Home Future Weekend alternativo: turismo industriale a Prato e in altre città

Weekend alternativo: turismo industriale a Prato e in altre città

prato turismo industriale

Con l’avvicinarsi dei ponti di primavera la Toscana è sicuramente una delle mete più gettonate. Un evergreen che non tramonta mai. Ma perché non andare alla scoperta anche di mete alternative ed originali? Insomma, quella “Toscana che non ti aspetti”, dinamica e contemporanea? Nasce da questa idea TIPO – Turismo Industriale Prato, un progetto che vuole raccontare la città, partendo dal passato, attraversando le grandi trasformazioni del presente, fino a toccare il futuro che si sta formando sotto gli occhi del visitatore.

Cos’è TIPO – Turismo Industriale Prato

TIPO accende i riflettori sul più grande distretto tessile d’Europa, valorizzando un grande processo di trasformazione urbana, culturale ed economica, in grado di tenere insieme tradizione e innovazione: dal centralismo delle fabbriche si è passati a una città contemporanea sempre più green, con un forte sviluppo del turismo sostenibile ed esperienziale a vocazione europea. 

TIPO è un’esperienza alla scoperta di luoghi industriali suggestivi e ricchi di fascino, in cui è presente la mano di grandi architetti e si respirano le storie di coloro che li hanno vissuti: sono proprio le fabbriche a raccontare la città, insieme al distretto del Museo del Tessuto, del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci e del Mumat – Museo delle macchine tessili. 

Un “dentro e fuori” dalle archeologie industriali alle imprese tessili in attività, che sono attualmente 2.500, con il 16% (18.660 unità lavoro) degli addetti del comparto italiano: una realtà fortemente innovativa, che ha da tempo introdotto una filosofia green nelle proprie produzioni, a partire dal recupero delle materie prime. Questo è il caso della startup Rifò, nata con un crowdfunding nel 2017 dall’idea imprenditoriale di Niccolò Cipriani, che ha dato il via a una linea di abbigliamento etico e ecosostenibile fatto con fibre rigenerate, rigenerabili e biodegradabili, in particolare cashmire, lana, denim, cotone e seta. 

Diverse le opzioni offerte da TIPO (www.tipo.prato.it): tour guidati, percorsi di trekking urbano lungo il filo dell’archeologia industriale, laboratori per bambini, percorsi di visita da svolgere in autonomia nelle aree della trasformazione urbana e industriale. 

prato turismo industriale
Sala Nervi – Lanificio Balli; nella foto in alto, Polo Campolmi (photo credit Fernando Guerra per il Comune di Prato)

L’offerta turistico culturale di Prato

Inoltre, il visitatore ha a disposizione tutta l’offerta turistico culturale di Prato, che va dagli affreschi quattrocenteschi di Filippo Lippi all’arte diffusa, dai percorsi di bike e trekking lungo la via Medicea alle eccellenze enogastronomiche affermate in tutto il mondo, tra cui biscotti, mortadella di Prato IGP, vini ed olio, in una città che si propone come meta ideale per un fine settimana diverso e coinvolgente. Tra le ultime novità, l’inaugurazione della nuova sala “Dai depositi al museo: dipinti del Quattrocento e del Cinquecento” del Museo del Palazzo Pretorio, posta al primo piano nell’area recentemente restaurata dell’antico Monte dei Pegni.

La nuova sala “Dai depositi al museo: dipinti del Quattrocento e del Cinquecento” del Museo del Palazzo Pretorio

Turismo industriale in Italia

Quella del turismo industriale è una tendenza che si sta diffondendo sempre più in Italia. Negli ultimi quattro anni, infatti, circa 5,8 milioni di italiani hanno visitato un museo d’impresa, un archivio storico aziendale o un luogo d’archeologia industriale per capire meglio come nasce il made in Italy e quali legami si sviluppano tra aziende e territorio. Sono giovani, in genere fra i 30 e i 44 anni, con un alto livello di istruzione, provenienti soprattutto dalle regioni del Nord, alla ricerca di un’esperienza “educativa e formativa”, come emerge dalla ricerca su “Il turismo industriale in Italia: dimensioni, percezione e potenzialità di sviluppo” curata da Nomisma su incarico di Museimpresa. I musei più frequentati? Quello della Ferrari a Maranello, seguito dal Villaggio Crespi d’Adda in provincia di Bergamo, dal Museo storico Alfa Romeo ad Arese, dal Museo Lavazza a Torino e dall’Archivio Storico Olivetti a Ivrea.

In generale, ce n’è per tutti i gusti e per tutte le regioni. Tra gli itinerari proposti da Museimpresa, per esempio, ci sono il lago d’Orta con il museo Alessi in Piemonte, la Val Canonica e il museo d’energia idroelettrica di Cedegolo in Lombardia, l’eredità Generali in Friuli Venezia Giulia, Parma e la Food Valley in Emilia Romagna, l’oro liquido di Imperia in Liguria (ovvero l’olio d’oliva), i mastri pastai tra i Monti Lattari e la Costiera Amalfitana in Campania e molti altri.