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Obesità: il 2024 come potenziale svolta per le cure

Obesità: il 2024 come potenziale svolta per le cure

Il 2024 potrebbe essere l’anno di svolta nella lotta contro l’obesità, una condizione che interessa milioni di persone al mondo e sta generando una crisi sanitaria globale, soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito. Lo suggerisce il report “2024: The obesity market’s inflection point?”, elaborato da IQVIA, provider globale di informazioni, tecnologie innovative e servizi di ricerca clinica, specializzato nell’utilizzo di dati e competenze scientifiche per aiutare i clienti a identificare le migliori soluzioni per i propri pazienti. Anche le recenti innovazioni della farmacoterapia, come la pillola Amycretin di Novo Nordisk, che permetterebbe di perdere il 13% del peso corporeo in appena 3 mesi, suggeriscono una potenziale rivoluzione nel trattamento della patologia.

Già nel 2023 c’è stato un grande cambio di paradigma nel suo trattamento, con la ricerca che ha sancito innovazioni cardiometaboliche senza precedenti caratterizzate da una maggiore precisione e considerazione etica nella ricerca sull’obesità basata su prove del mondo reale (Real-World Evidence, RWE). Oggi, sul mercato, sono sempre più numerosi i farmaci prescritti efficaci contro l’obesità, un elemento che impatta anche sulle questioni sanitarie a essa associate (come per esempio le complicanze cardiovascolari e il diabete di tipo 2). 

L’obesità, ciononostante, è in aumento. Si prevede che entro il 2035 le persone affette passeranno dal 14% attuale al 25% della popolazione mondiale (circa 1,9 miliardi di persone). Un dato che peserà molto sull’economia mondiale ed è stimato in 4 trilioni di dollari (il 2,9% del PIL globale) nel 2035, a causa dell’aumento dei costi sanitari e della perdita di produttività economica. A far pensare che a breve possa esserci un cambio di paradigma sono i sempre più numerosi farmaci per la perdita di peso. Nonostante la storia del mercato dei prodotti contro l’obesità sia stata segnata da molteplici insuccessi, con farmaci che non hanno fornito l’apporto sperato o hanno presentato gravi problemi di sicurezza (ne è un esempio il Fen-Phen), gli investitori sono fiduciosi.

L’introduzione sul mercato degli agonisti del recettore GLP-1, in particolare Wegovy, ha rappresentato un primo punto di svolta. Parliamo di farmaci che hanno prodotto una significativa perdita di peso nei pazienti, pari a circa il 10-15%. Un dato che ha dato nuova linfa a questo segmento del mercato farmaceutico: l’indotto per i prodotti anti obesità ha raggiunto quasi 24 miliardi di dollari nel 2023 e si prevede che in futuro questa cifra sia destinata ad aumentare al ritmo del 24-27% fino al 2028, con un valore potenziale fino a 131 miliardi di dollari.

Il panorama di questi prodotti innovativi è dominato dagli agonisti del recettore GLP-1, che rappresentano il gruppo più numeroso, seguiti dagli agonisti duali Glucagon/GLP-1R e dagli agonisti tripli Glucagon/GLP-1R/GIP. Le aziende farmaceutiche Novo Nordisk e Lilly stanno alzando gli standard per la perdita di peso con i loro trattamenti per l’obesità, come Ozempic-Wegovy, Zepbound e altri asset in sviluppo. Perché tali terapie abbiano il successo commerciale atteso, però, sarà essenziale che i dati sugli esiti cardiovascolari delle stesse siano positivi, come nel caso dei risultati del trial SELECT di Novo nel 2023. Questi hanno evidenziato una riduzione statisticamente significativa del 20% in un endpoint composito di pazienti in sovrappeso o obesi con precedenti malattie cardiovascolari.

Capitolo amycretin. Lo studio clinico realizzato da Novo Nordisk ha rivelato che la sua nuova terapia per via orale potrebbe essere significativamente più efficace rispetto all’Ozempic, che peraltro si assume tramite iniezione sottocutanea. Amycretin si distingue per la sua doppia modalità d’azione: inizialmente si lega al recettore dell’ormone intestinale Glp-1, che segnala la sensazione di sazietà al cervello, riducendo così l’appetito (meccanismo è simile a quello dell’Ozempic) Tuttavia, amycretin va oltre, mimando anche gli effetti dell’amilina, un secondo ormone prodotto dalle cellule beta del pancreas insieme all’insulina che contribuisce al senso di pienezza e rallenta lo svuotamento gastrico, aspetti fondamentali nel controllo dell’appetito e della gestione del peso. Lo studio, durato tre mesi, ha registrato una perdita di peso media del 13% del peso corporeo dei pazienti cui era stato somministrato il prodotto. Un tasso di successo notevolmente più alto dell’Ozempic.

Dove c’è un’innovazione, però, secondo lo studio di IQVIA potrebbe esserci anche un altro settore destinato a farne le spese. Si tratta del Medtech, divisione delle tecnologie mediche e biomediche che si occupa di ricercare, analizzare e progettare tutte le apparecchiature e i sistemi utilizzati per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle malattie e della riabilitazione. Oggi, il suo ruolo rispetto all’obesità è fornire soluzioni protesiche, come sostituzioni del ginocchio per pazienti in sovrappeso con articolazioni consumate, o macchine CPAP per contrastare l’apnea del sonno, tra le complicazioni legate a questa patologia.