Home Politics Assorbenti gratis in Scozia. E in Italia? Solo un partito propone la tampon tax

Assorbenti gratis in Scozia. E in Italia? Solo un partito propone la tampon tax

Assorbenti gratis in Scozia. E in Italia? Solo un partito propone la tampon tax

Da lunedì 15 agosto in Scozia si possono ottenere assorbenti e prodotti per il ciclo mestruale gratuitamente. È il risultato di una legge sostenuta dalla parlamentare Monica Lennon e approvata dal Parlamento nel 2020. Qual è invece la situazione italiana? Ne abbiamo parlato con lo staff del Festival del Ciclo Mestruale e con Roberta Marasco, autrice di Fazzoletti rossi e del progetto Rosa per caso.

Una svolta storica

Period Product (Free Provision) Bill è il nome della legge approvata il 24 novembre 2020 dal Parlamento scozzese che garantisce la gratuità degli assorbenti in tutti i luoghi pubblici e che è entrata in vigore il 15 agosto. Il governo scozzese aveva già provveduto alla distribuzione gratuita dei beni per l’igiene mestruale nelle scuole e nelle università. Ora, grazie allo stanziamento di 9,2 milioni di sterline, gli assorbenti saranno disponibili anche nelle società sportive, nelle farmacie, nei centri giovanili e in altri luoghi pubblici.

La parlamentare Lennon ha sostenuto questo progetto con l’obiettivo contrastare la period poverty, cioè lo stato di povertà che comporta l’impossibilità o la fatica a reperire prodotti per l’igiene mestruale e che pesa quindi sulla vita quotidiana, sull’istruzione e sull’accesso al lavoro. La Scozia è diventata così il primo e unico Paese al mondo a garantire l’accesso gratuito agli assorbenti.

Quanto si spende per il ciclo mestruale?

In Italia l’IVA sugli assorbenti è stata ridotta dal 22% al 10% con la legge di bilancio del 2022. La cosiddetta tampon tax contribuisce però ancora a rendere le mestruazioni una spesa importante. Se tra gli allegati a sostegno del Period Product (Free Provision) Bill si legge che la spesa mensile si aggira attorno alle 8£ e quindi quella annuale alle 96£, in Italia all’anno vengono spesi circa 126€ per gli assorbenti.

Per contrastare questa spesa sono stati lanciati numerosi progetti nel corso del tempo. La petizione dell’associazione Onde Rosa, che chiedeva di portare la tampon tax al 4%, era stata accolta con entusiasmo dalla popolazione italiana. Non è però stata accolta in campo politico.

Sono inoltre pochi i partiti che hanno inserito un riferimento alla tampon tax nel programma elettorale per il 25 settembre. Tra essi spicca Possibile, che vorrebbe abbassare l’IVA sugli assorbenti al 4%, come già avviene in altri Paesi europei.

Assorbenti accessibili per la parità di genere

Oltre all’aspetto economico, ridurre il corso dei prodotti per l’igiene mestruale ha anche una ricaduta sulla parità di genere.

Lo staff del Festival del Ciclo Mestruale spiega infatti che “parlare di presidi mestruali e più in generale di ciclo mestruale è indispensabile perché si tratta di un tema sociale, economico e di parità di genere. Lo stigma sulle mestruazioni si traduce in poca consapevolezza sul nostro corpo, scarsa conoscenza delle patologie legate al ciclo e l’uso di presidi non adatti e poco salutari, per noi e per l’ambiente. Portare questi temi nel dibattito pubblico è quello che abbiamo fatto con la prima edizione del Festival e che continueremo a fare. Leggere che in Scozia i presidi saranno distribuiti gratuitamente ci ha riempito di gioia, sicuramente un esempio da seguire”.

Roberta Marasco aggiunge: “Riconoscere che gli assorbenti sono beni di prima necessità, garantendoli in forma gratuita come ha fatto la Scozia, ha una serie di implicazioni che non si limitano a quelle economiche (che sono comunque imprescindibili). Significa per esempio togliere alle mestruazioni a tutto ciò che circonda quell’alone di “vezzo” femminile che ancora le definisce, quasi fossero un capriccetto, uno sfizio da togliersi una volta al mese a suon di confezioni lilla e pantaloni immacolati.

Significa non relegarle fra i segreti sussurrati e i misteri inaccessibili all’uomo, ossia dove viene cacciato tutto ciò che riguarda le donne e che non ha spazio nel pubblico e deve farsi bastare la dimensione privata. Significa garantire alle mestruazioni quella rilevanza pubblica che si porta via, insieme alla povertà mestruale, anche la sensazione di essere sbagliare, l’idea che il sangue mestruale ci renda automaticamente un po’ più sole e meno adatte al mondo. Per scoprire che invece era il mondo a non essere adatto a noi, a non assomigliarci abbastanza e a ignorare le nostre esigenze e il nostro punto di vista. Se è di prima necessità allora non è un segreto e non è un tabù. È un diritto”.