Home Politics Europee, Schlein candidata è un problema per le donne del Pd. Anche non da capolista

Europee, Schlein candidata è un problema per le donne del Pd. Anche non da capolista

Schlein

Perchè leggere questo articolo? La candidatura di Elly Schlein per le Europee rischia paradossalmente di essere un problema per le altre donne del Pd. Sia che si presenti da capolista, sia che scelga una posizione più defilata. Ecco perchè

Per molti versi si tratta probabilmente di un “happy problem”. Ma il fatto che i due principali partiti italiani, Fratelli d’Italia e Pd, abbiano due leader donne sta creando qualche complicazione nei già delicati equilibrismi per la composizione delle liste in vista delle Europee. Proprio sul fronte degli equilibri di genere.

Europee, il dilemma in casa dem: Schlein capolista o no?

Il tema è attuale in queste ore in particolare tra i dem. Con Elly Schlein che deve scegliere se candidarsi come capolista oppure no. La tradizione vuole che il leader del partito che sceglie di candidarsi si prenda oneri ed onori del capolista. Per trainare con la propria visibilità la propria compagine e gli altri candidati, marcando più politicamente la scelta degli elettori. Anche se poi il più delle volte – e sarebbe anche questo il caso – a Strasburgo il leader non ci va, lasciando posto ad altri. Schlein aveva annunciato qualche tempo fa l’intenzione di candidarsi nelle cinque circoscrizioni, ma non come capolista. Magari in terza posizione. Il motivo? Non danneggiare le altre donne dem candidate, che andranno realmente poi all’Europarlamento se elette. Ma molti esponenti del partito stanno cercando di dissuadere Schlein da questa decisione. Anche perchè non è detto che si tratterebbe di una mossa davvero premiante per le altre donne in lista.

Come funziona il meccanismo delle preferenze per le Europee

Per capire perchè, facciamo un passo indietro soffermandoci sul funzionamento delle preferenze per le Europee. L’Italia elegge 76 parlamentari europei. Il territorio è diviso in cinque circoscrizioni . Per ognuna delle cinque circoscrizioni ogni partito presenta una lista che deve essere composta per metà da candidati uomini e per metà da candidate donne. Sulla scheda l’elettore può barrare il simbolo del partito ed sprimere da una a tre preferenze per i candidati nella lista. Esprimendo due preferenze, esse devono essere un uomo ed una donna. Esprimendone tre, esse devono essere due donne ed un uomo, oppure due uomini ed una donna.

Se Schlein si candida capolista…

Con Schlein capolista automaticamente ci sarebbe un posto in meno per un’altra donna in tutte le circoscrizioni in cui la segretaria decidesse di partecipare, stante l’obbligatorietà di liste composte equamente di uomini e donne. Inoltre, se un elettore barra il nome di Schlein, potrebbe esprimere la preferenza per una seconda donna solo giocandosi anche la terza preferenza, quella per un uomo. Meccanismo che richiede all’elettore lo sforzo di una triplice scelta.

…e se invece si candida in terza posizione

Anche da queste considerazioni nasce dunque l’idea di Schlein di lasciare il posto di capolista ad altre cinque donne. Una per circoscrizione. E qui vengono i primi problemi. Il ruolo, si capisce, deve essere affidato a nomi da big. E trovarne cinque donne – purtroppo – non è esercizio semplicissimo. Non solo: con una capolista forte sulla quale fare convergere sforzi e consensi e la Schlein in lista (da votare pure lei per non far fare una mesta figura alla leader ed al partito), si esauriscono le possibilità di scelta verso altre candidate donne. Che si troverebbero così la strada verso Strasburgo ancora più in salita.

Europee e Pd: i nomi

Se questa è la teoria, veniamo alla pratica. Ovvero allo spinoso dibattito di questi giorni. Per la circoscirzione del Nord Ovest il nome che insegue il Pd è quello di Cecilia Strada, con Giorgio Gori in seconda posizione. A Nord Est potrebbe presentarsi l’immunologa Antonella Viola, con Stefano Bonaccini. La circoscrizione Centro è già affollata, ma di uomini: Nicola Zingaretti, Dario Nardella, forse Marco Tarquinio. A Sud spadroneggia Antonio Decaro. Quali dunque gli altri nomi di donne ai quali Schlein e il Pd stanno pensando? Chiara Valerio, Elena Stancanelli. E Lucia Annunziata. La giornalista è da convincere. Il suo “no” sembrava irremovibile. Ora invece potrebbe essere lei la capolista nella circoscrizione Sud, da indipendente.