Home Politics C’è un virus in libreria: centinaia di libri sul Covid di cui non c’era bisogno

C’è un virus in libreria: centinaia di libri sul Covid di cui non c’era bisogno

C’è un virus in libreria: centinaia di libri sul Covid di cui non c’era bisogno

Tra i sintomi tradizionalmente associati all’infezione non viene ancora indicato. Ma uno degli effetti collaterali, che temiamo sarà da inserire nella versione dei sintomi di lunga durata, è la mania di scrivere libri sulla pandemia. Il paziente “zero”, in questo caso, è stato il professor Roberto Burioni, che ha battuto tutti sul tempo, pubblicando il suo libro nel marzo 2020, quando la pandemia si era abbattuta sull’Italia da appena un mese. Dopotutto, il Perozzi di “Amici miei” ce lo ha insegnato nel lontano 1982, che “il genio è fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione”. E al professor Burioni non sono certo mancati. Anche se per mettere a tacere le polemiche sul tempismo con il quale il suo “Virus, la grande sfida. Dal Coronavirus alla peste, come la scienza può salvare l’umanità” era arrivato nelle librerie, il docente dell’Università San Raffaele aveva spiegato che il libro era in fase di avanzata di lavorazione e gli era bastato aggiungere un capitolo sul Covid. Colpo d’occhio e velocità di esecuzione, appunto.

Lo spillover dell’infodemia: 40mila volumi sul Covid

Si è parlato tanto di infodemia, riferendola solo all’enorme quantità di informazioni proposte da tv e giornali, ma si è sottovalutato il contributo che al fenomeno ha dato l’editoria libraria. Contribuendo alla stessa maniera a diffondere notizie vere, verosimili o palesemente false. Perché, tenetevi forte, abbiamo provato a cercare libri che parlassero di Covid sul sito del Libraccio, una catena di librerie attive al Nord, e il risultato che ci è stato restituito è stato di 1272 titoli trovati. Abbiamo applicato la stessa chiave di ricerca su Amazon e i libri proposti sono ben 40mila. Applicando il filtro per la ricerca di soli titoli di scienze sociali, se volessimo crearci una nostra biblioteca completa sul Covid dovremmo montare librerie capaci di sorreggere ottomila volumi.

Tutti hanno scritto un libro sul Covid

Sul Covid hanno scritto praticamente tutti: non solo medici e virologi (Ilaria Capua, che si è scoperta per l’occasione anche scrittrice per i più piccoli): si sono sbizzarriti politici, filosofi, economisti, giornalisti, amministratori locali. Di questi il primo è stato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. Autore con Francesco Cancellato, direttore di Fanpage.it, di “Riscatto: Bergamo e l’Italia. Appunti per un nuovo futuro possibile”. In questi giorni è uscito anche il libro di Luca Vecchi, sindaco Pd di Reggio Emilia, dal titolo “I giorni del Covid”, prefazione del reggianissimo Romano Prodi. Nel libro il primo cittadino della città del Tricolore pubblica una serie di dialoghi con personalità dei vari settori della vita sociale e politica dell’Italia, tutti in qualche modo legati alla sua città, come Maurizio Landini, segretario nazionale della Cgil. Il lancio del libro di Vecchi, che di mestiere fa il commercialista, è stato offuscato dalla notizia di una reunion in cui il sindaco cantava “Bella ciao” con compagni e amici durante una festa al chiuso, senza mascherina e senza distanziamento. Non sappiamo quanto questo inciampo impatterà sul successo del libro, che riteniamo comunque non candidato a scalare le classifiche di vendita.

Ma a guidare le classifiche è sempre Bruno Vespa

Nonostante il proliferare di titoli sul Covid, nessun libro che abbia a che fare con la pandemia è al momento nei primi posti nelle classifiche pubblicate dai siti specializzati (Ibs, Liberiamo, Tuttolibri, ecc.). Dove, per la saggistica, continua a veleggiare l’ultimo libro di Bruno Vespa, che nel 2020 ha preferito solo un richiamo nel suo “Perché l’Italia amò Mussolini”, inserendo l’inciso “e come è sopravvissuta alla dittatura del virus”.

“L’eresia”, il best-seller dei complottisti

Gran parte dei titoli sono sul virus che non esiste e sull’instaurazione di un regime (verrebbe da chiedere agli autori: ma se il virus e la pandemia non esistono, perché ci hai scritto un libro?). Gli autori che credono nella teoria del complotto sono stati molto prolifici, e mesi fa “Eresia” raggiunse il secondo posto dei libri più venduti nella classifica de “La lettura” del Corriere della Sera. L’autore è Massimo Citro Della Riva, medico e psicoterapeuta torinese (sospeso dall’Ordine dei medici del Piemonte ai primi di ottobre 2021), editore Byoblu, prefazione di Alessandro Meluzzi.

