Home Politics Il caso Roggero spacca la politica: “Vergogna di stato” o “Far West”?

Il caso Roggero spacca la politica: “Vergogna di stato” o “Far West”?

Il caso Roggero spacca la politica: "Vergogna di stato" o "Far West"?

Perché questo articolo potrebbe interessarti? Da un lato c’è chi, come la Lega, invoca la difesa senza sé e senza ma di Mario Roggero, il gioielliere che ha sparato contro i malviventi che lo stavano rapinando: “La sentenza di ieri – afferma il deputato del carroccio Andrea Crippa su TrueNews – rappresenta una vergogna di Stato”. Dall’altro, come i Verdi e il Movimento Cinque Stelle, c’è chi parla di necessità di evitare il far west. In mezzo una sentenza, quella pronunciata lunedì dai giudici della corte d’Assise di Asti, destinata a far discutere ancora a lungo.

Nel momento in cui all’interno dell’aula della corte d’Assise di Asti è stata pronunciata la sentenza di primo grado del processo a Mario Roggero, si è subito capito che da lì a breve il caso sarebbe diventato tra i più discussi in Italia. Del resto all’interno del dossier ci sono tutti i punti avvertiti come delicati dall’opinione pubblica e dalla politica. C’è il tema della sicurezza, della legittima difesa, della microcriminalità, delle posizioni dei giudici sui casi più controversi.

Mario Roggero, è bene ricordarlo, è il gioielliere che nell’aprile del 2021 ha subito un tentativo di rapina all’interno della sua attività a Grinzane Cavour, in provincia di Asti. Il commerciante, il quale in passato aveva già subito altri tentativi di rapina, ha reagito e ha inseguito i ladri fin fuori dal negozio. Qui ha indirizzato i colpi della pistola che aveva con sé contro di loro, uccidendone due e ferendone uno. Roggero è stato condannato a 17 anni di carcere dai giudici di Asti, 4 in più di quanto richiesto dalla pubblica accusa. Non è stata riconosciuta la legittima difesa e adesso il dibattito è destinato a imperversare lungo tutta la penisola.

Crippa (Lega): “Una vergogna di Stato”

Non appena è stata battuta la notizia della sentenza, uno dei primi a lanciare la propria solidarietà a Mario Roggero è stato Matteo Salvini. Il vice presidente del consiglio è intervenuto in qualità di leader della Lega, partito che più si era espresso a favore del gioielliere già all’epoca dei fatti. “Piena solidarietà – ha dichiarato il segretario del carroccio – a un uomo di 68 anni che, dopo una vita di impegno e di sacrifici, ha difeso la propria vita e il proprio lavoro. A meritare il carcere dovrebbero essere altri, veri delinquenti, non persone come Mario”.

A ribadire la linea del partito su TrueNews è oggi il deputato Andrea Crippa: “La sentenza di ieri secondo me è una vergogna di Stato – taglia corto l’esponente leghista – non si può condannare chi ha lavorato per una vita intera e si difende dall’assalto di malavitosi. Oggi in Italia c’è un mondo al contrario, con i rapinatori martirizzati e il gioielliere rapinato condannato come un criminale”.

“Questa non è giustizia” il commento della Lega al caso Roggero

Ai nostri microfoni il deputato della Lega punta il dito contro i giudici autori della sentenza: “Questa non è giustizia – dichiara – e dico di più: sentenze di questo genere non fanno altro che far perdere la credibilità della magistratura gli occhi dei cittadini”. La ricetta, secondo Andrea Crippa, sta nel mettere mano alla legge sulla legittima difesa: “Per la verità la norma già esiste – ha proseguito – quindi in primis occorrerebbe applicarla. Poi occorre rivederla e inasprirla. Premeremo affinché ciò accada, non bisogna affatto abbassare la guardia di fronte a fatti di questo genere. Ci sono due elementi essenziali in ballo: la sicurezza degli italiani e il rispetto dello stato di diritto”.

La Lega non è l’unica forza di maggioranza a difendere Mario Roggero. Anche Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno alzato gli scudi in favore del commerciante condannato. Il partito della Meloni e quello di Tajani però sembrano puntare dritto non tanto sulla condanna in sé, quanto sull’entità della sentenza: “Il verdetto del giudice sembra troppo pesante – ha dichiarato a La Stampa il capogruppo di Fdi al Senato, Lucio Malan – il problema sta soprattutto nel messaggio che si manda all’opinione pubblica con queste sentenze”. Vale a dire, secondo l’esponente meloniano, quello secondo cui “non c’è giustizia per chi subisce un torto”.

