Home Politics Dossieraggio, oltre 30mila file scaricati: il peggio deve ancora venire

Dossieraggio, oltre 30mila file scaricati: il peggio deve ancora venire

Dossieraggio, oltre 30mila file scaricati: il peggio deve ancora venire

Perchè questo articolo dovrebbe interessarti? L’inchiesta sui dossieraggi assume contorni sempre più inquietanti. La relazione del procuratore Cantone ed il timore di una fuga di notizie a favore dei servizi segreti stranieri. “Il mercato delle Sos non si è fermato”. Ma chi è il mandante?

“Dal 1 gennaio 2019 al 24 novembre 2022, Striano ha consultato 4124 Sos, su 1531 persone fisiche e 74 persone giuridiche, 1123 persone sulla banca dati Serpico e 1947 ricerche alla banca dati Sdi. Ma l’elemento più preoccupante è che ha scaricato 33.528 file dalla banca dati della Direzione nazionale antimafia. Questo numero enorme di dati e informazioni che fine ha fatto?”. E’ questa una delle domande aperte più inquietanti poste dal procuratore Raffaele Cantone nella giornata di giovedì 7 marzo, quando in commissione parlamentare antimafia si è discusso dell’inchiesta dossieraggio su cui indaga la procura di Perugia.

Cantone: “Dossieraggio, un verminaio”

Un “verminaio” l’ha definita cantone, titolare dell’ufficio umbro. L’accesso alle banche dati riservate dell’Antimafia da parte del finanziere Pasquale Striano e del pm Antonio Laudati ha dunque dimensioni decisamente più imponenti. E rende palese come non si tratti più solo degli opachi rapporti tra i due indagati ed i giornalisti – a loro volta indagati – che da alcuni di quei dati hanno ricavato spunti per scoop che sono andati a colpire in particolare esponenti politici di centrodestra.

“Che fine hanno fatto gli atti prelevati?”

“Che fine hanno fatto gli atti prelevati? Quante di queste informazioni possono essere utili anche ai servizi segreti stranieri?”. Questo il punto di Cantone. Che riguarda la sicurezza nazionale. Con un corollario importante: Striano lavorava all’interno di una rete. Per conto di qualcuno, un misterioso “mandante”? Cantone non si sbilancia del tutto. Ma “c’è un sospetto forte”. Anche perchè c’è la certezza di almeno un accesso avvenuto quando il caso era già esploso. E che quindi non può essere stato effettuato da Striano. Circostanza che evidenzia anche la fragilità del sistema di controllo.

La rete di Striano ed il mercato delle Sos: chi lo governa?

“Sappiamo che Striano operava in pool, il coordinatore era lui. Ci sono stati altri accessi alle ‘Sos’ durante questa fase e continuiamo ad averne di abusivi ad altre banche dati – ha proseguito Cantone – . C’è un sospetto forte, ma non c’è ancora la prova del mandante”. Insomma, “il mercato delle ‘Sos’ non si è affatto fermato”. Chi lo governa e con quali fini?