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Buffett, un miliardo può bastare (ma non toglietegli la sua Cherry Cola)

Buffett lo conferma: l'era del petrolio non è ancora finita

Un giorno ci sarà un mondo senza Warren Buffett. E sarà un mondo senz’altro diverso, senza un esemplare più unico che raro nel panorama della finanza mondiale. Lo sa bene anche il proprietario di Berkshire Hathaway, figura già oggi leggendaria e che nella sua ultima, recentissima, lettera agli investitori ha delineato il futuro della sua società quando il suo tempo sarà giunto: “A 93 anni, mi sento bene ma mi rendo perfettamente conto che sto giocando ai supplementari”, ha esordito lucidamente. Quindi, le scelte strategiche che sono un testamento non solo materiale ma spirituale. I tre figli di Buffet sono stati nominati esecutori testamentari e amministratori fiduciari di un “fondo di beneficenza che, in base alle mie disposizioni, riceverà oltre il 99% del mio patrimonio”. Passati dieci anni, il trust si autoliquiderà e opererà con uno staff ridotto. Di che cifre stiamo parlando? Il patrimonio personale di Buffett, che possiede una partecipazione del 15% nel Berkshire, vale 118 miliardi di dollari. Cifra che lo pone nella top ten delle persone più ricche del mondo.

La lettera ai soci di Berkshire Hathaway: “Essere ricchi non rende nè saggi nè malvagi”

Il proprietario di Berkshire Hathaway ed i suoi figli, prosegue la lettera “hanno la convinzione comune che la ricchezza dinastica, sebbene sia legale e comune in gran parte del mondo, compresi gli Stati Uniti, non sia auspicabile”. “Abbiamo avuto molte occasioni di osservare che essere ricchi non rende né saggi né malvagi”, aggiunge Buffet. “Siamo anche d’accordo sul fatto che il capitalismo – a prescindere dalle sue debolezze, tra cui le grandi disparità di ricchezza e influenza politica che distribuisce in modo un po’ capriccioso tra i suoi cittadini – ha fatto e continua a fare miracoli”.“Dopo la mia morte, la disposizione dei miei beni sarà un libro aperto: nessun trust “fantasioso” o entità straniere per evitare il controllo pubblico, ma piuttosto un semplice testamento disponibile per l’ispezione presso il tribunale della contea di Douglas”, prosegue.

Per quanto riguarda la sua azienda Buffett spiega già che “inevitabilmente” verranno commessi “errori umani di giudizio e di comportamento. Questi si verificano in tutte le grandi organizzazioni, pubbliche o private”. Tuttavia, aggiunge, “è improbabile che la Berkshire commetta gravi errori e comunque saranno riconosciuti e corretti. Abbiamo il giusto Ceo il giusto Consiglio di amministrazione”, assicura. Il probabile successore du Buffett sarebbe stato individuato in Greg Abel, vicepresidente a capo delle attività non assicurative della compagnia.

Berkshire Hathaway ha inoltre comunicato che in occasione del Giorno del Ringraziamento Buffett ha donato azioni per un valore di circa 866 milioni di dollari a quattro fondazioni di famiglia, convertendo 1.600 azioni A in 2.400.000 azioni B. Ma già nel 2006 Buffett aveva avviato una vasta campagna di donazioni, con oltre metà delle sue quote societarie trasformatesi in fondi a favore della Fondazione Bill e Melinda Gates.

Buffett: l’1 per cento del suo patrimonio corrisponde a più di un miliardo di dollari

Scelte che nel complesso a noi comuni mortali possono apparire sconcertanti. Chi si libererebbe così a cuor leggero del 99% dei propri beni, guadagnati con fatica e con merito nell’arco di tutta una vita? Ma stiamo parlando di cifre talmente fuori scala rispetto all’esperienza ordinaria che ogni ragionamento si smarrisce. Anche tenendo per sè solo un centesimo del proprio patrimonio, a Buffett resterà in tasca più di un miliardo di dollari. Mille volte un milione di dollari.

Buffett, il miliardario frugale: la stessa casa dal 1958 e l’auto di seconda mano

Cifre eccezionali per una figura eccezionale. Che non avrà alcuna difficoltà a farsi bastare questa piccola porzione della propria fortuna per la parte restante della sua vita. E questo sia detto senza ironia. Perchè la (relativa) frugalità di Buffett è parte integrante del mito. Partiamo dalla casa: mentre i suoi colleghi arci-miliardari collezionano dimore di lusso come fossero paia di scarpe, il magnate vive dal 1958 nella stessa casa di 600 metri quadri nel Nebraska, acquistata per 31.500 dollari. Oggi vale 1,2 milioni di dollari. Comunque spiccioli. “Mia moglie non potrebbe essere più felice. Sarebbe infatti molto peggio se avessi sei o sette case. Ho tutto ciò di cui ho bisogno, e non voglio di più perché oltre un certo livello non fa differenza”, ha dichiarato.

