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L’Alabama ci ricorda quell’abisso umano che è la pena di morte

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Perché leggere questo articolo? In Alabama il boia uccide tramite soffocamento. L’ipossia da azoto è la nuova, sconvolgente,  frontiera della pena di morte. Una macchia sugli Usa e il ruolo morale dell’Occidente.

L’Alabama ha deciso di aggiungere un nuovo, bieco capitolo alla triste storia della pena di morte nel mondo testando, per la prima volta, un’esecuzione col metodo dell’ipossia d’azoto. Un modo tecnico per definire un lento soffocamento tramite privazione dell’ossigeno con la quale ha perso la vita, stanotte, Kenneth Eugene Smith, 58 anni, una vita conclusa dopo 35 anni nel braccio della morte. Perché negli Usa, molto spesso, per i condannati la vera morte avviene nei lunghi anni, spesso decenni, tra la condanna capitale e l’effettiva esecuzione. Una vita sospesa, quelli dei condannati che aspettano di camminare sul “miglio verde”, che Werner Herzog ha raccontato nel film del 2011 Into the Abyss.

La macchia della pena di morte sugli Usa e l’Occidente

Nell’abisso umano della pena di morte gli Stati Uniti, che la applicano a macchia di leopardo secondo le intenzioni dei singoli Stati, spiccano. E spiccano proprio perché la retorica democratica e libertaria cozza con il fatto che gli States sono l’unico Paese dell’Occidente a usare in maniera così estensiva le esecuzioni capitali. Mantiene la pena di morte il Giappone, ove l’uso è più rarefatto, oltre a Taiwan. Per il resto tutti gli Stati a democrazia avanzata hanno superato tale strumento. Quello della pena di morte è un campo dove, con uno sforzo, l’Occidente potrebbe davvero emergere a maestro morale e guida come punto di riferimento per il resto del mondo. Dando, sul campo, l’esempio.

E invece gli Usa continuano a essere il potere frenante di questo processo. Tanto da arrivare a sperimentare nuove, ricercate forme di esecuzione. L’ultima delle quali, l’ipossia da azoto, prevede una morte per soffocamento tramite l’immissione di azoto puro per mezzo di una maschera posizionata sulla bocca del condannato.

Come è morto Kenneth Smith in Alabama

Smith è morto così e il boia dell’Alabama ha potuto reclamare la sua “innovazione” del 2024. Tranciando una vita segnata nel 1988 dall’omicidio di una donna, Elizabeth Seymour, commesso su commissione del marito della donna. Un delitto terribile, a cui a Smith non è mai stato concessa occasione di redenzione. Nel 1988 doveva ancora cadere il Muro di Berlino, doveva ancora consumarsi la parabola dell’esaltazione del mito del mondo globale dei diritti e del mercato osannato dagli Usa.

Smith è stato condannato a morte nel 1989 e muore nel 2024. Nell’anno in cui si prevede si parlerà di intelligenza artificiale, frontiere infinite della ricerca e tecnologie avveniristiche come mai nel decennio precedente, Smith muore per una ben più macabra tipologia di innovazione. Ovvero per un tipo di esecuzione che gli esperti hanno sconsigliato come metodo di soppressione di molti animali.

Un metodo di esecuzione brutale

L’American Bar Association, il foro degli avvocati americani, ricorda infatti suoi suoi canali che l’azoto gassoso viene utilizzato per l’eutanasia del pollame ma che al contempo l’American Veterinary Medical Association ha descritto l’eutanasia mediante ipossia di azoto per la maggior parte dei mammiferi come “inaccettabile”, sostenendo che può essere “angosciante per alcune specie” e fonte di crudeltà.

La pensa diversamente Key Ivey, governatrice repubblicana dell’Alabama, che dopo il fallimento del primo tentativo di esecuzione di Smith tramite iniezione letale nel 2022 ha dato via libera al nuovo metodo. Trip Pittman, ex senatore dello stato dell’Alabama che ha sponsorizzato il disegno di legge per autorizzare l’ipossia da azoto, ha citato esempi di persone che muoiono per inalazione di azoto durante incidenti industriali per descrivere il nuovo metodo come “molto efficace” e “molto più umano [rispetto ad altri metodi]”.

Gli esperti medici, tuttavia, attirano l’attenzione sul fatto che “ipossia da azoto” è un termine pseudoscientifico che non ha alcun fondamento nella pratica medica reale. La parola molto più schietta, che andrebbe applicata è un’altra: soffocamento. Che, in tempi di Giornata della Memoria nelle orecchie europee suscita, se associata all’uccisione, macabri e precisi ricordi.

La faglia conservatrice in Alabama e nell’America profonda

Ivey e la sua amministrazione repubblicana svelano una volta di più la grande contraddizione degli Stati evangelici e ultraconservatori, saldamente repubblicani, dell’America profonda. L’Alabama, lo Stato più anti-aborto e col governo maggiormente “Pro-Life”, è anche il più saldo sponsor della pena di morte. Mentre gli Stati a maggioranza cattolica hanno un rapporto più trasversale con la sacralità della vita, nella roccaforte evangelica dell’America – così libertaria su altri fronti – l’autorità dello Stato può non essere accettata quando porta la sanità e l’istruzione pubblica. Ma è, per senso comune, sostenuta quando si manifesta come boia. L’America è grande e contraddittoria. E spesso le contraddizioni interne portano a conseguenze terribili. Nel gorgo profondo della pena di morte, la nuova tecnica dell’ipossia da azoto arriva come l’ennesima, sgradita, novità. E dà nuovo spazio a una pratica antica. Dimostratasi da tempo incapace come vero deterrente contro la criminalità e i problemi sociali. Che, col messaggio di arbitrio che manda, finisce solo per incentivare.