Per i Cinque Stelle “Non siamo nel far west”

Se da un lato il centrodestra, con la Lega in testa, fa quadrato attorno a Roggero, dall’altro non mancano commenti di segno opposto. La prima risposta a Salvini è arrivata dal segretario dei Verdi, Andrea Bonelli: “Salvini si rassegni – si legge nelle sue dichiarazioni di lunedì affidate alle agenzie – noi non siamo nel far west”. E il riferimento al far west è proprio di chi, in merito alla sentenza, appare quanto meno più cauto.

“Da quel che ci risulta – è la dichiarazione di una fonte del Movimento Cinque Stelle a TrueNews – il gioielliere ha sparato fuori dal negozio, quando i rapinatori erano ancora in fuga e non potevano più recare danno all’attività del commerciante. Non possiamo allora a priori condannare il giudice, occorre capire le motivazioni ed evidentemente il comportamento tenuto dal diretto interessato non è stato valutato di legittima difesa”.

Anche i grillini sembrano dunque sposare la linea secondo cui non è possibile appellarsi, senza sé e senza ma, alla legittima difesa: “Ci sono delle leggi – aggiunge la fonte pentastellata – se si subisce un torto non si può rispondere con un altro torto. Questo non cancella comunque il fatto che in Italia esista un problema legato alla sicurezza”.

I punti più controversi del caso Roggero

Nella penisola sono diversi i casi di rapina diventati eclatanti. In alcuni episodi sono stati i malviventi ad avere la peggio, grazie alla reazione di chi ha subito furti o intrusioni in casa e nei negozi. In altri invece la tragedia ha riguardato i rapinati. Mai però si era arrivati a un dibattito così sentito in seno all’opinione pubblica e alla politica. Forse perché il caso di Mario Roggero, per la sua dinamica, presenta non pochi punti controversi.

L’azione portata avanti da tre rapinatori nell’aprile 2021 è durata pochi secondi, tutti immortalati da tre videocamere di sorveglianza. La prima è interna alla gioielleria, la seconda è situata nel vicolo dov’è situata l’uscita laterale dell’attività, l’altra invece è dell’ufficio postale della via principale del quartiere. Nei primi secondi si nota l’ingresso di due rapinatori, arrivati sul posto a bordo di un’auto bianca parcheggiata al fianco dell’uscita laterale e dove ad attenderli c’è il terzo elemento del gruppo. Uno dei due malviventi lega le mani alla figlia di Roggero, con quest’ultima che con i piedi prova invano a premere il pulsante per l’allerta alla polizia.

Il video incriminante

Nella seconda parte del video spunta invece Mario Roggero, il quale afferra da sotto il bancone del registratore un revolver. L’arma, secondo la ricostruzione degli inquirenti, era sì registrata ma il porto d’armi per il quale la deteneva era scaduto da diverso tempo. La scena a questo punto si sposta nel vicoletto dietro la gioielleria: si vedono i tre malviventi messi in fuga dalla reazione di Roggero raggiungere l’auto bianca. Il gioielliere li raggiunge e spara contro di loro. Forse è questa la parte destinata a far discutere maggiormente. Per la difesa di Roggero, il commerciante ha sparato perché potenzialmente ancora sotto tiro. Per l’accusa (e per i giudici di primo grado) al contrario il gioielliere non era più in pericolo. Dunque già in quel momento non era più raffigurabile la legittima difesa.

La scena finale è ripresa dalla telecamera dell’ufficio postale, dove si nota uno dei rapinatori accasciarsi davanti la saracinesca di un negozio ed essere preso con due calci alla testa dallo stesso Roggero. Poi il rapinatore in questione prova a reagire, nasce una nuova colluttazione ma, oramai senza forze, l’uomo si accascia a terra al centro della strada. Forse sono proprio queste immagini ad aver spinto i giudici a infliggere una pena così pesante al gioielliere. Di certo, il proseguo dell’iter giudiziario in secondo grado non mancherà di destare ulteriore clamore: in ballo c’è il confine tra legittima difesa e omicidio. Con annesso un non meno rumoroso dibattito politico.