Il parco auto di Buffett? Il magnate ha acquistato una Cadillac XTS usata del 2014. Che non guiderebbe nemmeno un calciatore della Primavera di una squadra di serie B. “La verità è che ogni anno guido per soli 3.500 miglia, di conseguenza cambio l’auto molto raramente”. E il cellulare? Sino a non molto tempo fa, Buffett usava un vecchio Nokia a conchiglia. Poi l’amico Tim Cook, forse mosso a compassione, gli ha fatto recapitare alcuni iPhone.

Come è nata l’enorme fortuna di Buffett

Buffett è decisamente basico anche per quanto riguarda il cibo. Il suo pasto ideale è un sacchetto di patatine accompagnato da una Coca-Cola. Romantico, a suo modo. Se si pensa che l’enorme fortuna dell’anziano magnate prese le mosse proprio vendendo soft drinks. Aveva 13 anni e con i ricavati invece di andare al cinema comprò un terreno di 40 acri da dare in affitto per assicurarsi una rendita. Passo dopo passo, sarebbe arrivata la Berkshire Hathaway. Con la quale avrebbe messo a segno colpi su colpi, sino ad assurgere al rango di oracolo di Omaha per l’apparente infallibilità delle sue scelte. American Express, Bank of America, Coca-Cola, Apple alcuni dei suoi investimenti più azzeccati. Con i quali ha affinato la sua particolare strategia: puntare su aziende con una gestione innovativa, incentrata sugli azionisti e con margini di profitto elevati. Comprando quando sono disponibili a prezzo scontato. E non dismettendo con rapidità i propri investimenti, lasciando salire il loro valore nel tempo.

Le passioni di Buffett: il bridge e l’ukulele

Se queste sono le aziende che apprezza, Buffett ha invece una vera e propria antipatia per il mondo delle crypto: “Il bitcoin non è altro che una fish per il gioco d’azzardo e non ha alcun valore intrinseco. La gente ama l’idea di arricchirsi velocemente, non li biasimo, ma io ho sempre voluto arricchirmi lentamente e mi diverto molto lungo la strada”. “Ho visto persone fare cose stupide per tutta la vita. Alla gente piace giocare alla lotteria, qualcosa come il bitcoin che ne ha nessun valore intrinseco, ma questo non impedisce alle persone di perdere i propri soldi intorno alla ruota della roulette.” No alle crypto e no al gioco d’azzardo. Ma il bridge è tutta un’altra storia: “Se gioco a bridge e passa una donna nuda, non la vedo nemmeno. Una volta ho detto che non mi sarebbe dispiaciuto andare in prigione se avessi avuto i tre compagni di cella giusti in modo da poter giocare a bridge tutto il tempo”, ha ironizzato l’oracolo durante un’intervista della CBS News “Sunday Morning”. Altri hobby? L’ukulele. Leggendario il suo improvvisato concerto del 2016 assieme a Bill Gates.

“Sono fatto per un quarto di Coca-Cola”

Ma torniamo alle origini. La fortuna di Buffett è iniziata come detto vendendo bevande gassate, di cui era (ed è ancora) al contempo consumatore compulsivo. Un dettaglio che forse racchiude anche il segreto del successo dell’oracolo di Omaha. Per almeno due motivi. Per decenni Buffett è stato un grandissimo consumatore di Pepsi-Cola Cherry. Sino al 1986, quando i rivali di sempre gli fecero pervenire alcuni campioni del nuovo prodotto pronto per essere lanciato sul mercato: la Cherry Coke. E fu colpo di fulmine. Buffett cambiò la sua dieta. Ma non solo. Due anni dopo, sulle ali dell’entusiasmo per la bevanda fruttata, iniziò la sua scalata in Coca-Cola. Uno degli affari migliori di sempre. Ed il perfetto esempio di un business mosso da genuina passione. “Sono fatto per un quarto di Coca-Cola”, ha spiegato a Fortune nel 2015. Ed il suo volto campeggiava sulle etichette delle bottigliette di tutta la Cina per il lancio nel 2017 della Cherry Coke nel gigantesco mercato asiatico. Tale è l’identità tra l’uomo, il suo successo, il prodotto che vende.

Buffett e la chiave del successo: la ricerca della felicità

Ma c’è forse qualcosa di ancora più profondo. Parlando candidamente del suo bizzarro regime alimentare basato su junk food e bibite gassate, il magnate ha detto in una intervista tv su CNBC: “Lo dico sempre a tutti: ho scoperto tutto quello che mi piaceva mangiare all’età di sei anni”. Ed ha spiegato che se dovesse scegliere tra vivere un anno in più mangiando broccoli e poco altro oppure rinunciare a quell’anno in più per poter continuare a mangiare quello che gli piace, sceglierebbe senza dubbio la seconda opzione. Perchè? “Credo che la felicità faccia tutta la differenza del mondo, in termini di longevità”. Ed ecco la parola chiave: felicità. L’oracolo di Omaha ha capito sin da bambino che era la cosa più importante. Ed ha continuato ad inseguire ciò che lo rendeva felice. Questo non gli ha portato solo una vita longeva. Ma anche uno straordinario successo. I cui frutti sono stati profitti astronomici, di cui ora Buffett può liberarsi serenamente. Perchè non sono mai stati ciò che lo ha realmente motivato.