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Dalla Scala di Milano al Maggio Fiorentino, tutte le accuse di Pereira

Dalla Scala di Milano al Maggio Fiorentino, tutte le accuse di Pereira

Alexander Pereira ottiene ruoli importanti, ma finisce sempre per cacciarsi nei guai.  Dalla Scala di Milano al Maggio Fiorentino, l’austriaco continua a collezionare accuse. Nella serata del 27 febbraio, con una lettera al sindaco di Firenze, Dario Nardella, presidente della Fondazione e ai Consiglieri d’Indirizzo, ha annunciato le sue dimissioni dalla carica di Sovrintendente della Fondazione del Maggio Fiorentino.

La lettera di Pereira: Quando Dario mi ha dato l’Incarico alla fine di 2019, io pensavo di fare il possibile da una situazione impossibile

Nella missiva, rivendica i suoi successi: Quando Dario mi ha dato l’Incarico alla fine di 2019, io pensavo di fare il possibile da una situazione impossibile. Forse l’impossibile era di pensare che si può portare la Fondazione del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino a un livello artistico di fama internazionale con un debito di 57 milioni di euro con un orrendo problema di cassa e con una necessità di creare un utile intorno a 3,5 milioni di euro tramite programmazione artistica, biglietteria e ricerca sponsor in mezzo di una pandemia. Questa era la ragione, per cui mi ha scelto Dario Nardella e in ogni consiglio d’indirizzo questo impegno per la futura qualità del teatro era prioritario.

Povero Pereira: “Ho perso 20 chili e ho avuto un problema di salute”

Valutando i risultati dell’ultimo anno e specialmente degli ultimi 6 mesi, posso constatare con orgoglio che siamo riusciti ad arrivare a questo livello artistico”.  Ma non solo.  Sostiene Pereira di “essere riuscito a portare 9,7 milioni di euro di sponsorizzazione”. “Finalmente – prosegue la lettera di dimissioni –  anche la biglietteria dà segnali molto incoraggianti, perché rispetto all’anno 2022 nel primi 4 mesi del 2023 abbiamo aumentato la biglietteria a 1.200.000 € lordi”. Se i risultati, come dichiara, sono così soddisfacenti, perché si dimette?

Parla di “un fatto personale”. Non viene specificato quale. Ma ha chiari gli obiettivi nel mirino: “la stampa che lo ha sempre attaccato dall’interno e dall’esterno”.  Accuse che hanno portato il povero Pereira – lo dice nella lettera – “a perdere 20 chili e a subire un problema di salute lo scorso dicembre”. 

Le spese dubbie di Pereira a Firenze

Eppure all’austriaco, classe 1967, formatosi come esperto di marketing turistico a Vienna, il cibo non è che mancasse. E neanche di bassa qualità. I consiglieri di Fratelli d’Italia, Francesco Torselli capogruppo in Consiglio regionale ed Alessandro Draghi capogruppo in Consiglio comunale a Firenze, spulciando le spese della Fondazione, avevano rintracciato pagamenti sospettosi: c’erano, per esempio, i 1.507,80 euro spesi con la carta di credito dell’ente in un ristorante di Ibiza il 28 luglio 2020 o i 1.400 euro all’Osteria del Pavone a Firenze il 12 dicembre 2021.

E ancora centinaia di euro spesi in pescherie rinomate, in raffinate macellerie e frutterie. Pereira si è difeso dicendo che le spese di cibo di alta qualità servivano a invitare ospiti nella sua abitazione: l’ex sopraintendente del Maggio Fiorentino si improvvisava cuoco per convincere potenziali investitori a ripianare le perdite della Fondazione. Le cene sarebbero avvenute tra novembre 2020 e maggio 2021: l’Italia era colpita dalla pandemia, i teatri erano chiusi e la Toscana era in zona rossa. Nessuno poteva, salvo motivi di lavoro o d’urgenza, incontrare altre persone che non fossero i familiari. E soprattutto le cene con più di quattro persone erano considerate “assembramento”. Ma per il cuoco Pereira erano l’occasione per raccogliere soldi.

La verità sulle presunte spese pazze l’accerterà la Procura di Firenze che lo accusa di peculato. E gli contesta persino il noleggio di un elicotterocostato ai contribuenti italiani 7.000 euro, per andare da Firenze a Grosseto. In tutto rimborsi non giustificati per circa 60mila euro.

Pereira è abituato a trovarsi al centro di scandali, l’esperienza di Milano

Pereira è abituato a trovarsi al centro di scandali. Prima di Firenze, è stato, dal 1 settembre 2014 al 15 dicembre 2019 Sovrintendente e Direttore Artistico del Teatro alla Scala. Nel suo CV, nella parte relativa all’esperienza milanese, declama di “aver aumentato le produzioni e gli spettatori, diversificando il repertorio in particolare nell’ambito della musica contemporanea”. Evita, però, di citare gli aspetti più scomodi della sua gestione. Come, ad esempio, i presunti acquisti di opere dal Festival di Salisburgo, di cui era direttore artistico.

Compravendite che sanno di conflitto di interessi come faceva notare la stessa Helga Rabl-Stadler, presidente del Festival di Salisburgo, nelle lettere in cui si rivolgeva a Pereira evidenziando il suo doppio ruolo: “Dato che sei coinvolto in questo accordo in qualità di futuro sovrintendente della Scala e come attuale direttore artistico del Festival di Salisburgo”. Nel carteggio tra i due, pubblicato nel 2014 da Repubblica, l’austriaco si impegnava per conto della Scala ad acquistare da Salisburgo la produzione del Falstaff (130mila euro, spettacolo da rappresentare a Milano nella stagione 2016-17), il Lucio Silla (60mila euro, febbraio/marzo 2015), il Don Carlo (250mila euro, 2017) e la coproduzione dei Maestri cantori di Norimberga (250mila euro, 2016-2017).  Una vicenda che fece scoppiare uno scandalo internazionale e portò Pereira davanti all’ex ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini, e all’ex sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. Che, dopo un faccia a faccia, gli confermarono l’incarico.

E il Nostro continuò a compiere passi contestati a Milano

Nel 2019 finisce nuovamente nella bufera. Sempre per accordi internazionali. Dopo gli acquisti, in odore di conflitto di interessi, da Salisburgo, nel 2019 il Nostro si mette d’accordo con alcuni imprenditori dell’Arabia Saudita. Sarebbero dovuti entrare nella cda della Scala versando 15 milioni in 5 anni. I soldi sono del principe Badr al Saud, accusato da più parti di violazione dei diritti umani. Ma l’aspetto umanitario è solo uno dei problemi.

Perché Pereira si fa accreditare un acconto di 3,1 milioni con due bonifici senza causale e, soprattutto, senza consultare i membri del cda. Si difende tirando in ballo Regione Lombardia, secondo lui consapevole dell’accordo. Il governatore Fontana smentisce. Il cda, dopo una riunione sul caso, decide di restituire “immediatamente” al principe Badr al Saud il versamento dell’acconto di 3,1 milioni (fatto con due bonifici) arrivato il 4 marzo scorso, in quanto “non conforme alle procedure previste dallo Statuto per il concorso alla Fondazione”. Un altro inciampo che gli costa la poltrona della Scala. Al suo posto arriverà Dominique Meyer. 

I buoni uffici con Franceschini danno subito un’altra chance a Pereira. Che diventa, il 15 dicembre 2019, sovrintendente del Maggio Fiorentino. Fino ad oggi, giorno delle dimissioni e della certificazione dell’ennesimo fallimento alla guida dei Teatri.