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Il club del libro Pd: il congresso dem parte dalle librerie

Il club del libro Pd: il congresso dem parte dalle librerie

Perché questo articolo potrebbe interessarti? A circa tre mesi dalla data del voto per le primarie, anticipato al 19 febbraio, si stanno cominciando a delineare i contorni della sfida per la segreteria del Partito Democratico. La lettiana Paola De Micheli si è già candidata, ma a giocarsi la partita per vincere saranno Stefano Bonaccini ed Elly Schlein. Entrambi hanno scritto un libro. Lui nel 2021, lei nel 2022. Insieme a loro tanti altri pesi massimi dei dem si sfidano anche in libreria. Da Goffredo Bettini a Dario Franceschini, da Dario Nardella a Andrea Orlando. I big del Pd sembrano più interessati ai lettori che agli elettori.

Partiamo da quelli che dovrebbero essere, con tutta probabilità, i duellanti delle primarie del 19 febbraio prossimo. Stefano Bonaccini ed Elly Schlein hanno in comune almeno una cosa: entrambi hanno dato alle stampe un libro. Lei punta su giustizia sociale e ambientalismo. Rossa e verde, come la copertina del suo “La Nostra parte”, uscito a febbraio scorso per Mondadori, casa editrice di proprietà della famiglia Berlusconi. Lui insiste sui programmi e le cose da fare, a partire dall’Emilia Romagna, regione di cui è presidente.

Tutti i libri del Pd

Schlein è verbosa e più visionaria. Agenda sociale e ambientale. Per una visione “ecologista, progressista e femminista insieme”, come si legge nella scheda di presentazione del libro e tra le pagine del testo. Il tutto nel segno “dell’intersezionalità”, qualunque cosa voglia dire il termine.

Bonaccini nel suo “Il Paese che vogliamo, idee e proposte per l’Italia del futuro”, edito da Piemme, mette l’accento sul pragmatismo dell’amministratore. Sulle “cose che annoto ogni giorno toccando con mano i problemi – scrive – provando ad allargare lo sguardo al Paese e allungando la vista oltre la contingenza”.

Tutti in libreria

Ma la bulimia scrittoria è un tratto che accomuna diversi dirigenti del Pd. Compresi quelli che stanno giocando un ruolo importante in questa fase pre-congressuale. Uno su tutti è Dario Nardella, sindaco di Firenze, ex renziano, tentato dalla corsa solitaria, ora in predicato di sostenere la sinistrorsa Schlein, magari in ticket.

Nardella di recente, l’8 novembre scorso, è approdato sugli scaffali con “La Città Universale, dai sindaci un futuro per l’Italia e l’Europa” edito da La nave di Teseo. L’approccio glocal ai problemi è simile a quello di Bonaccini. Quattrocento pagine in cui si sostiene che “le città sono il presente e il futuro dell’Europa, luogo di incontro e scambio, di relazioni e di mediazione, di inclusione e di complessità”. Dal territorio al Nazareno, ma su un fronte opposto a quello di Bonaccini.

Si parla di ticket con Schlein anche per Andrea Orlando, ex ministro del Lavoro. E anche Orlando si è improvvisato scrittore. Il suo libro “La sfida verde. Diritto al lavoro o diritto alla salute?” ,in uscita per Feltrinelli a dicembre, delinea “un nuovo modello di sviluppo, che elimini gli squilibri e le disuguaglianze generate da una globalizzazione non regolata”. Con la missione di andare alla ricerca di un equilibrio tra il diritto al lavoro e la tutela ambientale. Rosso e verde, un po’ come Schlein.

Una corrente un libro

E non bisogna dimenticare i due Richelieu del Nazareno, uno ex democristiano, l’altro ex comunista. Il primo, Dario Franceschini, è in libreria da aprile 2022 con “La Cultura non si mangia” per la Nave di Teseo. Un testo che riscostruisce le esperienze di Franceschini al ministero della Cultura. Il secondo, Goffredo Bettini, è appena uscito con un lavoro più politico sul futuro della sinistra, “A sinistra, da capo” edito da Paper First, la casa editrice del Fatto Quotidiano. Tutti scrittori.