Nel volume, oltre al pezzo forte delle tesi complottiste (l’epidemia è soli una farsa orchestrata ad arte dai poteri forti), l’autore sostiene che i matrimoni omosessuali siano parte di un disegno il cui fine ultimo è la “sparizione delle religioni monoteistiche”, che esistano collegamenti evidenti tra la nascita dei movimenti femministi e l’eugenetica e che “il gender intende modificare i modelli di comportamento sessuale e le tradizionali pratiche basate sulla differenza di sesso, abbattere stereotipi come la virilità e la femminilità per giungere a un pansessualismo totale senza ostacoli, comprendente anche la pedofilia, l’incesto e la distruzione totale della famiglia”.

Il Covid secondo il guru di Life 120

Nella pubblicistica sul Covid poteva mancare poi Adriano Panziroli? L’uomo che promette ai suoi adepti di vivere 120 anni seguendo le sue indicazioni per un corretto regime alimentare (curiosamente ogni sua indicazione porta a un integratore prodotto e venduto dalla sua società), ha dato alle stampe “Vivere oltre il Covid – La prevenzione e le cure per vincere il Sars Cov-2”. Il guru di Life 120 è categorico: “Negli ultimi 100 anni il mondo scientifico è progredito ad una velocità esponenziale ed ha raggiunto delle conoscenze impensabili solo ai primi anni del ‘900. Ebbene questa enorme conoscenza e pratica medica, come ci ha aiutato a combattere la più grande pandemia degli ultimi anni? Direi per nulla. Abbiamo affrontato il Covid-19 con distanziamento sociale e quarantena, praticamente con le stesse conoscenze e convinzioni del Medioevo. L’unico approccio medico “pseudo moderno”, preso in considerazione come arma contro il Covid-19, è stato il vaccino, che ricordiamo essere una terapia preventiva inventata alla fine del ‘800, la Tachipirina che è stata scoperta nel 1886, o il plasma iperimmune che venne usato la prima volta nel 1890. Eppure la ricerca scientifica ha scoperto le cose più importanti per vincere il Covid-19, ovvero il funzionamento del nostro sistema immunitario, alimentazione ed integrazione utile per migliorarlo, ma non vengono prese in considerazione dalle istituzioni sanitarie, e questo è il motivo principale della catastrofe sanitaria a cui stiamo assistendo ai tempi del Covid”. Strano, vero, che non sia stato cooptato nel Comitato tecnico scientifico?

Anche Maria Giovanna Maglie nel club degli autori negazionisti

Il fronte degli autori negazionisti ha arruolato la giornalista Maria Giovanna Maglie. L’ex corrispondente della Rai dagli Stati Uniti, oggi firma de La Verità di Maurizio Belpietro (giornale dichiaratamente anti Green Pass con simpatie No Vax), ha pubblicato due libri che meritano una menzione: nel 2020 “I dannati del Covid. Terrorizzati, ignorati, abbandonati, impoveriti. Il mostro cinese in 12 storie estreme” e nel 2021 “Puttane. Il mestiere più antico del mondo ai tempi di internet e del Covid”, entrambi editi da Piemme.

L’ ottimismo prematuro di Speranza, Zangrillo, Bassetti

Nell’impeto covid-letterario ci sono caduti anche i politici, a cominciare dal ministro della Salute Roberto Speranza, che troppo ottimisticamente aveva approntato il suo “Perché guariremo”, dato alle stampe a gennaio 2021, e ormai diventato raro come il “Gronchi rosa”, dato che le copie sono andate al macero e solo alcune sono state distribuite per errore.

Nella primavera scorsa, in quanto a ottimisti, Speranza era in compagnia di due medici, il professor Alberto Zangrillo (“In prima linea contro il Coronavirus”) e il professor Matteo Bassetti, che stava lavorando al libro, poi pubblicato, dal titolo “Una lezione da non dimenticare”. All’epoca i due erano accomunati dal pensiero che ci stavamo lasciando il peggio alle spalle e che (Zangrillo) il virus era clinicamente morto.

Non mancano i “dialoghi socratici” attorno al virus

Tra editoriali sulla Stampa e ospitate televisive a qualsiasi ora del giorno e della notte, anche la professoressa Antonella Viola ha dato il suo contributo: la docente dell’Università di Padova ha pubblicato con Feltrinelli “Danzare nella tempesta”, un “Viaggio nella fragile perfezione del sistema immunitario”.

A sbizzarrirsi sono stati anche i filosofi (un nome per tutti, Giorgio Agamben, tra i fautori della commissione Dubbio e precauzione insieme a Massimo Cacciari) e gli economisti: il 30 novembre è uscito il libro “Sì Vax” di Tito Boeri con Antonio Spilimbergo, “un’opera”, ha spiegato l’ex presidente dell’Inps a La Stampa, “scritta sotto forma di dialogo socratico”.

Un invito in tv non si nega a nessuno

I volumi di vendita di tutti i titoli sul Covid non porteranno grandi fortune nei conti degli autori, ma l’aver pubblicato un libro comporta inviti in tv, interviste, presentazioni. E il mondo delle professioni vive innanzitutto di relazioni, che possono poi rivelarsi molto utili da sfruttare per la propria attività.