Perché leggere questo articolo? Sono stati ritrovati i relitti dell’elicottero dove è morto il Presidente iraniano Raisi, anche grazie all’aiuto di un drone turco. Il percorso però è stato allungato…per disegnare il simbolo nazionale. Non c’è evento tragico che tenga, il nazionalismo dei turchi è più forte di qualsiasi dramma.
Sono stati ritrovati questa mattina i resti dell’elicottero che trasportava il presidente iraniano Ebrahim Raisi e il ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian, di cui si erano perse le tracce domenica pomeriggio. L’elicottero del presidente, completamente bruciato, è stato ritrovato in una zona impervia della provincia dell’Azerbaijan Orientale.
Come riportano i media statali iraniani, l’elicottero si è schiantato sulla vetta di una montagna, non è ancora chiara però la causa dell’incidente, ma, al momento dello scontro, le condizioni meteo erano pessime. È inoltre risaputo come il settore aereo iraniano sia uno tra i più arretrati e meno sicuri del mondo, ciò dovuto alle pesanti sanzioni a cui è sottoposto il Paese che rende difficile il reperimento delle parti di ricambio da parte delle società.
L’aiuto della Turchia: l’apporto decisivo del drone Akinci
Il relitto è stato individuato grazie al prezioso aiuto della Turchia, da subito interpellata dal governo di Teheran chiedendo un elicottero dotato di visori notturni e dei droni da ricognizione. Il governo turco ha risposto positivamente, inviando il drone Akinci e quattro squadre di ricerca specializzate. Decisivo è stato l’apporto del drone, che ha individuato una fonte di calore sospetta e ha condiviso le coordinate del luogo con le autorità iraniane. Le immagini di Akinci hanno subito tolto ogni speranza di trovare vivi i membri dell’equipaggio, ma hanno permesso ai soccorritori di raggiungere il luogo. Oltre a Raisi e al ministro degli esteri, erano presenti altre 7 persone, tra cui il governatore della provincia dell’Azerbaijan orientale.
Lo strano percorso del drone…il disegno della mezzaluna e la stella turca
La Turchia ha naturalmente sfruttato l’occasione per mostrare il proprio nazionalismo, il proprio simbolo e la loro potenza. Il drone infatti, dopo aver trovato il luogo dell’accaduto, è tornato in patria, ma non prima di disegnare sulla mappa il simbolo nazionale del Paese: la mezzaluna con la stella. Un percorso sicuramente voluto e del tutto inutile, se non per celebrare Ankara e la nazione, nonostante il tragico avvenimento.
Il nazionalismo più grande di ogni evento tragico
Non è la prima volta che la Turchia mostra il suo nazionalismo anche in situazioni di lutto, finendo per risultare quasi inopportuna. Un esempio lo si può notare da quello che avvenne negli aiuti al Paese dopo il grave terremoto del febbraio 2023. In quell’occasione il governo turco impose una sorta di nazionalismo umanitario, favorendo le organizzazioni nazionali affiliate allo stato. Il carattere autoritario del governo ha politicizzato gli aiuti, con le ONG internazionali che furono politicamente vincolate da organizzazioni allineate allo Stato. Le vittime del terremoto furono oltre 40 mila, ma nemmeno un dramma interno di quelle dimensioni mise in secondo piano il nazionalismo del governo.
Il percorso del drone, secondo FlightRadar24, è stato seguito da oltre 200 mila persone, che hanno osservato il drone disegnare sulla mappa il simbolo turco. Non c’è dunque tragicità che tenga, il forte nazionalismo è una caratteristica radicata nel popolo turco e trova la sua dimensione in qualsiasi luogo ed occasione.