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Fedez giustizialista degli altri. Paladino dei forcaioli ma non con sua moglie

Fedez giustizialista degli altri. Paladino dei forcaioli anche con sua moglie?

Perché leggere questo articolo? Not in my house, non se c’è di mezzo mia moglie. Fedez non ha ancora detto una parola sul affaire-Balocco. Eppure negli anni si è speso per innumerevoli crociate social, in un giustizialismo morale che ora gli si sta ritorcendo contro. Il contrappasso del poliziotto morale dei social. 

La Storia ci ha insegnato che l’Italia, quando trovi la tua strada, te la fa saltare in aria. Non ti fidi più di nulla ma tu prova! Tu prova!”. Parole in musica di Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez. Era il 2014 quando il cantante compose l’inno del Movimento 5 Stelle, in occasione della manifestazione di Beppe Grillo al Circo Massimo. Ne è passata di acqua sotto i ponti e ne è nevicato di zucchero a velo sui pandori. In dieci anni il rapper dell’hinterland milanese si è fatto produttore, influencer e soprattutto marito. Ecco, il solitamente fin troppo loquace Fedez non ha ancora detto una parola sull’affaire Balocco che ha travolto la moglie Chiara Ferragni.

Fedez, giustizialista solo sulla pelle degli altri

Eppure, anche se siamo solo nella prima decade di gennaio, è già il caso dell’anno. “È chiaro che il Paese non dipende da Chiara Ferragni e spero che la politica abbia cose più importanti di occuparsi dei pandori. Però a me non piace l’accanimento a prescindere su qualcuno che è in difficoltà”. Anno bisestile, il 2024, che ci ricorda che viviamo tempi incredibili. Così accade che anche il ministro Matteo Salvini si improvvisi garantista, per spezzare una lancia in favore di Ferragni. Dopo il soccorso verde alla moglie, Salvini passa allo specchio riflesso contro il marito. “Quante volte Fedez ha polemizzato con me?”. Domanda retorica, a cui la risposta del coniugato interessato non è ancora pervenuta.

Eppure, mentre si consumava il rumoroso silenzio social della moglie, Fedez non è rimasto a social del tutto spenti. Nulla di fiammeggiante. Ha postato foto di feste, figli e cani, complice la pausa natalizia del podcast Muschio Selvaggio, dove si era consumato un doloroso divorzio. L’anatema di Luis Sal, “dillo alla mamma, dillo all’avvocato” è rimasto inascoltato. Fedez non ha detto nulla della moglie, ma in compenso ha parlato con Davigo, il gran visir di tutti i giustizialisti italiani è stato ospite della puntata a tema “Mani Pulite e massoneria”. Un bel ritorno alle origini per il cantore del grillismo militante.

Not in my house, non se c’è in mezzo mia moglie

Negli anni Fedez si è spesso lanciato in interazioni verso un bene superiore, che la società civile ha ricompensato in termini di engagement e visibilità. Il moralismo esasperato lo ha – non si sa bene per quale motivo – eletto a giudice dei nostri costumi. Così il rapper si fece promotore di petizioni per il diritto all’aborto nelle Marche, finanziatore e polemista di iniziative benefiche in pandemia, garante politico del ddl Zan e promotore della libertà femminile dal palco di Sanremo.

Alla pars costruens progressista, però, negli anni Fedez ha fatto calare la scure di attacchi contro personaggi e costumi a più ondate additati a mali del mondo. Un castigamatti pronto a puntare il dito dal palco del Primo maggio o dall’alto dei profili social, in una serie infinita di polemiche che hanno attirato il dibattito, generato reazioni e mosso le coscienze e le reaction della rete per la durata di massimo un giorno. E che adesso si ritorcono contro i Ferragnez, in un contrappasso dantesco che ha colpito Chiara Ferragni. Col silenzio assenso di Fedez, “giustizialista NIMBY”, non a casa mia, non se c’è in mezzo mia moglie.

Fedez, o il contrappasso del paladino dei forcaioli

Quella che Giuliano Ferrara ha definito “legge bronzea, che dice: se fai del bene morale la tua professione abituale, una qualche forma di male morale alla fine inevitabilmente si accanirà contro di te“. La storia è una carrellata senza fine di ribaltamenti di icone, dagli altari alla polvere. Dai giacobini finiti ghigliottinati, passando per Soumahoro con gli stivali finito in braghe di tela, si arriva a Fedez. Il paladino dei forcaioli, che gorgoglia e svapa annuendo mentre Davigo ha appena sbriciolato duemila anni di civiltà giuridica affermando “capita che gli indagati si suicidino”. Il poliziotto morale dei social è ora in silenzio, l’indice solitamente solerte non viene puntato sulla moglie. A dieci anni da “Non sono partito”, Fedez si nasconde dietro un “non prendo partito” per “restare un buon partito”. A fare il puro, trovi sempre un puro che ti epura, togliendoti follow e contratti.