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La Spagna al voto più caldo di sempre. Ha senso votare in piena estate?

La Spagna al voto più caldo di sempre. Ha senso votare in piena estate?

Perché questo articolo potrebbe interessarti? Il 23 luglio, secondo i calcoli di diversi analisti spagnoli, il 25% dell’elettorato sarà in ferie. Con temperature record alle porte, la Spagna potrebbe affrontare le elezioni più anomale della sua storia. 

Il termometro sta salendo in tutte le principali città della Spagna. Le alluvioni dei giorni scorsi, che hanno causato ingenti danni soprattutto nell’area di Saragozza, sembrano oramai un ricordo. Lo conferma anche Alberto, studente spagnolo di 23 anni in erasmus a Roma: “Ho sentito i miei – dichiara a TrueNews – non so a livello di caldo chi sta peggio tra la Spagna e l’Italia”. Su una cosa però lo studente sembra certo: “Non tornerò prima di agosto solo per votare, avevo progettato di restare qui oltre luglio e non cambio i programmi”. Il voto è stato fissato per il 23 luglio: quel giorno il Paese andrà alle urne nelle prime elezioni di sempre svolte in piena estate. E con quindi una campagna elettorale quindi svolta nel pieno della calura spagnola, con molti cittadini già al mare e con studenti e lavoratori pronti alle vacanze o comunque, come nel caso dello studente in erasmus in Italia, lontani da casa. La domanda sorge quindi spontanea: quanto tutto questo impatterà con il voto?

Al voto con un quarto degli spagnoli in ferie

Aprendo le prime pagine dei quotidiano spagnoli, le elezioni sono in primo piano. El Pais, tra i giornali più diffusi, ospita ogni giorno interviste a tutti i principali candidati. Dal canto suo, il premier Sanchez prosegue con i tour elettorali, dividendosi con il doppio impegno governativo: a Madrid è capo dell’esecutivo uscente (e dimissionario), a Bruxelles è presidente di turno dell’Ue. A ben vedere, la situazione sembra essere quella classica di un Paese pronto al voto. Anche per strada le locandine con i volti dei leader di partito stanno via via sostituendo i cartelloni pubblicitari.

Una Spagna quindi che si avvia normalmente verso l’apertura dei seggi è lo scenario che prende il sopravvento, almeno a prima vista. Il caldo in avanzata però sta già modificando lo scenario. Sull’edizione europea di Politico, alcuni dati sembrano in tal senso molto eloquenti. Almeno un quarto degli spagnoli il prossimo 23 luglio sarà in ferie. Al di là dell’eccezionale ondata di caldo che sta piombando sul Paese, in quel periodo dell’anno molti uffici solitamente iniziano a chiudere. Una rotazione tra impiegati che scelgono di riposarsi a fine luglio e altri che invece optano per agosto, è del resto da anni una costante anche in Italia.

Nel convocare nuove elezioni, la classe dirigente spagnola si è assunta il rischio di allestire i seggi con milioni di cittadini già in vacanza. A prescindere dalle elevate temperature previste dall’avvento dell’anticiclone, in pochi hanno voglia di disdire viaggi già programmati all’estero o nella stessa Spagna. Con il 25% delle persone fuori dalla propria sede di residenza, la frenesia della campagna elettorale rischia di rimanere solo di facciata. Non solo, ma anche nello stesso election day il clima potrebbe somigliare tanto a quello di una “lenta” domenica estiva, contrassegnata dal caldo e dalla voglia preminente di rinfrescarsi senza pensare ad altro.

Difficoltà a trovare personale per i seggi

Il problema però potrebbe non riguardare solo l’affluenza. Il rischio concreto è quello di non poter garantire la regolarità del voto in diversi seggi. Sempre su Politico, un funzionario della circoscrizione elettorale di Leon, il quale ha voluto mantenere l’anonimato, ha parlato delle tante rinunce tra gli scrutinatori. Per legge, ogni seggio deve essere presidiato e curato da tre elettori registrati scelti con sorteggio. Una procedura non così dissimile da quella italiana. Il problema però, come sottolineato dal funzionario, è che in tanti non stanno rispondendo. C’è chi non apre volutamente le mail di convocazione, chi presenta giustificazioni. In totale, potrebbero mancare almeno 900 cittadini a presidio dei seggi nella sola circoscrizione di Leon.

Il ministero dell’Interno spagnolo, così come sottolineato dalla stampa iberica, sta sorteggiando fino a nove cittadini in alcuni seggi per evitare brutte sorprese. Non solo, ma le autorità hanno specificato che se si viene convocati e non ci si presenta a lavoro alle urne, esiste il rischio concreto di una multa salata. Nei casi estremi, la sanzione potrebbe essere anche penale con almeno un anno di carcere. Segno di un timore molto elevato di non riuscire a organizzare al meglio l’intero ciclo elettorale.

Le vere variabili sul voto

Forse la vera variabile per le elezioni spagnole non è data tanto dall’astensionismo, né dal caldo. Forse è una miscela tra le due componenti: il disinteresse da un lato e la volontà di non presentarsi in costume al seggio dall’altra, potrebbero dar vita a una generale apatia in grado di rimescolare le carte. Gli ultimi sondaggi danno il Partito Popolare di Alberto Nunez Feijóo in testa, incalzato dai socialisti del premier uscente Sanchez. Le proiezioni sul futuro parlamento, parlano di una sostanziale parità dii seggi tra le due coalizioni (centrodestra da un lato e centrosinistra dall’altro). L’esito delle consultazioni quindi viaggerà sul filo del singolo voto. E a prevalere, alla lunga, potrebbe essere la formazione in grado, nel clima di generale apatia estiva, di compattare maggiormente il proprio elettorato.