nella Striscia di Gaza. Nei radi su Gaza City, Beit Hanoun e Khan Younis sono morti anche dei civili. Alla fine dell’operazione i palestinesi hanno contato 44 morti (più della metà civili) e almeno 311 feriti.

Dopo il funerale di al-Jabari, la Jihad islamica lancia una centinaia di razzi verso Israele. Quasi tutti sono stati intercettati dal sistema di difesa missilistica Iron Dome. Si segnaleranno alla fine solo tre feriti: un civile e due militari.

Gaza tra Jihad Islamico e Hamas

Jihad Islamico è un gruppo militare e politico che opera soprattutto nella Striscia di Gaza. E’ ancor più radicale di Hamas, il gruppo palestinese che governa la Striscia di Gaza dal 2007. In passato Israele aveva già condotto operazioni contro leader di miliziani dello Jihad Islamico, ma quella compiuta in questi giorni rimane la più estesa.

Negli ultimi giorni Hamas verosimilmente ha preferito mantenere i rapporti costruiti in questi mesi col governo israeliano piuttosto che unirsi allo Jihad Islamico in una risposta militare che aveva poche speranze di risultare davvero efficace. Secondo alcuni commentatori Hamas non aveva molta scelta. Durante l’operazione militare Israele aveva sospeso l’invio di carburante alla Striscia di Gaza, le cui autorità erano state costrette a ridurre la fornitura di elettricità a poche ore al giorno.

Tregua

Dopo una settimana di tensioni e tre giorni di conflitto, arriva il cessate il fuoco. L’Egitto è riuscito a mediare la tregua tra la Jihad islamica e Israele che è entrata in vigore alle 22.30 di domenica. Le due parti in conflitto hanno confermato l’entrata in vigore del cessate il fuoco; che sembra destinata a durare. L’auspicio è che l’intesa metta fine a quelli che sono stati i peggiori combattimenti nella Striscia di Gaza dalla guerra di 11 giorni che l’anno scorso ha devastato l’enclave palestinese, governata da Hamas.